Archive
Curare la calvizie usufruendo dell’urina di cammello come prodotto cosmetico
La calvizie é uno dei problemi più fastidiosi riscontrati da una maggioranza di individui sempre più avvinti e costretti a spasmodici gesti avvilenti dinnanzi alla realtà di scorgersi privi di capigliatura, soprattutto se umiliati in presenza di persone assolutamente non soggette a incipienze analoghe.
Sembra però che si stia divulgando la notizia che esista un espediente naturale in grado di debellare la perdita progressiva dei capelli, in grado cioè di fortificarne il fusto a tal punto da evitarne la repentina caduta. La soluzione arriverebbe dal lontano Yemen, in realtà non tanto lontano, paese nel quale sembra che una svariata moltitudine di uomini si conduca dal barbiere o acconciatore di fiducia per farsi somministrare direttamente sul cuoio capelluto il fluido magico o acquistare una boccetta del presunto elisir di lunga vita, riscontrato nell’urina di cammello, della quale si ricorda il pregio già ai tempi di Maometto. Infatti secondo dati statistici sembra che la richiesta di flaconi contenenti il liquido fisiologico del suddetto animale, da parte di addetti ai saloni di acconciatura intenti a soddisfare l’incessante domanda crescente dei vari clienti, stia aumentando spropositatamente arrivando a pagare addirittura $4,00 a flaconcino, una cifra elevata considerando il livello di vita del paese. L’inconveniente però sorge laddove si annida la disinformazione, in quanto la vera forza del crine risiede nella radice e non nel fusto, come molti pensano.
Addirittura l’Università di Sana’a si é sentita costretta a far interrompere bruscamente l’uso dell’orina specifica quando molti yemeniti si convinsero che dosandola mediante via orale avrebbe risolto anche i vari problemi di fegato, incuranti in realtà dei reali danni che l’urina di animali provocherebbe all’apparato digestivo umano se usato regolarmente come bevanda dissetante.
by Marius Creati
Lacoste sceglie l’artista Li Xiaofeng per la serie Holiday Collector 2010
Il famoso marchio di abbigliamento Lacoste per la serie Holiday Collector 2010 ha commissionato l’artista cinese Li Xiaofeng per re-immaginare l’iconica polo L.12.12 come opera d’arte originale cercando quindi di creare una stampa esclusiva che sarà utilizzata per realizzare una produzione in edizione limitata complementare per uomini e donne.
Li Xiaofeng si forma come artista muralista, ma si rivolge in seguito alla scultura esplorando un nuovo concetto di espressione dei paesaggi cinesi. La sua scelta del materiale è inaspettata: invece di marmo, legno o addirittura vetro, preferisce comprare cocci di porcellana fracassati e recuperati da antichi scavi archeologici, alcune risalenti alla Dinastia Ming, e poi lavorati mediante sagomatura e lucidatura, perforandone ogni angolo, ed infine legati insieme con filo d’argento per creare “paesaggi ri-arrangiati”. Questi pezzi poetici, meglio descritti come post-orientalisti, solitamente prendono la forma di abiti, compresi i tradizionali costumi cinesi, ma anche cravatte e uniformi militari. Essi sono assolutamente indossabili, anche se immagino che il peso complessivo sia maggiore di qualsiasi corazza indossata.
by Marius Creati





















