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Archive for the ‘Domus Cultura’ Category

Palazzo delle Esposizioni, Roma

March 6, 2013 Leave a comment

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Il Palazzo delle Esposizioni è il più grande spazio espositivo multidisciplinare del centro di Roma: più di 10.000 metri quadri, articolati su tre piani, ospitano eventi culturali e servizi ai visitatori. Il Palazzo, oltre ai suggestivi spazi espositivi, ospita una sala Cinema da 139 posti, un Auditorium (sala multimediale per 90 persone) e un Forum (sala polifunzionale), oltre a una caffetteria di 290 mq, un ristorante di 400 mq e una libreria di 470 mq.
Dopo cinque anni di lavori di restauro e riqualificazione funzionale dei propri spazi, il Palazzo delle Esposizioni, in sintonia con quanto accade nelle maggiori capitali europee, ha restituito alla città di Roma uno spazio di cultura e suggestioni, capace
di proporre ai visitatori progetti qualitativamente elevati, standard tecnologici di eccellenza e politi- che di accoglienza degli ospiti attente e moderne, diventando in pochi mesi un centro culturale tra i più aggiornati, in continuo e proficuo scambio con le più importanti istituzioni culturali internazionali. Con la riapertura del Palazzo delle Esposizioni, l’Azienda Speciale Palaexpo conferma e rafforza il proprio ruolo di primo piano in Italia quale ente produttore di servizi integrati. Ogni giorno, ognuna delle sue diverse sedi propone al pubblico un programma ricco e culturalmente poliglotta: dalle mostre d’arte alle rassegne cinematografiche, dal teatro alle esposizioni fotografiche, passando per la musica, la presentazione di libri, l’offerta didattica e gli appuntamenti di studio e approfondimento.
Il Progetto di Ristrutturazione
Il progetto di ristrutturazione del Palazzo delle Esposizioni ha seguito due linee guida: da una parte il consolidamento e la riqualificazione degli spazi, dall’altra la necessità di adeguarli funzionalmente e tecnologicamente alla loro destinazione d’uso, coniugando l’architettura monumentale del- l’edificio di Piacentini con la necessità e la volontà di introdurre elementi di innovazione tecnologica e architettonica.
I lavori di ristrutturazione sono iniziati nel 2003 e portano la firma degli architetti Firouz Galdo (auto- re del progetto definitivo), Paolo Desideri (responsabile del progetto esecutivo e della Serra, spazio inedito di 2000 metri quadrati complessivi, di grande impatto emotivo, che ospita un rinomato ristorante) e Michele De Lucchi (direttore artistico del progetto e designer dell’illuminazione, degli arredi e della segnaletica). L’architetto Paolo Rocchi, inoltre, ha diretto la complessa opera di consolidamento delle strutture statiche dell’edificio, dalla lunga e complessa campagna di indagini alla realizzazione dei profondi interventi resisi necessari.
I progettisti, Galdo e De Lucchi, hanno a lungo indagato il delicato e difficile equilibrio tra il segno forte dell’architettura del Palazzo e la presenza delle opere esposte. Per esaltare la specificità dei due linguaggi, quello della classicità architettonica e l’altro della tecnologia espositiva, gli spazi del Palazzo sono stati dotati di un innovativo sistema di pareti che rivestono i muri delle sale realizzando un ideale fondo espositivo neutro e uniforme. Con questo segno stilistico si definisce l’area espositiva, si preserva l’edificio storico, il monumento, dall’invasività degli allestimenti temporanei e, al contempo, si liberano questi ultimi dalla decorazione del monumento. Il comfort visivo, inoltre, è stato ulteriormente implementato dalla presenza di plafoni mobili, appositamente disegnati da Michele De Lucchi, contenenti i corpi illuminanti, flessibili nell’utilizzo e utili a diffondere, se necessario, la luce naturale proveniente dai lucernari. Per accrescere la qualità delle visite al Palazzo, l’edificio è stato dotato di nuovi ascensori per il pubblico e, separatamente, per le opere e per il personale, creando un sistema di trasporto interno (di opere e persone) che non interferisce con le dinamiche di pubblico che coinvolgono le sale espositive.
Da sottolineare, inoltre, gli interventi di adeguamento tecnologico, in particolare il nuovo sistema di climatizzazione che consente, oggi, al Palazzo delle Esposizioni di garantire gli standard tecnici internazionali richiesti dai più esigenti musei del mondo ed il potenziamento dei dispositivi di sicurezza delle opere e dei visitatori.
Il nuovo Palazzo delle Esposizioni ospita, infine, tre sale (Cinema, Auditorium e Forum) dotate di tecnologie avanzate, un coloratissimo spazio dedicato alla didattica e ampi spazi commerciali che com- prendono una libreria, una caffetteria e un panoramico ristorante nella Serra.
Ma è solo varcando la soglia del Palazzo che il visitatore potrà scoprire un luogo da vivere a tutte le ore e un’offerta culturale diversificata, multidisciplinare, popolare ma di qualità, aperta alle collaborazioni internazionali e al dialogo tra le culture e i linguaggi.
Le Aree Espositive
Lo spazio espositivo si articola in tre distinte aree, completamene autonome e indipendenti, distribuite su due piani. Le pareti sono rivestite da pannelli a fondo neutro adattabili a qualsiasi tipologia di pro- getto espositivo. L’illuminazione è stata studiata dall’architetto Michele De Lucchi che ha progettato un complesso sistema di plafoni sospesi motorizza- ti sui quali sono montati i diversi corpi illuminanti per le opere e per gli spazi. Grazie a queste strutture, tecnologicamente all’avanguardia, il Palazzo può contare su un’illuminotecnica estremamente flessi- bile che permette di utilizzare, e dosare, anche le fonti luminose naturali e, se del caso, di modificare, con la luce, la percezione della monumentalità degli spazi.
La Sala Cinema
Dotata di 139 posti e di un ingresso autonomo, la sala Cinema è diventata, in pochi mesi, un segno culturale del Palazzo, uno dei suoi luoghi più vitali e frequentati. Con spirito decisamente curioso, la sala propone immagini e riflessioni sulle tematiche culturali affrontate, di volta in volta, dalle mostre del Palazzo. La sua collocazione autonoma all’interno dell’edificio consente anche un uso indipendente rispetto alle altre attività del Palazzo.
L’Auditorium
L’Auditorium ospita abitualmente presentazioni di libri, dibattiti, convegni, conferenze stampa ed eventi teatrali. Con i suoi 90 posti ed i suoi arredi estremamente versatili, l’Auditorium si adatta perfetta- mente ad ospitare ogni genere di spettacolo e di incontro pubblico. Gli spazi di questa sala, infatti, possono essere ridisegnati e allestiti secondo le sin- gole e diverse esigenze. Gli ospiti dell’Auditorium, infine, possono assistere, in video, agli eventi che si svolgono in sala Cinema.
Il Forum
Il Forum è uno spazio polifunzionale: spazio espositivo, sala convegni e laboratorio. Per i Servizi educativi ospita lo Scaffale d’Arte, una biblioteca specializzata nell’editoria d’arte internazionale per ragazzi. La varietà delle proposte fa di questo spa- zio un luogo privilegiato di scambio di saperi, talenti e conoscenze in continuo divenire.
Tra i progetti proposti dallo Scaffale, Singolare femminile, grafica illustrazione arte editoria, ciclo di seminari con artiste, grafiche e illustratrici di fama internazionale che hanno segnato momenti di rottura e crescita nella comunicazione visiva in Italia e all’estero.
L’Atelier
È lo spazio per i più giovani dei Servizi educativi del Palazzo delle Esposizioni. Grazie alla collaborazione con gli artisti e alla particolare attenzione alla metodologia educativa, l’Atelier offre a bambini e adulti la possibilità di conoscere da vicino i temi ed i protagonisti dell’arte. All’Atelier si accede attraversando il tunnel di luce Pénétrer l’invisible, installazione permanente dell’artista francese Nathalie Junod Ponsard.
I Servizi educativi del Palazzo delle Esposizioni e delle Scuderie del Quirinale offrono percorsi di laboratorio e visite animate per scuole, famiglie e gran- de pubblico, dossier pedagogici on-line e corsi di formazione per insegnanti, studenti, operatori. Attività per le grandi mostre e laboratori permanenti a tema sono spesso rivolti a bambini e adulti insieme.
Fra le collaborazioni con Istituzioni nazionali e inter- nazionali, Didart progetto europeo sulla didattica dell’arte contemporanea finanziato dal Programma Cultura 2000 e il progetto Alternanza Scuola Lavoro con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Il Ristorante+Bar
Lo spazio della Serra, nuovo segno architettonico dell’edificio, di grande impatto emotivo, ospita il prestigioso ristorante – bar Open Colonna, curato in tutti i suoi aspetti dal rinomato chef Antonello Colonna. È il luogo ideale per chi ha un po’ più di tempo da dedicare al pranzo, per chi vuole cenare immerso nella magica luce delle serate romane oppure per chi desidera organizzare eventi eleganti e di prestigio. L’ Open Colonna, distribuito su due livelli, dispone di cucine completamente attrezzate per l’alta ristorazione, di 500 metri quadrati inondati di luce a disposizione dei clienti e di due terrazze all’aperto affacciate sui tetti di Roma.
La Caffetteria Booàbar
Un break d’autore nella Capitale: è quanto offre la caffetteria Bookàbar, gestita da Palombini Ricevimenti, che permette ai visitatori, e non solo, di concedersi una piacevole sosta in un’atmosfera simpatica e accogliente. Al Bookàbar è possibile consumare pasti veloci e raffinati, scegliere fra ottimi dolci, optare per un semplice caffè o un appagante aperitivo di fine giornata. La sala della caffetteria si affaccia su un sorprendente piccolo giardino, a ridosso delle mura della restaurata Chiesa di San Vitale ed è collegata alla libreria dalla rotonda centrale.
La Libreria Bookàbar
L’ampia libreria, di 450 metri quadrati, si articola in tre grandi sale dedicate a libri, cataloghi, riviste, cd musicali e dvd. Uno spazio apposito è riservato all’esposizione e vendita di oggetti ed accessori con particolare attenzione alle produzioni originali di più recente realizzazione. La libreria è dotata di un’entrata indipendente su via Milano, all’angolo con via Nazionale, che la rende rapidamente accessibile dall’esterno anche a tutti i non visitatori del Palazzo.
I Numeri
12.000 – Totale dei metri quadrati di superficie dell’edificio
96.000 – Totale di metri cubi dell’edificio
3.100 – Totale dei metri quadrati destinati
197 – Totale dei metri quadrati destinati a proposte educative
139 – Posti della Sala Cinema
90 – Posti Auditorium
1860 – Totale dei metri quadri dei servizi commerciali
2.700 – Affollamento massimo di persone consentito
10 – Numero degli impianti elevatori
4 – Numero dei possibili accessi per il pubblico
2 – Numero delle possibili biglietterie
2.200 – Totale dei metri quadrati della vetrata della serra
240 – Coperti del ristorante
Informazioni
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
Indirizzo: via Nazionale, 194 – 00184 Roma Ingressi:
via Nazionale 194
via Milano 15/17
via Piacenza snc
Call center: tel. 06 39967500
Call center scuole: tel. 06 39967200
Per informazioni: tel. 06 489411
oppure info.pde@palaexpo.it
Orario esposizioni:
domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 20.00 – venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30 lunedì: chiuso – l’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura.
Il PdE è accessibile ai visitatori disabili, ingresso dedicato da via Milano 13. Sono disponibili sedie a rotelle per i visitatori che ne fanno richiesta.
LIBRERIA E CAFFETTERIA BOOKÀBAR
Indirizzo: via Milano 15/17
Recapiti telefonici:
libreria 06 48913361 – caffetteria 06 48941320 Email:
bookshop.pde@palaexpo.it caffetteria.pde@palaexpo.it
Orari: la Libreria e la Caffetteria Bookàbar seguono gli orari del Palazzo delle Esposizioni
La Libreria e la Caffetteria Bookàbar sono accessibili ai visitatori disabili.
OPEN COLONNA RESTAURANT + BAR
Indirizzo: scalinata di via Milano 9A Informazioni e prenotazioni: tel. 06 47822641 Email: info@opencolonna.it
Orari: tutti i giorni dalle 12.00 alle 24.00 chiuso il lunedì
Open Colonna è accessibile ai visitatori disabili, ingresso da via Piacenza snc
COME RAGGIUNGERCI
Metro
metro A (fermata Repubblica)
metro B (fermata Cavour)
Autobus
64 – 70 – 71 – 116T – 117 – 640 – H (fermata Nazionale/Palazzo Esposizioni)

Palazzo Reale a Milano

February 5, 2013 Leave a comment

Palazzo Reale a Milano

Un grande polo culturale
Palazzo Reale rappresenta uno dei poli culturali più importanti. Con il palazzo vero e proprio, che sorge al centro di Milano a ridosso del Duomo, fanno parte del polo altre tre sedi espositive: la Rotonda di via Besana, il Palazzo della Ragione e il Palazzo dell’Arengario. Un polo espositivo immenso e di grande prestigio, come hanno dimostrato le tante mostre temporanee di successo realizzate in questi anni.
900 anni di storia
La storia di Palazzo Reale è indissolubilmente legata a quella di Milano. Le sue origini sono molto antiche. Sede del governo della città dal basso Medioevo, vide rafforzare il suo ruolo di centro politico con l’avvento delle signorie dei Torriani, Visconti e Sforza. Sempre più teatro di una fastosa vita di corte, di investiture e di ricevimenti solenni, nella seconda metà del Settecento, sotto il dominio austriaco, il palazzo fu rivestito di ornamenti e decorazioni che si ispiravano al barocchetto teresiano. Verso la fine dello stesso secolo avvenne la grande trasformazione neoclassica attuata da Giuseppe Piermarini. Da allora fu palazzo di regnanti, da Maria Teresa a Napoleone, da Ferdinando I ai Savoia re d’Italia. Illustri artisti celebrarono le glorie di re e imperatori e lo arricchirono di magnifiche opere d’arte, dipinti e arredi.
Nel 1920 Palazzo Reale divenne proprietà dello Stato italiano e fu aperto alle visite dei cittadini.
I bombardamenti del 1943 distrussero in parte l’edificio e solo oggi, dopo i faticosi progetti ventennali di recupero e restauro, si intravede la completa restituzione della reggia alla città di Milano.
Il progetto di recupero e di restauro
A oltre cinquant’anni dalle distruzioni della guerra, Palazzo Reale ritrova e accentua lacentralità del proprio ruolo nella vita culturale e sociale della città. Alla conclusione dei primi due lotti di restauro, è ora in corso il terzo e ultimo che restituirà l’intero palazzo al suo antico splendore. Il Museo della Reggia, del quale sono già visibili le prime sale riallestite, è concepito come un itinerario attraverso le quattro grandi stagioni del Palazzo: l’epoca Teresiana e Neoclassica, il periodo napoleonico, la Restaurazione e infine l’Età sabauda dopo l’Unità d’Italia. Si tratta di un attento e complesso lavoro di composizione dei magnifici arredi originali e del loro restauro, per suggerire una lettura, storica e stilistica, più ampia e articolata della vita di corte. Le prime sale appartenenti al periodo neoclassico, che va dalla ricostruzione del Piermarini al periodo napoleonico, sono quelle che meglio restituiscono losplendore di un’epoca “illuminata” in cui Milano ebbe un ruolo di grande rilievo in Europa.
Il programma di restauro di cui è in atto la terza e conclusiva fase, restituirà al Museo della Reggia le stanze del vecchio Appartamento di Riserva, nel quale sono ampiamente documentati e conservati i modi dell’abitare regale del XIX secolo. Un grande progetto museale, dunque, reso possibile dall’impegnodell’Assessorato alla Cultura e Musei del Comune di Milano e dalla collaborazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e del Paesaggio di Milano.

Fonte: Comune di Milano

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Dubai Mall Aquarium, acquario più grande del mondo

February 4, 2013 Leave a comment

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Una struttura davvero unica in un centro esclusivo come il Dubai Mall, in grado di far vivere il mare ai suoi ospiti in un modo tutto nuovo.
Parliamo dell’Aquarium di Dubai, definito come l’acquario più grande del mondo con all’interno pesci di ogni genere, in continuo cambiamento.
Posto nella parte centrale del centro commerciale Dubai Mall, l’acquario vanta di diversi primati, come ad esempio quello battuto grazie al suo pannello in vetro acrilico più grande del mondo da 32,88 metri di larghezza, 8,3 metri di lunghezza e 750 mm di spessore.
Altro motivo per cui si trova nel libro dei Guinness World Record è la sua capienza, che arriva a oltre 10 milioni di litri così da riuscire ad ospitare migliaia di pesci senza alcun sovraffollamento.
Di seguito, eccovi alcune foto che mostrano in tutto il suo splendore lo spettacolare Aquarium del Dubai Mall.

Fonte: GoLook.it

Centro ricerca della Sorbonne, vittoria di Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel

February 1, 2013 Leave a comment

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Ennesima vittoria in un concorso di architettura per BIG, accompagnato in questo caso dallo studio parigino OFF per il progetto del nuovo centro ricerche della Sorbonne; questo è stato preferito ai lavori di MVRDV, Lipsky Rollet, Mario Cucinella e Peripherique.
L’edificio prevede una facciata a specchio che si affaccia verso Notre Dame e che la riflette su se stesso, mentre all’interno si sviluppa un canyon di distribuzione che viene sfruttato anche per portare luce naturale a tutti gli ambienti di lavoro.
Il centro ospiterà, nei suoi 15000 metri quadri, uffici, laboratori e sale conferenze; verrà inoltre sfruttata la copertura della struttura, pensata come tetto-giardino.

Fonte: Linea di Sezione

Louvre, nuovo museo futuristico di Abu Dhabi

January 15, 2013 Leave a comment

Louvre_Abu_Dhabi_01

La costruzione è già confermata e, presto, ovvero tra pochi anni, il museo che farà da punto di riferimento mondiale non sarà più lo storico Louvre di Parigi, bensì il nuovo Louvre di Abu Dhabi.
Questo è quanto confermato dallo Sceicco della Arabtec Holding, grossa compagnia immobiliare con sede a Dubai, che ha deciso di stanziare una grossa somma, per un totale di 654 milioni di dollari, per la costruzione del museo più grande al mondo, togliendo il primato storico al Louvre di Parigi.
Il nuovo museo, inoltre, porterà anche lo stesso nome, si chiamerà appunto Louvre, e sarà caratterizzato da una struttura molto moderna, addirittura futuristica, e in linea con gli attuali complessi presenti nella ricca città di Abu Dhabi.
In alto, eccovi intanto il primo rendering digitale del nuovo museo Louvre di Abu Dhabi la cui costruzione è già in corso e sarà ultimata nei primi mesi del 2015.

Fonte: GoLook.it

Le Rosey, istituto privato più esclusivo al mondo in Svizzera

September 3, 2012 Leave a comment

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Le vacanze sono ormai quasi terminate ed è tempo di cominciare al ritorno alla vita di tutti i giorni; nel caso dei più giovani, tutto questo significa ritornare dietro ai banchi di scuola.
Pensando a quest’ultimi, oggi parliamo dell’istituto privato più esclusivo al mondo situato in Svizzera. Il nome di questa scuola è Le Rosey ed è considerata come la scuola più costosa del mondo.
Secondo quanto rivelato, però, in Svizzera non è certo una novità una scuola esclusiva; a quanto pare, infatti, i dieci istituti privati più costosi al mondo sono tutti lì.
La Rosey, comunque, grazie alla sua ultima ristrutturazione, nel paese di Rolle, dov’è situata, è stata soprannominata come “School of Kings” e, d’ora in poi, accoglierà al suo interno tutti i figli degli uomini d’affari del paese.
Anche se dovrebbe essere un’informazione riservata, stando ad alcune indiscrezioni, la cifrà annuale per frequentare Le Rosey è di 113 mila euro.

Fonte: GoLook.it

Dubai, nuovo Teatro dell’Opera e un Museo d’arte all’ombra del Burj Khalifa

March 27, 2012 Leave a comment

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Quest’oggi, il facoltoso governo dell’Emirato, ha annunciato la ripresa del suo piano di espansione con nuove costruzioni di grande impatto, in grado di attirare l’attenzione dei più esigenti e, forse, anche di ottenere nuovi primati in ambito mondiale.
All’ombra del maestoso grattacielo Burj Khalifa, infatti, sorgeranno presto un nuovo Teatro dell’Opera ed un grande Museo d’arte contemporanea.
Ad anticipare queste due nuove strutture, è stato stesso l’emiro arabo Sheikh Mohammed bin Rashid al-Maktoum, che ha annunciato di voler costruire nuovi punti d’interessi in grado di rafforzare la vita culturale degli abitanti dell’emirato.
Questi due nuovi complessi, infatti, sono stati inseriti con un’alta priorità nel più grande progetto di espansione e consolidazione del paese, che per anni ha fatto si che sorgessero imponenti edifici di lusso.
Ora che si sono calmate le acque ed è ripartito il progetto, il tutto è stato inquadrato sotto un’altra ottica molto interessante, che tenderà a rafforzare l’interesse anche di altri tipi di personaggi verso la facoltosa città di Dubai.

Fonte: GoLook.it

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Dar Si Said, museo da scoprire in Marocco

February 21, 2012 Leave a comment

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Il Museo Dar Si Said ha per vocazione primaria  la messa  in valore del legno, materiale nobile usato da secoli nelle arti decorative e religiose marocchine. Questo potente sguardo su una delle filiere dell’artigiano sud-marocchino rende la visita di questo luogo appassionante e avvincente. Ovviamente per tutte quelle persone che non hanno grande interesse per la falegnameria, potranno apprezzare l’architettura e la decorazione ispano-moresca del palazzo, che non puo’ lasciare indifferenti. Ci si potrà concentrare sulla raffinatezza dei lavori realizzati su porte e finestre esposte e, a seguire, l’interminabile decorazione della grande sala  al piano alto del grande riad, spettacolare e impressionante. Il Museo è strutturato in funzione della destinazione dei suoi pezzi; la collezione declina in diverse sale specializzate sui mobili liturgici, pezzi di architettura con le loro decorazioni, gli utensili e ovviamente i mobili.  Se alcuni pezzi  della collezione esposti richiamano l’attenzione per via dei loro colori accesi, la finezza delle loro sculture e  la loro creatività, numerosi altri sembrano essere  amalgamati con l’unico scopo di costituire degli argomenti visivi sulla diversità dell’utilizzazione tradizionale del legno in Marocco. Queste emozioni non sono ad uso e consumo dei soli esperti, al contrario, ogni pezzo apporta un indice nuovo sulla capacità e la creatività degli artigiani ebanisti, falegnami e artisti marocchini.  Il Dar Si Said è una grande dimora , un palazzo costruito nella seconda metà del XIX° secolo su iniziativa di Si Said B. Moussa. Questo signore esercitava la funzione di ministro della guerra sotto la reggenza del fratello Ba Hmad, gran vizir di Moulay Abdelaziz (1894-1908). Dal 1957, soltanto una metà dell’edificio è aperto al pubblico e utilizzato come museo. Malgrado questa restrizione,  il museo si estende  su oltre 2.000 mq attorno a due riad  e restituisce oggi una parte del suo splendore passato di palazzo  in una sconcertante austerità.  Il palazzo Dar Si Said ha trovato la sua nuova idendità nel 1930. In quella data, i luoghi accolsero la loro prima esposizione e divenne il museo d’arte antica di Marrakech. L’amministrazione coloniale francese inserì al suo interno gli uffici del servizio di Arti Indigene e dei laborator artigianali.
Tra il 1978 e il 1980, il museo è stato oggetto di una importante campagna di restauri e di rinnovamenti. Oggi, i pezzi esposti testimoniano la fecondità dell’artigianato sul legno nel Marocco meridionale. L’essenziale delle collezioni esposte proviene in toto da Marrakech e dalle provincie del sud, dal Tensif, dal Sous, dall’Alto Atlas e Anti Atlas, dal Bani, e ancora dal Tafilalet in particolare. Si tratta di oggetti essenziali di legno ma si trovano anche oggetti di gioielleria, di ceramica oltre ad armi, tappeti e tessuti. Sono presenti inoltre alcuni pezzi archeologici. Buona visita al Dar Si Said.
Tariffe: 20 dh – aperto il lunedi’, mercoledi’, giovedi’, venerdii’, sabato e domenica. Orari: dalle 09.00 alle 12.15 – pomeriggio dalle 15.00 alle 18.15.

Paolo Pautasso

Fonte: My Amazighen

Biscay Statutory Library, splendida biblioteca a Bilbao

December 19, 2011 Leave a comment

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Una splendida biblioteca, situata nel cuore di Bilbao, che va a completare un isolato già esistente; un progetto che nasce da un concorso di idee vinto dallo studio basco IMB arquitoctos nel 2007.
La nuova costruzione prevede due volumi, uno completamente rivestito di pietra che ospita gli spazi delle amministrazioni; l’altro completamente vetrato che contiene i libri e li mette volutamente in evidenza.
Sulle superfici vetrate sono stampate, attraverso serigrafia, titoli e citazioni dei libri contenuti all’interno della biblioteca, queste di giorno catturano l’attenzione di chi passa davanti all’edificio. Di notte l’illuminazione, appositamente studiata, mette in risalto i libri contenuti all’interno degli scaffali.
Trovo sempre affascinante la coabitazione di due edifici storicamente molto lontani che uniscono le loro diverse caratteristiche architettoniche e questa biblioteca ne è un ottimo esempio.

Fonte: Linea Di Sezione

Duomo di Milano

December 5, 2011 Leave a comment

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Il Duomo di Milano, monumento simbolo del capoluogo lombardo, è dedicato a Santa Maria Nascente ed è situato nell’omonima piazza nel centro della città. È una tra le più celebri e complesse costruzioni gotiche del mondo.
Poche chiese, in Italia, hanno avuto una costruzione così lenta e complessa come la ebbe il Duomo di Milano. Non solo, ma l’erezione dell’imponente monumento fu una impresa che interessò non solo la Lombardia, ma tutta l’Italia. Fu infatti attraverso essa che lo stile gotico fiorito d’Oltrealpe penetrò in Milano e influenzò l’Italia intera. La sua elaborazione fu assai lenta: essa comprese infatti un arco lunghissimo di ben cinque secoli, pur rimanendo tuttavia fedele ai principi dell’arte gotica. Sul luogo dove sorgeva la basilica di Santa Maria Maggiore, del IX secolo, si iniziò nel 1387 la costruzione del Duomo, dedicato a Santa Maria Nascente; costruzione voluta dall’arcivescovo Antonio da Saluzzo ed appoggiata non solo da Gian Galeazzo Visconti, all’epoca signore della città, ma da tutto il popolo milanese. In quell’anno era ingegnere Simone da Orsenigo, circondato da numerosi maestri campionesi. È fuori di dubbio, tuttavia, che l’intero progetto del Duomo fosse opera di una sola mente, sicuramente di un maestro oltramontano, perché, nonostante l’avvicendarsi di numerosi architetti alla fabbrica, il Duomo ha mantenuto un carattere straordinariamente coerente, e questo carattere è tipicamente d’Oltralpe. Tuttavia, questi schemi gotici, nelle menti degli architetti italiani, persero la loro caratteristica oltramontana e acquistarono quella più tipicamente nostrana. Intorno a Simone da Orsenigo, i nomi dei grandi maestri della pietra: Marco “de Frixono” da Campione, Matteo da Campione, e il più grande Giovannino de’ Grassi. Nel 1389 Simone da Orsenigo fu rimosso dall’incarico e fu fatto venire da Parigi Nicola di Bonaventura, che fornì il disegno dei finestroni absidali, aperti a traforo. Poi anch’egli, giunto a Milano il 7 maggio 1389, fu licenziato il 31 luglio 1390. Maestri italiani e stranieri si susseguirono, avvicendandosi, nella fabbrica del Duomo: i tedeschi Giovanni da Friburgo, Enrico Parler da Gmunden, Giovanni da Fernach, e gli italiani Bernardo da Venezia, Gabriele Stornaloco, piacentino, Marco da Carona, Giovannino de’ Grassi e Giacomo da Campione. Questi ultimi due rimasero legati stabilmente alla fabbrica dal 1392 e dettero al nascente Duomo la loro impronta decisiva, quello stile “gotico fiorito”, caratterizzato dall’esuberanza decorativa.
Alla morte del grande maestro, il parigino Jean Mignot criticò aspramente i lavori ma, trovando l’opposizione di Bernardo da Venezia e di Bertolino da Novara, fu ben presto licenziato: è da questo momento che la fabbrica del Duomo di Milano verrà diretta esclusivamente da maestri italiani. Nel 1400 era a capo dei lavori Filippino degli Ugoni: a lui si deve il disegno dei capitelli, delle volte, dei terrazzi. Si lavorava alacremente, nella fabbrica del Duomo, tanto che, nel 1418 veniva consacrato l’altare maggiore da papa Martino V. Con la salita al potere, alla metà del ‘400, di Francesco Sforza, le arti conobbero un nuovo indirizzo. L’architettura milanese del ‘400, e quindi anche quella del Duomo, fu “siglata” dalle tre generazioni dei Solari: Giovanni, il figlio Guinforte, e il figlio di questi, Pier Antonio. Il genero di Guinforte, il grande Giovanni Antonio Amadeo, fu il vincitore del concorso indetto nel 1490 per l’erezione del tiburio: nonostante il “nuovo corso” rinascimentale che aveva preso l’arte, L’Amadeo fu strenuo difensore dell’unità gotica dell’editicio e completò il tiburio nel 1500. Dieci anni più tardi sorgeva, gotica anch’essa, la prima delle quattro guglie contigue. Intanto, la grande fiammata del “gotico fiorito” andava lentamente spegnendosi, vinta dal nuovo senso plastico delle forme teorizzato da Filarete, da Luca Francelli, da Francesco di Giorgi e da Leonardo, chiamati da tutta Italia per dare nuovi consigli e nuovi pareri sulla fabbrica del Duomo. Dopo un più che breve intervento tedesco, un maestro di Strasburgo chiamato nel 1482 da Gian Galeazzo Sforza, fu messo a capo dei lavori Pellegrino Pellegrini, detto anche Tibaldi, architetto preferito dall’arcivescovo Carlo Borromeo. Il Pellegrini dette subito un vigoroso impulso alla costruzione, progettando i disegni per il pavimento e per gli stalli del coro. Nel 1572 San Carlo riconsacrò il Duomo. Nel1585, alla partenza dei Pellegrini per la Spagna, ottenne di succedergli Martino Bassi e quindi Lelio Buzzi, già autore del progetto della Biblioteca Ambrosiana. Sotto l’arcivescovado dell’altro grande Borromeo, Federico, fu Fabio Mangoni a soprintendere la fabbrica del Duomo, a cui poi seguirono il Richini e il Quadrio. Nel XVIII secolo non erano ancora terminati i lavori. La guglia maggiore fu eretta dal 1765 al 1769 e la facciata, secondo le valide proposte del Pellegrini, fu compiuta negli anni fra il 1805 e il 1813. I lavori continuarono per tutto l’Ottocento, completando l’erezione delle guglie e le torri scalari intorno al tiburio. Ma tutta questa complessa costruzione ebbe sempre bisogno di vaste opere di restauro: la prima nel 1935 e la seconda, ben più complessa e più dolorosa, dopo i bombardamenti aerei del 1943. Durante l’ultimo restauro, fu rinnovato il pavimento, furono sostituite quelle statue e quegli elementi decorativi che più avevano sofferto le ferite della guerra. Infine, l’8 dicembre 1966, fu inaugurato il nuovo sagrato.
L’interno
I cinquantadue pilastri dividono le cinque navate e sorreggono le volte simulanti un traforo gotico; queste vennero dipinte verso la metà del 1800 da Alberti e Alessandro Sanquirico.
Il pavimento, su disegno originale del Pellegrini, è un intreccio di marmi chiari e scuri con disegni intersecantisi infinite volte.
Nella prima navata a destra si trova il sarcofago dell’Arcivescovo Ariberto da Intimiano, l’inventore del Carroccio, sormontato dal Crocefisso in lamine di rame dorato che il vescovo donò al monastero di San Dionigi. Un piccolo marmo seicentesco riporta un’iscrizione che ricorda Seguono i sarcofagi degli arcivescovi Ottone Visconti e Giovanni Visconti, opera di un maestro campionese del primo XIV secolo su due colonne in marmo rosso di Verona, e di Marco Carelli, un mecenate che alla fine del XIV secolo donò trentacinquemila ducati alla Fabbrica del Duomo per accelerare i lavori di costruzione.
Alla sesta campata vi sono tre magnifici altari del Pellegrini, sul primo dei quali si trova un pregevole quadro di Federico Zuccari: la “Visita di Sant’Agata in Carcere da parte di San Pietro”.
Notevole nel transetto destro è il monumento a Gian Giacomo Medici detto il Medeghino, opera di Leone Leoni, la cui l’effigie campeggia nel centro, circondata da statue e bassorilievi. Interessante l’adiacente altare rinascimentale di marmo, decorato con statue di rame dorato. Di fronte al Mausoleo Medici vi è il “pezzo” più celebre di tutto il Duomo: il famosissimo “San Bartolomeo Scorticato”, opera di Marco D’Agrate, con la pelle gettata come una stola sulle spalle e sul corpo.
Il complesso del presbiterio, capolavoro del Tardo Rinascimento milanese, è formato dal coro con i suoi stalli lignei, dal “Tempietto” del Pellegrini, dai due pulpiti dai ciclopici telamoni rivestiti di rame e di bronzo e dai due giganteschi organi.
Il deambulatorio corre intorno al coro, e vi si ammirano i portali delle due sacrestie, alcuni affreschi (fra i quali la “Vergine dell’Aiuto”) e la statua di Papa Martino V, opera quattrocentesca di Jacopino da Tradate.
Nel transetto si trova il “Candelabro Trivulzio” che consta di due parti: un piede, tutto un intreccio di viticci, vegetali, animali fantastici, attribuito a Nicolas de Verdun (XIII secolo) e uno slanciato stelo a sette braccia, a volute e ricami della metà del 1500.
Dopo altri tre altari di Pellegrino Tibaldi nella navata sinistra si trovano l’edicola “Tarchetta” dell’Amadeo, il monumento Arcimboldi dell’Alessi, romaniche figure di Apostoli in marmo rosso e infine il classicheggiante Battistero del Pellegrini.
La prima campata è attraversata dalla lista di marmo e bronzo della meridiana. Nel mese di novembre, periodo dedicato a San Carlo Borromeo, vengono esposti i teleri (i cosiddetti “Quadroni”) della vita del Santo, dipinti da un gruppo di artisti tra cui spiccano Cerano e Giulio Cesare Procaccini. I finestroni della cattedrale sono chiusi da vetrate istoriate che nascono col Duomo e furono via via implementate sino ai giorni.
La facciata
La facciata è una sedimentazione di secoli di architettura e scultura italiana, che va dal Tardo Rinascimento del Pellegrini al Barocco di Francesco Maria Richino, allo pseudo-gotico napoleonico dell’Acquisti. L’impostazione tardo-rinascimentale è del Pellegrini, anche se nei dettagli si intravede il barocco nascente e la mano del Richino. Su questa base s’innesta il coronamento pseudo-gotico richiesto agli architetti del 1800 da Napoleone Bonaparte in persona. Spiccano particolarmente le grandi statue relative all’Antico Testamento di Luigi Acquisti.
Il portale e l’esterno
Il portale mediano è disegnato dal Richini, arricchito da sculture di G.B. Crespi e completato da porte di bronzo moderne. Una passeggiata intorno alla cattedrale permette di apprezzare l’infinito numero di sculture, di doccioni, di guglie, di archi rampanti. Sopra la selva di guglie si eleva quella del tiburio, su cui nel XVIII secolo è stata posata la Madonnina dorata, simbolo della città.
Uno sguardo particolare merita l’abside, la parte più antica, e più avanti la quattrocentesca guglia Carelli, la prima ad essere costruita.
Il Museo del Duomo ripercorre la storia dell’edificio e ospita alcune opere d’arte collegate allo storico edificio.
Alcune misure del Duomo:
• altezza della Madonnina dal suolo: 108,50 metri;
• altezza della Madonnina: 4,16 metri[1];
• altezza della facciata centrale: 56,50 metri;
• altezza della navata maggiore: 45 metri;
• lunghezza esterna: 158 metri;
• lunghezza interna: 148 metri;
• lunghezza della facciata principale: 67,90 metri;
• larghezza interna delle 5 navate: 57,60 metri;
• larghezza esterna: 93 metri;
• larghezza interna: 66 metri;
• colonne interne: 52;
• guglie: 135[2];
• altezza delle colonne interne: 24 metri;
• diametro della colonne interne: 3,40 metri.
La meridiana
In vicinanza dell’ingresso del Duomo una striscia di ottone incassata nel pavimento attraversa la navata, risalendo per tre metri sulla parete di sinistra (a nord). Sulla parete rivolta a sud, ad una altezza di quasi 24 metri dal pavimento, è praticato un foro attraverso il quale, al mezzogiorno solare, un raggio di luce si proietta sulla striscia del pavimento.
Ai lati della linea metallica sono installate delle lastre di marmo indicanti i segni zodiacali con le date di ingresso del sole.
Lo strumento fu realizzato nel 1786 e modificato nel 1827 in seguito al rifacimento del pavimento del Duomo.

Fonte: Duomo