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Linda Susan Boreman, in arte Linda Lovelace
Linda Lovelace, pseudonimo di Linda Susan Boreman (New York, 10 gennaio 1949 – Denver, 22 aprile 2002), è stata un’attrice pornografica statunitense.
Divenne una delle più famose attrici nel cinema pornografico, recitando come protagonista nel primo film a luci rosse legale della storia, Gola Profonda. Al termine della sua carriera, però, si schierò pubblicamente a fianco delle femministe contro il mercato della pornografia.
Biografia
Linda Susan Boreman nacque il 10 gennaio 1949, nel quartiere del Bronx di New York. Nel 1971 sposò Chuck Traynor, il quale la fece conoscere a Gerard Damiano. Fu quest’ultimo a volerla nel suo film Gola profonda, noto in Italia anche come La vera gola profonda (Deep Throat, 1972). Fu per interpretare questo film, e su consiglio di Damiano, che Linda acquisì il nome d’arte di Linda Lovelace.
Dopo Deep Throat, per il quale ricevette un compenso di 1.250 dollari, la Lovelace recitò in diverse altre produzioni hard, a partire dal sequel, diretto da Joseph W. Sarno, Deep Throat Part II (1974). Nello stesso anno Linda divorziò da Traynor, sposando Larry Marchiano, dal quale ebbe due figli: Dominic nel 1977 e Lindsay nel 1980.
Dopo pochi altri film pornografici, tra cui Deep Throat III, uscito nel 1989 solo in videocassetta, dove comparve non accreditata, la Lovelace fece scalpore rinnegando pubblicamente il genere e schierandosi con le femministe americane contro l’industria dell’hard. Nella sua autobiografia Ordeal dichiarò di essere stata costretta a girare film a luci rosse dal primo marito, descritto come un violento che la picchiava e non aveva esitato a puntarle addosso una pistola.
Nel 1996 divorziò anche dal secondo marito.
Linda Lovelace è morta il 22 aprile 2002 in un incidente d’auto a Denver, in Colorado.
Fonte: Wikipedia
Alessandro Caruana
Alessandro Caruana si diploma in tromba nel 1996 presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e sempre presso il medesimo, nel 2008, consegue il biennio superiore di secondo livello con la votazione di 110 e lode. Dal 1998 inizia a partecipare ad audizioni e concorsi che lo portano a collaborare con orchestre e gli enti lirici quali: Orchestra Sinfonica di Savona, Filarmonica di Torino, Filarmonica Italiana, Orchestra Guido Cantelli di Milano, Pomeriggi musicali di Milano, Orchestra Arturo Toscanini di Parma, Orchestra da camera di Mantova, Orchestra Nazionale della RAI, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Regio di Torino, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Carlo Felice di Genova, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra della Svizzera Italiana.
Dal giugno 2005 occupa il posto di prima tromba presso l’orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.
È docente di tromba da diversi anni presso gli istituti civici A. Gandino di Bra (CN) e Baravalle di Fossano, presso quest’ultimo frequenta un corso di perfezionamento con Roberto Rossi, prima tromba dell’Orchestra Nazionale della RAI, suo insegnante da diversi anni.
Fonte: laVerdi
Evgeny Bushkov
Una delle bacchette più interessanti degli ultimi tempi, Evgeny Bushkov si è imposto all’attenzione del mondo musicale innanzitutto come incredibile violinista, vincitore di quattro tra i maggiori concorsi violinistici al mondo – Wieniawski (1986), Queen Elizabeth (1989), Tchaikovsky (1990), ed il primo Henryk Szeryng Foundation Award (1992).
Evgeny Bushkov trasferisce con naturalezza tutta la straordinaria esperienza esecutiva e l’impeccabile gusto artistico nella sua direzione. Le notevoli capacità, così come l’integrità e la ricerca di una interpretazione autentica, hanno attratto l’attenzione di una rinomata bacchetta come Dmitry Kitajenko. Ha ricevuto inoltre una formazione negli USA (A. Brusilow a Dallas e V. Yampolsky a Chicago, tra gli altri).
Il debutto di Bushkov come direttore è avvenuto nel 1999 in Francia con la Festival Orchestra dell’International Festival di Luxeuil. Dopo il debutto, ha lavorato con le orchestre Sinfonica e da Camera di Novosibirsk, la ¨Neue Philharmonie¨ – Westfallen (Germania), la National Orchestra of Belarus, la State Academic Orchestra of Kazakhstan, la International Symphony Orchestra “Metro Philharmonic”, la Pan Asian Symphony Orchestra (Hong Kong), la Nizhny Novgorod Symphony (Russia), l’Orquesta Sinfonica de Venezuela, le orchestre da Camera di Minsk e “Musica Viva” di Mosca.
Dal 2002, Evgeny Bushkov copre l’incarico di Direttore della State Symphony Orchestra “Novaya Rossiya” (Yury Bashmet direttore artistico). L’applauditissimo debutto con l’orchestra nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca nel Febbraio 2004 è stato seguito da oltre 80 esibizioni in Russia ed oltre. Evgeny Bushkov ha collaborato con solisti dell’importanza di Eliso Virsaladze, Natalia Gutman, Barry Douglas, Debora Voigt, Vladimir Tchernov, Denis Matsuev, Alexey Liubimov, per menzionarne alcuni. Yury Bashmet regolarmente invita Bushkov a dirigere lavori di Kancheli, Bruch, Ledenev, e Felzer. Insieme, hanno tenuto la prima assoluta dei lavori per viola e orchestra di Karamanov e Gorelova.
Nel 2003 Bushkov ha fondato le “Educational Concert Series for children” che hanno incontrato un immediato successo. Mettendosi all’opera sia come direttore sia come lettore, Bushkov ha sperimentato programmazioni uniche ed innovative, culminate nella direzione delle prime russe delle due opere per bambini di G. C. Menotti e D. Krivitsky.
Tra i successi più importanti registrati nelle scorse stagioni, ricordiamo le applauditissime esibizioni alla Musikverein di Vienna, la prima russa del Requiem di Alemdar Karamanov nella Sala “Tchaikovsky” di Mosca, il tour italiano con la Orquesta Sinfonica de Venezuela, la direzione del Requiem di Verdi a Mosca con il celebre mezzosoprano Daniela Barcellona, così come il ritorno con la Novosibirsk Symphony Orchestra per il concerto “In Memoriam of Arnold Katz”.
Tra i successi della stagione 2008-09, vanno ricordati la partecipazione al Concerto di Gala “Tributo a Mstislav Rostropovich” a Mosca, il Concerto d’apertura del 2° Festival Musicale Internazionale a Sochi, il 2d International “Vera Lothar-Schevtchenco” Piano competition (Novossibirsk), il concerto “Moscow Easter Festival” di Gergiev e l’ “Andrew LLoyd Webber Gala” Project a Mosca.
Per le sue Children Series, quest’anno Evgeny Bushkov ha tenuto a Mosca la prima di “Polly e i Dinosauri”, fiaba musicale per due narratori, soprano, coro di bambini ed orchestra di Yury Falik.
Dal settembre 2009, Evgeny Bushkov è Direttore principale e Direttore artistico della Minsk Chamber Orchestra.
classical@studiomusica.net
Fonte: laVerdi
Boris Petrushansky
Boris Petrushansky é nato a Mosca nel 1949 da genitori musicisti. A 8 anni viene ammesso alla Scuola Centrale presso il Conservatorio di Mosca. Nel 1964 il quindicenne pianista incontra uno dei piu grandi musicisti, Heinrich Neuhaus, e diventa il suo ultimo allievo. Quei mesi trascorsi nella classe di Neuhaus (il maestro mori nel ottobre del 1964) sono stati determinanti sotto molti aspetti per tutto il successivo sviluppo del giovane artista completandosi sotto la direzione del Prof. Lev Naumov, allievo ed assistente di Neuhaus, un musicista fine, fedele custode delle tradizioni romantiche della scuola che ha dato al mondo E.Gilels e S.Richter.
I tre concorsi (Leeds – 1969, Monaco – 1970, Mosca – 1971) sono seguiti da un`importante pausa, dovuta alla preparazione di un nuovo lancio qualitativo, terminato con la vittoria al Concorso “Casagrande” di Terni nel 1975 a cui fece seguito una tournee di concerti. Gli avvenimenti piu rilevanti di questo periodo sono rappresentati dal concerti tenuti algi festival di Spoleto, di Brescia e Bergamo, al Maggio Musicale Fiorentino (dove ha sostituito S.Richter), dai concerti a Roma, Milano, Torino etc.
Tra le orchestre con cui ha suonato bisogna ricordare l`Orchestra Sinfonica di Stato dell`URSS, Filarmonica di S.Pietroburgo, la Filarmonica di Mosca, della Cecoslovacchia, di Helsinki, la Staatscapelle di Berlino, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, KBS di Seol, Moscow Chamber Orchestra, New European Strings, Orchestra da Camera della Comunita Europea, ecc. Ha collaborato con i direttori d’orchestra come J.Ferencik, E.Bour, P.Berglund, E-P.Salonen, LuJia, D.Kitaenko, A.Lazarev, V.Fedoseev, M.Schostakovich, M. Atzmon, A.Nanut, V.Gergiev, R.Abbado, J.Latham-Koenig, V.Jurowsky.
Tra i partner di musica da camera spiccano i nomi di L. Kogan, I. Oistrakh, D. Sitkovetsky, M. Maisky, C. Gasdia, , M. Brunello, Quartetto Borodin, Filarmonia Quartet Berlin.
Dal 1991 Boris Petrushansky vive in Italia, dove insegna presso l`Academia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola, continua una intensa attività concertistica in Italia, Russia, Germania, Austria, USA, Jappone, Francia, Svezia, Finlandia, Irlanda, Inghilterra, Spagna, Belgio, Slovenia, Polonia, Ungheria, Israele, Egitto, Messico, Taiwan, Sud Africa, Corea del Sud…
Ha registrato per la Melodia (Russia), Art & Electronics (Russia-USA), Symposium (UK), Fone, Dynamic, Agora, Stradivarius (Italia).
Boris Petrushansky `e membro della giuria dei concorsi di Terni, Vercelli, Bolzano, Tongyeong, Orlèans, Warsavia, Parigi etc. Ha tenuto i masterclass negli USA, UK, Irlanda, Germania, Francia, Belgio, Giappone, Corea del Sud, Russia, Polonia.
Fonte: laVerdi
Wim Vandekeybus
Wim Vandekeybus
Regista, coreografo, attore e fotografo, Wim Vandekeybus nasce nel 1963 a Lier, Belgio. Cresciuto in un ambiente rurale, vive a stretto contatto con gli animali nel loro habitat naturale. L’esperienza ha un forte impatto emotivo sul regista che include spesso nella sua arte riferimenti agli animali, con i loro movimenti, le reazioni istintive e la fiducia nella propria forza fisica. Iniziati gli studi in psicologia, li interrompe perche irritato dall’eccesso di “scienza oggettiva“. I suoi interessi gravitano infatti attorno alla relazione tra corpo e spirito. Si avvicina al teatro tramite il regista Paul Peyskens. Segue quindi lezioni di danza (classica, moderna, tango) per poi orientarsi verso il cinema e la fotografia. In 1985, fa un’audizione per Jan Fabre. Vandekeybus fu scelto e durante i due anni successivi viaggia in tutto il mondo con The Power of Theatrical Madness, interpretando uno dei due re nudi. Durante il tour con Jan Fabre, incontra il pittore e fotografo Octavio Iturbe a Madrid, che successivamente diventa un importante collaboratore artistico. Intraprende la sua strada, fondando la compagnia Ultima Vez, che, fin dagli esordi, ha sviluppato le proprie attività come compagnia internazionale di danza contemporanea con la propria base a Bruxelles. Mentre, durante i primi anni, Ultima Vez si è focalizzata principalmente sulla produzione, promozione e distribuzione del lavoro artistico di Wim Vandekeybus (danza, teatro, film). Ultima Vez ha sempre funzionato come una struttura autonoma e indipendente, contando però su una rete di co-produttori e partner per realizzare i propri progetti. Gli attori e danzatori, per le creazioni di Wim Vandekeybus, sono reclutati attraverso innumerevoli audizioni in tutto il mondo. Gli artisti sono partner a pieno titolo nel processo creativo per Vandekeybus. Nella selezione dei suoi esecutori, la formazione di danza o l’ esperienza non sono i più importanti criteri. Perché pone l’accento sulla personalità degli interpreti, che portano con sé un mondo molto personale di linguaggio e di movimento.
La sua prima opera What the Body Does not Remember del 1987 non solo è diventata un successo internazionale, ma ha anche vinto il prestigioso Bessie Award (the New York Dance and Performance Awards). Nel 1989 ha vinto un secondo Bessie per Les porteuses Mauvaises de nouvelles (1989). Dal 1993 al 1999, Vandekeybus ha lavorato il Teatro Reale Fiammingo. Ha realizzato 16 spettacoli con Ultima Vez, tra cui Blush (2002) e Sonic Boom (2005). Le sue creazioni sono caratterizzate da vere e proprie esplosioni di film, foto, video, musica dal vivo e, in combinazione con il testo teatrale, di danza, anche acrobatica.
Fonte: Biennale di Venezia
Eija-Liisa Ahtila
Eija-Liisa Ahtila
Eija-Liisa Ahtila è una video-artista e regista cinematografica finlandese. Dopo aver compiuto studi cinematografici e sui formati multimediali sia a Londra che a Los Angeles, dalla fine degli anni ’80 lavora in diversi campi della creazione audio-visiva come la fotografia, le performance e le installazioni. Al momento, la sua attività si concentra principalmente su opere cinematografiche e installazioni video. Coi suoi lavori esplora tecniche narrative sperimentali, quali la connessione tra spot pubblicitari e cortometraggi, le tecniche di split-screen e le possibilità derivanti dalla narrazione su più schermi. I suoi film sono stati presentati in importanti festival internazionali tra cui Rotterdam, Miami, Hong Kong, Helsinki e il Sundance Film Festival, e sono stati trasmessi su diversi canali televisivi, sia in Europa che in Australia.
Nei suoi primi lavori la Athila ha trattato gli sconvolgenti drammi umani che stanno al centro delle relazioni personali come ad esempio la sessualità giovanile, i rapporti familiari, la disintegrazione mentale e la morte. I suoi ultimi lavori, tuttavia, toccano questioni artistiche più profonde e basilari in cui esamina i processi di percezione e di attribuzione del significato, a volte alla luce di temi culturali ed esistenziali di più ampio spettro come il colonialismo, la fede e il post-modernismo. La sua abilità nel raccontare attraverso le immagini e nel tratteggiare toccanti ritratti umani, ha catturato l’interesse del pubblico e le ha consentito di ottenere l’apprezzamento della critica internazionale. I film di Eija-Liisa Ahtila hanno vinto importanti premi internazionali e molti tra i più importanti musei di arte contemporanea le hanno dedicato una retrospettiva. La Tate Modern di Londra le ha dedicato una mostra monografica nel 2002, mentre il MoMA di New York ha presentato nel 2006 la sua installazione video The Wind. Nel 2008, il centro espositivo di Parigi Jeu de Paume le ha dedicato una retrospettiva. Il British Film Institute ha pubblicato in DVD The Cinematic Works of Eija-Liisa Ahtila, garantendo così l’accesso al suo lavoro ad un pubblico più vasto. L’artista finlandese ha partecipato due volte all’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Nel 1999 era presente con il video Lohdutusseremonia (Consolation Service), grazie al quale ha ottenuto una menzione d’onore. E’ tornata alla Biennale nel 2005, dove ha presentato The Hour of Prayer, opera che indaga sul senso di perdita e sul dolore derivante dalla morte del proprio cane. Tra i suoi lavori, Plato’s Son (1990), un cortometraggio di stampo filosofico nel quale un alieno giunge sulla terra, The Trial (1993), Me/We, Okay, Gray (1993), If 6 was 9 (1995/96), un film in split screen sul mondo degli adolescenti e sul loro rapporto col sesso, Love is a Treasure (2002) e Where is Where (2009), un’installazione video su più schermi che tratta il tema della guerra e dei suoi effetti traumatici sui i civili. Eija-Liisa Ahtila ha ottenuto una serie di importanti riconoscimenti nell’arco della sua carriera, tra i quali il Young Artist of the Year Award in Finlandia (1990), l’AVEK Award per gli importanti risultati ottenuti nel campo dell’audio-visivo (1997), l’Edstrand Art Prize (1998) e il Vincent Van Gogh Bi-annual Award for Contemporary Art in Europe (2000). L’artista finlandese è stata inoltre premiata con l’Artes Mundi Prize a Cardiff (2006) e col Prince Eugen Medal for outstanding artistic achievement in Svezia, nel 2008.
Fonte: Biennale di Venezia
Lav Diaz
Lav Diaz
E’ nato nel 1958 a Datu Paglas, Maguindanao, nell’isola di Mindanao, nelle Filippine ed è conosciuto come il padre ideologico del Nuovissimo Cinema Filippino. La sua monumentale trilogia, Batang West Side (West Side Kid, 2002), Ebolusyon ng isang pamilyang pilipino (Evolution of a Filipino Family, 2005) e Ikalawang aklat: ang alamat ng prinsesang bayawak (Heremias, 2006), è l’archetipo di un cinema privo di compromessi ed esteticamente rigoroso e omogeneo. I tre film sono considerati capolavori moderni del cinema filippino. Ostinato e indipendente, autore dalla messa in scena radicalmente anti-holliwoodiana, Lav Diaz ha studiato cinematografia al Mowelfund Film Institute (Filippine), dopo una formazione in economia (Ateneo de Manila, Ateneo de Davao, Notre Dame University). Tra le sue opere si ricordano Serafin Geronimo: kriminal ng Baryo Concepcion (The Criminal of Barrio Concepcion, 1998), Burger Boys (1999), Hubad sa ilalim ng buwan (Naked Under the Moon, 1999), Hesus rebolusyunaryo (Jesus Revolutionary, 2002). Lav Diaz, che ora vive tra Manila e New York, ha sempre ricercato la coerenza stilistica e contenutistica nel proprio lavoro, facendosi cantore della lotta dell’umanità e del popolo filippino per la redenzione. Ha vinto numerosi premi internazionali come quelli per il miglior film ai Festival di Bruxelles e di Singapore e quello come Miglior Film dal premio della critica Gawad Urian, con il suo film d’esordio, di oltre 5 ore, Batang West Side (West Side Kid, 2002). Anche il successivo Ebolusyon ng isang pamilyang pilipino (Evolution of a Filipino Family, 2005) riceve il premio della critica Gawad Urian, mentre e Ikalawang aklat: ang alamat ng prinsesang bayawak (Heremias, 2006) ottiene il premio speciale della giuria al Festival di Friburgo. Entrambi gli ultimi due suo lavori sono stati presentati e premiati alla Mostra del Cinema di Venezia: Kagadanan sa banwaan ning mga engkanto (Death in the Land of Encantos), 540 minuti di montato sulle conseguenze apocalittiche del tifone Reming, che il 30 novembre 2006 si è abbattuto sulle Filippine, ha ottenuto la Menzione Speciale Orizzonti 2007, mentre il successivo Melancholia, nuova impresa titanica di 450 minuti in cui Diaz si interroga sull’essenza della felicità, arrivando a definire la vita stessa come un modo per misurare il dolore dell’uomo, ha vinto il Gran Premio Orizzonti 2008. Nel 2010 Lav Diaz è stato membro della giuria Orizzonti, presieduta da Shirin Neshat, mentre da gennaio di quest’anno è membro del consiglio direttivo della Cine Foundation International.
Fonte: Biennale di Venezia
Ezio Greggio
Ezio Greggio
Nato a Cossato (Biella) il 7 Aprile 1954, segno zodiacale Ariete con ascendente Ariete.
Mezzo busto storico di Striscia la Notizia, Ezio Greggio è giornalista iscritto da venticinque anni all’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Nell’ottobre del 1978 prende parte a “La sberla” al fianco di Gianfranco D’Angelo, Enrico Beruschi e Gianni Magni. Nel nel 1981 è tra i protagonisti di “Tutto compreso” su Rai Due; il suo vero debutto televisivo arriva nel 1983 con la prima edizione del “Drive in”, il varietà più popolare e innovativo di tutti gli anni ’80. Nel 1984 con “Drive In” arriva anche il primo dei 26 Telegatti che ha collezionato nella sua carriera. Il 7 novembre 1988 conduce al fianco di Gianfranco D’Angelo la prima edizione di “Striscia la notizia”, il TG satirico con il quale Greggio, “che incarna meglio di chiunque altro lo spirito del programma” (Aldo Grasso) ha già vinto una marea di Telegatti e Oscar Tv. Volto storico di Striscia, tra le edizioni di maggior successo, quelle degli ultimi anni condotte da Ezio con a fianco Enzo Iacchetti e Michelle Hunziker. Sempre in televisione è protagonista di alcune fiction che ottengono ottimi riscontri di pubblico, come “Anni ‘50” e “Anni ‘60” ma anche “Benedetti dal Signore” (2003), film tv in quattro puntate che Ezio ha interpretato e scritto con Enzo Iacchetti e che nel 2004 ha vinto il Telegatto come miglior fiction breve, senza dimenticarci di “O la va o la spacca” (2004) e “Occhio a quei due” (2009). Come attore Greggio ha interpretato anche numerosi film ed è stato diretto dai più importanti registi della comicità italiana come Carlo Vanzina, Castellano e Pipolo, Enrico Oldoini e Neri Parenti. Ha inoltre lavorato in produzioni internazionali come autore, regista e produttore (insieme a Julie Corman) del film “The Silence of the Hams” (1993) e di “The Good Bad Guy” (1997) e come attore nei film “Dracula: Dead and Loving It” (1995) di Mel Brooks e “2001 – A Space Travesty” (2000) di Allan Goldstein, con Leslie Nielsen. Nel 1999 ha prodotto, scritto e diretto la commedia “Svitati”, recitando al fianco del grande attore Mel Brooks. Dal 2001 Ezio Greggio è presidente ed organizzatore del Monte-Carlo Film Festival “de la Comédie”, rassegna cinematografica internazionale interamente dedicata alla commedia che nel novembre 2010 ha compiuto 10 anni. Come autore ha scritto 5 libri di grande successo “In una certa manieeera”, “Presto che è tardi!”, “Chi se ne fut-fut”, “E’ lui o non è lui?”, “E su e giù e Trik e Trak”. Con le royalties dei libri ha costituito “l’Associazione Ezio Greggio per l’aiuto ai bimbi nati prematuri”, con la quale – in collaborazione con l’Associazione “Un calcio al bisogno” – in 16 anni di attività ha donato apparecchiature ai centri neonatali ad oltre 60 ospedali italiani. Nel dicembre 2005 per i 10 anni della sua associazione, è stato insignito “Neonatologo ad Honorem” dalla Soc. Italiana di Neonatologia. Gli ultimi anni si sono rivelati anni molto importanti per Ezio Greggio, in quanto pieni di soddisfazioni professionali. La svolta in un ruolo drammatico ne “Il papà di Giovanna”, film di Pupi Avati in concorso alla Mostra di Venezia del 2008, venne accolto con calorosi applausi sia da critica che pubblico. Per questo ruolo si è infatti aggiudicato,vari prestigiosi riconoscimenti cinematografici: il Nastro d’Argento del Sindacato dei Giornalisti italiani di cinema, il Globo d’Oro dell’Associazione della Stampa estera in Italia, il premio Ennio Flaiano e premio al Festival del Cinema di Taormina. Recentmente ha ricevuto il prestigioso premio culturale “Gentile da Fabriano” e il premio “Festival del cinema di Giffoni”.
Fonte: Biennale di Venezia
André Téchiné
André Téchiné
Nato nel Sud-ovest della Francia, in luoghi in cui tornerà per ambientare alcuni dei suoi film, Téchiné è uno dei maestri del cinema francese post-Nouvelle Vague. Film dopo film, ha saputo affermare tutta la propria forte autorialità, affrontando ogni storia con stile assolutamente personale. Non si è rivelato soltanto eccelso direttore di attori – e soprattutto di attrici, dal momento che ha saputo far rendere al meglio, tra le altre, interpreti del calibro di Catherine Deneuve, Isabelle Adjani, Juliette Binoche, Jeanne Moreau ed Emmanuelle Béart, ma anche appassionato e coraggioso sperimentatore. Nei suoi film ha spesso raccontato le inquietudini dei giovani ed ha saputo alternare grandi storie romantiche con racconti più intimisti, affrontando argomenti quali il rapporti familiari, la prostituzione, l’omosessualità, la delinquenza, e mettendo sempre in evidenza l’importanza dei sentimenti e delle passioni.
Dopo aver lavorato come critico cinematografico per i “Cahiers du cinéma”, inizia a cimentarsi dietro la macchina da presa lavorando come aiuto regista di Jacques Rivette, Luc Moullet, Marc’O. Negli anni ’70 si cimenta anche come attore ne La maman et la putain di Jean Eustache. Nel 1969 realizza il suo primo lungometraggio, Pauline s’en va, commovente ritratto dell’attrice Bulle Ogier. Il film uscirà nel 1975, ragione per cui Téchiné considera come suo vero esordio Souvenirs d’en France, un lungometraggio influenzato da Bertolt Brecht che gli vale gli elogi di Roland Barthes (il quale apparirà in Les Sœurs Brontë del 1979). Nel 1976 esce Barocco con Isabella Adjani, cui segue nel 1981 Hôtel des Amériques, con Patrick Dewaere e Catherine Deneuve, che da quel momento diventa una delle sue attrici-simbolo. Nel 1985, anno della definitiva consacrazione, il regista riceve a Cannes il premio per la regia con Rendez-vous, film sceneggiato da Olivier Assayas. Il cineasta mette in scena il mondo delle emozioni, delle relazioni, degli amori con una sensibilità che nel tempo si è fatta sempre meno letteraria e sempre più realista. In Niente baci sulla bocca (1991) racconta una vicenda di prostituzione, mentre la famiglia e l’amore sono al centro di Ma saison préférée (1992), presentato al Festival di Cannes nel 1993. Nel 2004 realizza I tempi che cambiano e due anni dopo Les Témoins (2006), nel quale tratta il tema dell’AIDS con grande equilibrio e sensibilità. Téchiné non disdegna poi la televisione ed è sorprendente la grazia con la quale dirige una produzione televisiva come L’età acerba (1993), storia di quattro adolescenti ambientata durante la guerra di Algeria. Una versione del film è uscita al cinema riscuotendo grande successo e vincendo tre César, tra cui quello per la regia e per la sceneggiatura. Nel 2001 ha presentato in concorso a Venezia Lontano, film girato in digitale, con cui mette in luce il talento di alcuni giovani attori tra cui Lubna Azabal, nel ruolo di una ragazza ebrea residente a Tangeri. Nel 2003 esce Les égarés, con Emmanuelle Béart e Gaspard Ulliel, che viene presentato in competizione al Festival di Cannes. Nel 2009, il regista è tornato sugli schermi con La Fille du RER, ispirato alla storia vera della ragazza che qualche anno fa si finse vittima di un attacco antisemita su una linea della RER parigina. Nel film, Catherine Deneuve recita accanto a Michel Blanc e a Emilie Dequenne. Sempre nel 2009 la Cinémathèque Française di Parigi ha dedicato a Téchiné una retrospettiva di tutti i suoi film. Nel 2011 il regista ha presentato a Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs il suo ultimo film, girato interamente a Venezia, Impardonnables con protagonista André Dussollier nei panni di Francis, scrittore affermato giunto sull’isola di S. Erasmo per dedicarsi con calma al suo prossimo romanzo.
Fonte: Biennale di Venezia
Francesco Pasinetti
Francesco Pasinetti
Nipote di Guglielmo Ciardi, uno dei grandi della pittura veneta dell’800, Francesco Pasinetti ha dedicato la breve ma intensa vita alle “nuove” immagini, quelle del XX secolo: la fotografia e il cinematografo. Laureatosi primo in Italia (1933) con una tesi nella quale la X Musa entrava a far parte del novero delle arti, ha poi ampliato e corretto lo scritto (1939), che è diventato quella “Storia dal cinema dalle origini ad oggi” che è stata la prima trattazione organica apparsa nel nostro paese. Contemporaneamente aveva cominciato anche a collaborare come critico e polemista su quotidiano e riviste, a costruire con il Cineclub prima e il Cineguf poi, opere largamente sperimentali, arrivando, nel 1934, fondata una sua casa di produzione, a girare Il canale degli angeli, il suo unico lungometraggio. Perché poi, per quanto ci abbia provato, non è riuscito a realizzare che straordinari cortometraggi. In parte dedicati alla sua Venezia (tra gli altri nel 1942 Venezia minore, La Gondola, I piccioni di Venezia e nel 1947 Piazza San Marco e Il Palazzo dei Dogi), ma anche attenti a valori sociali (Nasce una famiglia, 1943) al mondo dell’arte (I pittori impressionisti e Arte Contemporanea, alla Biennale del 1948) e all’industria (Lumiei e Piave Boite Vajont, 1947). Si è cimentato con il teatro e la lirica (lavorando con Gian Francesco Malipiero). Ma, soprattutto, dopo aver fondato con il fratello Pier Maria il trisettimanale “Il Ventuno”, ha identificato e aiutato a imporsi giovani talenti negli ambiti più diversi: Glauco Pellegrini e Michelangelo Antonioni, Pietro Ingrao e Renato Guttuso, Alida Valli e Carla del Poggio… Insomma era già un maestro conclamato quando, stabilitosi a Roma come Direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia morì stroncato da un aneurisma aortico nel 1949: non aveva ancora compiuto 38 anni. Il primo giugno u.s. a avrebbe compiuto 100 anni. Un comitato regionale inizia con la preinaugurazione della Mostra del Cinema la programmazione degli eventi che celebreranno il centenario della sua nascita.
Fonte: Biennale di Venezia