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Logistica Fashion, Bracchi investe 2 milioni negli hub del nord est

February 8, 2024 Leave a comment

Periodo di boom invernale nei trasporti fashion di Bracchi, con servizi sartoriali, consegne nelle boutique di alta montagna e negli chalet per le scuole di sci. Bracchi movimenta (e stira) milioni di capi di abbigliamento delle grandi griffe. Il ceo, Umberto Ferretti: “Settore in crescita, curiamo sartorialmente le esigenze dei clienti”. La strategia dei nuovi investimenti: hub veneti dedicati alla cosmetica e alle bollicine, con servizi ad hoc

Due milioni di euro investiti nel fashion nell’ultimo anno, un piano triennale di investimenti che supera i cinque milioni e un modello di sviluppo ben chiaro: il Veneto diventa il polo dedicato alla moda e al lifestyle di Bracchi. Questa è la strategia decisa dal management e che sarà sviluppata nel corso dei prossimi anni. L’azienda, che nel dicembre 2023 è stata acquisita dal fondo Argos Climate Action che ha posto alla presidenza del consiglio di amministrazione Paolo Scaroni, ha deciso di specializzarsi in Veneto per tutte le attività legate al mondo del lifestyle, ad esempio la cosmetica e la distribuzione delle bollicine di Prosecco. Nel corso dell’anno sono stati investiti appunto due milioni di euro in vari progetti; nuovi mezzi di trasporto, anche quelli dell’ultimo miglio, scaffali per ottimizzare i flussi di lavoro, software e processi informatici di gestione dei magazzini.  

Oggi il dipartimento Fashion di Bracchi lavora con le più note eccellenze Italiane, collezioni che devono essere tutelate dalla sicurezza alla qualità, fino alla segretezza e alla tutela della creatività. Allo stesso tempo, il modello di logistica in outsourcing che Bracchi propone garantisce indipendenza e fornisce un servizio sartoriale, capace di seguire la stagione della moda e le sue esigenze dalla fase iniziale di stiro e ricondizionamento fino alla consegna nei singoli retail a livello europeo. 

Quattro sono i poli fashion di Bracchi, i due spazi completamente dedicati al mondo fashion sono quelli di Tombolo, nel Padovano, e di Oppeano, nel Veronese. Ma ci sono anche gli hub di Castrezzato, nel Bresciano, e Bassano del Grappa, nel Vicentino, che hanno nel settore fashion e lifestyle una parte consistente delle proprie attività. 

“Le grandi griffe della moda cercano personale specializzato in attività di ricondizionamento capi e ormai la domanda è superiore all’offerta”, spiega Matteo Vaccari, Courier Business Unit Director di Bracchi. “Si avvicina la stagione invernale dove consegneremo pacchi e capi appesi direttamente sulle piste da sci. Crescente è la richiesta di consegne di capi appesi, soprattutto all’estero dove ci sono tasse per smaltimento rifiuti (in particolare il packaging connesso ai cartoni e agli imballaggi) molto alte. Il tutto viene realizzato con logiche green, dunque. Interessante in particolare l’attività svolta per gestire le consegne specializzate per i big player del settore ecommerce, in tutto sono 1.200.000 le spedizioni gestite nel corso dell’anno”.

In particolare, sono importanti le consegne nei centri storici con precisa slot oraria oltre alle consegne con sponda idraulica e facchinaggio. Particolarmente in questo periodo dell’anno, vanno citate le consegne nelle boutique di alta montagna e negli chalet per scuole sci (citiamo, tra le altre, nelle spettacolari boutique invernali di montagna Megève, Chamonix, La Vallè, Val D’Isere, Courchevel), a volte si arriva direttamente nel mezzo delle piste da sci, dove sono aperte anche delle boutique di abiti di lusso. Per quanto riguarda le location esclusive, interessanti le attività negli outlet, come a Noventa di Piave o al Mcarthurglen Douains in Francia (per quest’ultimo ad esempio, è richiesto transpallet con le “ruote bianche”, le ruote che non lasciano traccia per portare dentro le boutique e i negozi), ma ce ne sono altri: in Germania (Neumünster, metzinger, wertheim. Ingolstadt), Austria (Pandorf), Olanda (Roermond) e Svizzera (Mendrisio). Ma enorme è anche la sfida di muoversi negli aeroporti. Ad esempio, in Francia, al Charles De Gaulle servono patentino ed assicurazione idonea all’attraversamento della pista per dei carichi nei duty free. 

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Le Vigne di Zamó, tra i merlot più amati al mondo

July 30, 2022 Leave a comment

Il Merlot Vigne Cinquant’Anni 2019 Friuli Colli Orientali di Le Vigne di Zamó tra i Merlot più amati al mondo.
 

Con un punteggio di 97/100 assegnato da James Suckling, il Merlot friulano di Le Vigne di Zamò si è classificato secondo durante un’importante degustazione alla cieca che ha visto partecipe il grande critico mondiale oltre a prestigiosi enologi, esperti e giornalisti del settore.

Rosazzo (UD), 29 luglio 2022 – Tra 18 etichette – che comprendono alcuni dei migliori rossi a base di Merlot al mondo, come Petrus di Pomerol, Le Pin e L’Eglise-Clinet – la degustazione alla cieca che venerdì 15 luglio a Terranuova Bracciolini (Toscana) ha coinvolto anche il wine critic James Suckling nei locali di Here ha visto trionfare tutti vini italiani. Risultato che dimostra come l’Italia ospiti eccellenze vinicole in grado di esprimere il meglio di un vitigno internazionale tra i più noti e apprezzati al mondo. Al secondo posto della classifica con un punteggio di 97/100 da parte di Suckling, il Merlot Vigne Cinquant’Anni 2019 Friuli Colli Orientali di Le Vigne di Zamó, cantina friulana a conduzione familiare e artigianale che coltiva 43 ettari di vitigni autoctoni e internazionali, da anni attenta a una gestione sostenibile dei suoi terreni.

Il commento di James Suckling per Merlot Vigne Cinquant’Anni 2019 Friuli Colli Orientali:
Grazie ai suoi aromi di ruggine, ferro e frutta scura con spezie. Aprendosi poi, si trasforma in violette e fiori secchi. Corposo e piuttosto verticale al palato, con tensione e concentrazione. Fine e piacevole. Da bere dopo il 2026, ma già allettante

Il Merlot Vigne Cinquant’anni nasce a metà degli anni Novanta su idea dei fratelli Zamò, per dare voce a vigne antiche acquisite dalla cantina negli anni Cinquanta ed esaltandone caratteristiche uniche. È un vino dal colore rosso rubino intenso e profondo, al naso ricorda frutti rossi, cuoio, cacao, caffè e spezie; al palato è avvolgente e deciso con acidità e alcoli ben bilanciati ed integrati. Si possono percepire nette le sensazioni del ribes, della ciliegia nera, della liquirizia e del cacao; impressionanti la struttura e la persistenza. Richiede piatti dai sapori decisi come selvaggina di pelo, carni rosse alla griglia e formaggi a pasta dura invecchiati.

ALESSI I00-00I, esposizione in occasione della Milano Design Week

May 24, 2022 Leave a comment

In occasione della Milano Design Week, ti invitiamo a scoprire ALESSI I00-00I, un’esposizione che celebra i cento anni di ricerca della Fabbrica dei Sogni e racconta con un progetto inedito la nostra visione del futuro.

Milano Design Week 
07 -12 Giugno 2022
H 10 – 21

Galleria Manzoni
Via Manzoni 40
20121 Milano

Uomini in gonna… semplice comodità

August 5, 2021 Leave a comment

“Quando fa caldo, mi sento più a mio agio vestito così. Davvero, è molto più comodo” dice tranquillamente Jérôme Salomé al cronista del Parisien. E con la stessa tranquillità lui, eterosessuale e padre di due figli, gira da 14 anni per le strade di Limoges, in Alta Vienne, indossando una gonna. Non tutti i giorni, certo, “dipende dal tempo che fa”. Ma quando arriva il caldo la gonna per lui è la norma

Jérôme ha iniziato a mettersi le gonne nel 2003 e nel 2012 ha fondato anche un’associazione, Hommes en Jupe (Uomini in gonna), di cui è stato presidente per alcuni anni. “Le donne hanno combattuto a loro tempo per conquistare la libertà nell’abbigliamento ed è questo che rivendico anch’io, né più né meno. I pantaloni non hanno sesso e neppure la gonna” spiega.

L’uomo, un dipendente pubblico, ha trovato un ambiente di lavoro comprensivo e accogliente: i dirigenti non solo gli permettono di indossare la gonna anche in ufficio, tranne che per le mansioni in cui è a contatto con il pubblico, ma hanno anche approvato la sua idea di organizzare sul posto di lavoro una mostra sull’uso della gonna nella storia.

In famiglia le cose non sono andate altrettanto bene. La moglie non ha approvato per nulla le scelte di Jérôme: “Dal giorno in cui mi ha visto in gonna, non ha più osato toccarmi”. E così si sono separati. Probabilmente lei ha pensato che il marito le nascondesse di essere trangender o – seguendo un po’ i luoghi comuni – gay, quando in realtà Jérôme sostiene che si tratta di una semplice questione di gusti e di libertà, che non c’entra proprio nulla con l’identità di genere o con l’orientamento sessuale: la gonna è un semplice capo di abbigliamento, un pezzo di stoffa, perché mai dovrebbe determinare o raccontare qualcosa a proposito del nostro essere femmine o maschi, uomini o donne?

Se a qualcuno la pacata battaglia di Jérôme e degli Hommes en Jupe sembrerà assurda, forse conviene ricordare la storia dei pantaloni, per secoli vietati alle donne occidentali un po’ perché simbolo di una mascolinità fonte di un potere da cui dovevano essere escluse e un po’ perché questo capo di abbigliamento era considerato come un inno alla lussuria quando ricopriva un corpo femminile. Le donne dovevano indossare ampie gonne persino per svolgere lavori in cui questo vestito era un grosso impedimento o una fonte di pericolo (per esempio, perché poteva impigliarsi in un macchinario).

E non si parla solo di fanatici religiosi o di Medioevo: la rivoluzione francese portò una legge che proibiva alle donne di indossare pantaloni eccetto che per ragioni mediche, negli anni ’30 i calzoni erano uno dei simboli della “ambiguità sessuale” di Marlene Dietrich e ancora nel 1961 l’allora arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri, avrebbe scritto che i pantaloni femminili avrebbero condotto a “un’epoca futura di incertezza, ambiguità, imperfezione e, in una parola, mostruosità”, come riporta Isidoro D’Anna in “La via della purezza” (2016). Eppure oggi i pantaloni femminili non scandalizzano neppure i cospirazionisti anti-gender, salvo rare eccezioni.

La gonna come indumento solo femminile? Chissà, forse già tra pochi decenni questa limitazione suonerà come un concetto arcaico e assurdo, ma anche decisamente buffo, di un passato incomprensibile, mentre gli uomini avranno riscoperto le gioie delle gonne. Che in realtà hanno indossato per millenni.

di Per Cesare Notaro

Fonte: Il Grande Colibrì

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Reputation Science, mondo della moda posizioni in classifica

November 5, 2020 Leave a comment

Nel mese di ottobre i manager della moda hanno scalato la classifica Top Manager Reputation, guadagnando posizioni nel ranking, che annovera tra i top 20 classificati nomi come Giorgio ArmaniRenzo RossoRemo Ruffini e Miuccia Prada. Per i protagonisti della chart la sostenibilità si conferma sempre più un asset imprescindibile.

Nella top ten dell’Osservatorio permanente di Reputation Science sulla reputazione online dei vertici della aziende italiane, si incontra al sesto posto Giorgio Armani, seguito da Remo Ruffini, che guadagna una posizione, classificandosi nono.

Al dodicesimo si piazza Miuccia Prada, che ha presentato la primavera-estate 2021 su TikTok e che sale di nove posizioni anche grazie a diverse iniziative come l’asta di beneficenza per l’Unesco e il progetto Upcycled by Miu Miu sul riciclo di indumenti provenienti da mercatini e negozi di seconda mano.

Guadagna ben quattro posizioni, invece, Renzo Rosso, che compare al 15esimo posto. Un manager che si fa paladino della responsabilità sociale e ambientale: «L’Italia deve aspirare a diventare il Paese più sostenibile al mondo» è il punto di vista dell’imprenditore, che evidenzia gli investimenti del suo gruppo in salute.

Perde due posizioni, invece, Diego Della Valle, che incontriamo al 19esimo posto, mentre ne guadagna tre Brunello Cucinelli, 20esimo.

Niente podio per il mondo della moda: le prime tre posizioni vanno rispettivamente a Francesco StaraceJohn Elkann e Carlo Messina.c.me.

Fonte: Fashion Magazine

Marius Creati #iorestoacasa

March 23, 2020 Leave a comment

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Marius Creati #iorestoacasa

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Jean-Paul Gaultier, sfilata kolossal per l’addio alle passerelle

January 24, 2020 Leave a comment

Jean-Paul Gaultier, sfilata kolossal

Jean Paul Gaultier l’aveva annunciato sui social qualche giorno fa: «Quella del 22 gennaio sarà la mia ultima sfilata. Sarà più che altro un party con molti amici e con tanto divertimento fino a tardi».

Anche se l’ex enfant terrible della moda ha minimizzato, si è trattato in realtà di uno show kolossal, di quelli che resteranno negli annali dei cultori della moda: un evento di un’ora e mezza che ha condensato tutti i topic stilistici della sua lunga carriera, con il marinière e il look androgino, gli iconici bustier e le stringhe fetish, le piume e i pizzi da burlesque, i reggicalze e il jeans barocco, gli abiti-cintura e quelli scultura, in un crescendo virtuosistico che ha reso omaggio alla creatività audace, sempre out of the box, del designer.

Un designer autodidatta, nato nei sobborghi di Parigi, che ancora adolescente si forma alla corte di Pier Cardin, suo pigmalione, che lo assumerà come assistente. Nel 1976 Jean Paul Gaultier diventa un marchio, subito irriverente, divertente, senza freni e paure: una moda per svelare e depistare, rompere gli schemi, essere liberi. Pian piano il creativo amplia il suo raggio d’azione, fino a lanciare il beauty nel 1991, la couture nel 1997 e gli accessori nel Duemila. Risale al 2015 l’abbandono del prêt-à-porter, per dedicarsi solo all’alta moda e alla bellezza.

In passerella al Théâtre du Châtelet tantissime top, da Irina Shayk a Karlie Kloss, dalle sorelle Hadid a Joan Small, ma anche le sue muse, le icone, le amiche e gli amici, come Boy George, Amanda Lear e Dita Von Teese.

Al termine Jean Paul Gaultier, 67 anni, fa la sua ultima corsa in passerella e saluta sorridente il pubblico. Ma il suo non sarà un addio: «Siate certi che – ha rincuorato i fan – Gaultier Paris andrà avanti con un nuovo progetto di cui sono l’ideatore e che vi verrà rivelato molto presto».

a.t.

Fonte: Fashion Magazine

Ladurée, advent calendar 2019 in limited edition for Christmas

November 16, 2019 Leave a comment

Calendrier_Avent_Fermé

There are only a few short months to go until that magical time of year. Meanwhile, Ladurée presents its new advent calendar – the perfect indulgence for all ages in the final run-up. Behind each window, discover a delicious chocolate or sweet: caramels, nougats, flavoured chocolates, calissons and more… A daily treat to sweeten the lead-up to Christmas!

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Maze, weekend torinese con Fred Perry

June 5, 2019 Leave a comment

Maze5 Fred Perry

Maze sceglie Fred Perry per chiudere le sfilate del 7 giugno

Torino, Ex Borsa Valori via San Francesco da Paola 28 h. 19

Nel weekend del 7-8-9 giugno a Torino torna Maze. La manifestazione, giunta alla terza edizione, anima Piazzale Valdo Fusi e l’Ex Borsa Valori – in via San Francesco da Paola 28 – con sfilate, live performance come quella del sushi artist The Onigiri Art e la mostra fotografica di Enrico Rassu, fotografo ufficiale di musicisti quali Luchè, Ernia, Sfera Ebbasta, Tredici Pietro, i Majid Jordan, Baka di OVO Sound. Il rap è presente con Clementino, Willie Peyote e Axos e ancora ci sono contest di skate by Vans e contest di produzione musicale The Amazing Beat con due giudici d’eccezione: il ballerino e producer di fama internazionale Flockey Ocscor ed il producer Franksativa. Non mancano infine talk con figure di spicco del mondo dello streetwear, attività interattive per tutti gli appassionati e, a fine giornata, aperitivi e afterparty musicali.

FASHION

Venerdì 7 giugno Fred Perry chiude le sfilate presentando la collezione co-ed Autunno-Inverno 2019 ed ospitando l’after-show party. Giunti alla terza collaborazione con Maze, il brand britannico sceglie il Festival the Streetwear and Streetculture per raccontare la propria essenza e la propria identità. Con punto di vista estremamente originale sul panorama musicale e non, Fred Perry vanta diverse collaborazioni significative. Per Maze sceglie per la prima volta due special guest al femminile, Nabihah e Cherish Kaya, proponendo una bellezza e un’immagine non convenzionale, in pieno stile Fred Perry. Le due Dj internazionali, oltre che sfilare, si alternano nella sonorizzazione della passerella e animano anche l’official after-show party.

Tra i brand, alla terza edizione di Maze tornano a sfilare ed esporre big del calibro di Fred Perry, Kappa, Mizuno, But Not con la capsule creata con Lotto, Pop84; a loro si aggiungono giovani brand italiani come TBD, Nektaryus, Wildbandana, Italia90, accompagnati da brand europei e internazionali quali Infinite Society, Badge (Taiwan), BLSSD e Lacomedi (Dubai). Un mix esplosivo di stili, design e immaginari che si mescolano in una vetrina eclettica, dai molteplici spunti sia B2B che B2C.

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Michele Miglionico, ospite presso l’Ambasciata d’Italia a Belgrado

May 25, 2019 Leave a comment

Outfit Michele Miglionico.1

MICHELE MIGLIONICO: ALTA MODA SHOW ALL’AMBASCIATA D’ITALIA A BELGRADO

Nei saloni della residenza dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado lo stilista Michele Miglionico ospite con la sua Alta Moda per celebrare i 140 anni dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Serbia. 

L’Ambasciatore Italiano S.E. Carlo Lo Cascio e la consorte Alessandra hanno ospitato  nella splendida residenza dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado  lo stilista Michele Miglionico  che ha presentato per la prima volta in Serbia la sua collezione di Alta Moda “Madonne Lucane”.

L’evento è stato organizzato dall‘Ambasciata d’Italia a Belgrado in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, l’Ufficio ICE e l’Agenzia Fabrika, per celebrare i 140 anni dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Serbia, nonché 10 anni dell’istituzione di un partenariato strategico tra Roma e Belgrado.

Nelle sale della residenza ospiti selezionatissimi del mondo serbo dell’imprenditoria, del giornalismo, dello spettacolo insieme ad alcuni membri della diplomazia estera  hanno potuto apprezzare ventisei creazioni dello stilista Michele Miglionico della collezione di Alta Moda “Madonne Lucane” ispirate alle figure femminili della tradizione lucana e alle Madonne venerate e portate in processione in questa terra e alla sua cultura popolare. 

Le modelle durante la sfilata hanno evidenziato con il movimento degli abiti la lavorazione preziosa di pizzi, ricami e tessuti pregiati che contraddistinguono il lavoro di recupero da parte dello stilista dell’artigianato e delle figure professionali che ancora oggi sono presenti sul  territorio lucano. 

La serata è proseguita con un cocktail dinatoire dove i selezionatissimi ospiti hanno potuto degustare i piatti tipici della cucina italiana abbinati a vini e passiti italiani.

Ospiti all’evento:

Presenti all’evento l’Ambasciatore americano in Serbia S.E. Kyle Scott e consorte oltre agli Ambasciatori del Brasile, Egitto, Romania, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Repubblica Ceca, Albania, Svezia, Corea, Grecia, Ucraina, UN, OSCE. 

Sono intervenuti, inoltre, Radmila Hrustanovic ex Sindaco della città di Belgrado e Ambasciatrice della Repubblica Serba in Slovacchia Jadranka Jovanovic cantante lirica, primadonna dell’Opera nel Teatro Nazionale di Belgrado e deputata del Parlamento Serbo, Maja Piscevic scrittrice,  Suzana Mancic, attrice, cantante e conduttrice televisiva serba, Vjera Mujovic attrice serba e Vesna Mandic direttrice dell’agenzia di moda Fabrika.

In tale occasione  Mrs Alessandra Lo Cascio consorte dell’Ambasciatore italiano e Mrs Vesna Mandic responsabile Agenzia Fabrika hanno scelto di indossare un abito di Alta Moda Michele Miglionico

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