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Ras-el-hanout, la testa del droghiere
Il Raz-el-hanout è un mix di spezie tipiche dell’Oriente, originario del Marocco. Questa miscela è tradizionalmente composta da una ventina di spezie ma può’ arrivare, secondo della drogheria dove la si cerca, anche a 50 tipi di spezie diverse, perfettamente amalgamate tra di loro. Si trovano anche dei mix di Raz-el-hanout semplificati, contententi meno di dieci spezie, frequenti nella grande distribuzione. Se i mix cambiano, certe spezie sono imprescindibili: la cannella, il ginger, il coriandolo, il cardamomo, la noce moscata, il pepe nero e la curcuma. Il Raz-el-hanout può anche contenere dei fiori secchi, come i boccioli di rosa, fiori del pepe, del chiodo di garofano e del cumino. Raz-el-hanout significa “la testa del droghiere”, ed è prodotto con le migliore spezie del negozio. In effetti il mélange di spezie è unico e strettamente legato al mercante che puo’ adattare il Ras-el-hanout alle diverse richieste, come ad esempio escludere o inserire nuovi aromi. Il Ras-el-hanout varia da regione a regione e in alcuni casi dalla città alla campagna ma la tradizione vuole che ogni mélange contenga una spezia afrodisiaca. È usato nella cucina tradizionale marocchina quotidianamente, per donare un sapore e un aroma unico a tutti i piatti che vengono cucinati e un vecchio detto marocchino recita: “Il ras-el-hanout è usato dalle donne che non sanno cucinare e diventano così delle ottime cuoche”. Una varietà è disponibile per tutti i piatti a base di pesce. Nei souks di Marrakech, precisamente nella Place des Èpices, diversi “droghieri” mettono a disposizione la loro sapienza nel prepare questa miscela che trasforma tutti i piatti, anche i più mediocri, in prelibatezze. Provatelo su delle semplici uova al tegamino, in sostituzione del sale, non potrete più farne a meno.
Fonte: My Amazighen
Marocco, turismo alle stelle
L’attività turistica ha iniziato l’anno 2011 con delle performances eccezionali. Questa evoluzione si è accentuata in un contesto segnato dalle forti tensioni politiche che cavalcano il mondo arabo e l’Africa del nord in particolare (Tunisa, Egitto, Libia, Yemen, Baharain ecc..).In primis, la rivoluzione dei Gelsomini in Tunisia, seguita da quella egiziana e a seguire tutte le manifestazioni nel mondo arabo, non hanno avuto incidenze sugli arrivi dei turisti con destinazione Marocco. Un indicatore che spiega bene la percezione positiva dei turisti e dei tour operators sul Marocco. Questa tendenza positiva è ancora valida per il mese di febbraio anche se il test si avrà per le prenotazioni di Pasqua. Gennaio ha visto un incremento di turisti del 15% rispetto allo stesso mese del 2010 e un incremento del 19% sulle notti occupate. Agadir si è accaparrata il 30% del totale con oltre 1.000 notti addizionali (+35%). Il trend è continuato su Marrakech (+12%), Casablanca (+13%), Rabat (+15%) e Ouarzazate (+11%). Incrementi meno importanti si sono avuti a Fés e a Tangeri con rispettivamente un +4 e un +7%. In media, il tasso di occupazione delle camere si è situato ointorno al 39% nel mese di gennaio. Come paesi emettitori la sorpresa è l’Italia che ha contribuito al full degli Hotels (39%), seguito dalla Germania (25%), i francesi con il 25% e il resto agli spagnoli, in ultima posizione. Per il primo mese dell’anno qualcosa come 1,06 milioni di passeggeri internazionali hanno transitato negli aereoporti marocchini e di questi più della metà all’aereoporto Mohammed V di Casablanca; segue Marrakech e Agadir. Sul fatturato, mese di gennaio parlando, si è visto un incremento del 9,3%, che da 3,5 miliardi di Dh nel gennaio 2010 si è portato a 3,8 miliardi nel 2011. Sul fronte tunisino, diretto concorrente del Marocco, da segnalare la bella idea relativa al marketing per rilanciare l’attività turistica del paese scosso dalle turbolenze politiche dei mesi scorsi. Gli slogan principali del 2011 sono : “Venite ad investire in un paese 100% democratico !” e ”Venite a sentire il profumo di gelsomino“. Originali i tunisini!
Fonte: My Amazighen
Marocco, libertà di stampa e governance
Fonte: My Amazighen
Marocco, welcome to Ouallywood!
Una luce straordinaria, paesaggi diversificati, tariffe competitive…Ouarzazate seduce sempre più i professionisti della settima arte. In certi periodi dell’anno è sufficiente passeggiare per le vie della città per capire cosa si sta girando. Qualche tempo fa si incontravano, cosa inabituale, tantissimi barbuti, che erano figuranti per un film che si svolgeva in Afganistan. Qui, gli abitanti vivono al ritmo del cinema e la città è in fermento per una mega-produzione che partirà nel mese di marzo, il sequel di “Alien“ con la regia di Ridley Scoot, che dopo aver girato qui “Il Gladiatore” nel 2000 è diventato un habitué del Marocco, creandosi la fama di regista che paga bene i figuranti e i primis per la sua gentilezza. Gli ingressi economici dei films sono diventate delle risorse essenziali non solo per la capitale del cinema del sud marocchino, Ouallywood, cosi’ battezzata recentemente dal Financial Time, ma per tutto il reame nel suo insieme. Uno dei più grandi studios di Ouarazazate non si è dato per vinto davanti alla recente crisi economica mondiale e ha sfoderato la sua professionalità diventanto in assoluto il più grande studio open air del mondo. Situato tra la città, arrivando da Marrakech, e tra la strada delle Kasbah, lo studio CLA è uno dei più recenti; propone dal 2005 due plateaux, i più importanti d’Africa, che permettono anche riprese in interni. In questa struttura sono presenti scenografie impressionanti, tra cui un bacino d’acqua che permette di simulare scene in alto mare, vestigia delle riprese di un remake di Ben-Hur per la televisione. Creato nel 1985 possiede da numerosi anni un allure spettacolare. Si entra attraverso una muraglia che ricorda quella di Marrakech e ci si trova al cospetto di enormi statue egiziane incrostate. Servirono alla scenografia di Missione Cleopatra, il grande successo della serie Asterix, girato a Ouarzazate nel 2001. All’interno, si puo’ visitare un quartiere di Gerusalemme (resti delle scenografie di Kingdom of Heaven, di Ridley Scott), un tempio tibetano (utilizzato per le scene di Kundun, di Martin Scorzese) o ancora alcune costruzioni romane (per telefilms italiani). Questi elementi di decoro impressionanti sono inseriti in 160 ettari di terreno semi-desertico che possiede lo studio da molto tempo. La quasi inesistenza di pioggia permette di conservare i più spettacolari mentre gli altri vengono distrutti dopo le riprese. Le autorità comunque intendono proseguire sulla strada della sinergia tra cinema e turismo con la manifestazione Moviemed, una serie incontri per attirare visitatori avidi di ritrovare dal vivo le scenografie dei films celebri che amano. Un museo del cinema colmo di vestigia e di materiali di ogni epoca è stato recentemente aperto nel cuore della città per offrire una retrospettiva importante di tutti films che sono stati girati nella Hollywood del Marocco. Ouarzazate, che letteralmente significa ”senza rumore” in berbero (da qualche tempo è anche chiamata ”silenzio, si gira !“) aumenta di anno in anno la sua vocazione di città internazionale del cinema, grazie a una serie di fattori quali la luce, spazi immensi e paesaggi diversificati con, il deserto dietro l’angolo (deserto di pietra,hammada), e poco più lontano il deserto di dune , e ancora lo sfondo di montagne innevate e edifici spettacolari come il celeberrimo Aït Benhaddou, ksar fortificato medioevale, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Ma oltre a questi capolavori della natura sono le ”risorse umane“” competenti e sempre disponibili, come alcun artigiani locali abituati a costruire scenografie e costumi. Molti i tecnici preparati del cinema diventati ancor più professionali, e grazie alla composizione multietnica della popolazione, figuranti in numero illimitato capaci di incarnare uomini e donne di origini diverse e di tutte le epoche. Un accenno anche al sostegno dello stato, che facilita a livello burocratico i lavori e garantisce una libertà di creazione, pensiamo a Sex and the City 2 censurato a Abou Dabi e girato poi nelle sue scene più bollenti in Marocco. E last but no least, delle tariffe molto attrattive; il costo delle riprese scende di molti punti percentuale rispetto all’Europa, sino al 40% meno e oltre il 60% rispetto agli USA. E i risultati di queste politiche sono evidenti: secondo M.me Saloua Zouiten del Centro cinematografico marocchino (CCM), il Marocco ha accolto tra il 2006 e il 2010 le riprese di 140 produzioni per un investimento di 250 milioni di euro, con una media di 50 milioni annui. L’indotto ha di fatto creato diverse società con sede a Casablanca, Marrakech, Tangeri e Ouarzazate che organizzano e propongono i loro servizi alle società di produzione americane o europee.
Fonte: My Amazighen
Donne manager in Marocco
Quale posto per le donne nella funzione pubblica marocchina? Per rispondere a questa domanda, il Ministero della Modernizzazione del settore pubblico ha realizzato uno studio presentato ieri a Rabat. Le principali conclusioni sono che malgrado i numerosi sforzi di istituzionalizzare l’uguaglianza dei generi, il tasso di femminilizzazione è basso. Senza dimenticare alcune discriminazioni che persistono principalmente in posti di rilievo. Nel quadro della Giornata Mondiale della Donna, il Ministero ha organizzato ieri una giornata di studi dal titolo: “La partecipazione delle donne nelle decisioni delle amministrazioni pubbliche, leva fondamentale delle riforme e della modernizzazione”. Kaoutar Mdaghri Alaoui, capo della divisione dell’Osservatorio dell’impiego pubblico, ha presentato uno studioconsacrato allo spazio della donna nella funzione pubblica. Da questo studio si evince che tra il 2005 e il 2009, l’evoluzione del tasso di femminilizzazione dell’amministrazione pubblica e delle collettività locali, è passato dal 23,8% al 26%, con un aumento appena del 2%. In quattro anni. Negli ambienti rurali questo tasso è più basso: 10,6 contro il 27,4 degli ambienti urbani. Nei differenti dipartimenti ministeriali dove la proporzione globale del personale femminile è del 37%, risulta che in alcuni ambiti il personale femminile e superiore a quello maschile. E’ il caso del Dipartimento della Salute (53,8%) e dello Sviluppo Sociale (52,7%). In queste categorie, la Direzione Generale della Protezione Civile e laDirezione Generale della Sicurezza Nazionale, i dati peggiori: nel primo le donne sono appena il 4%della forza lavoro e nel secondo caso si arriva al 6%. Le donne con livello di quadro sono al 56,34% sul totale delle donne funzionario. Per quanto concerne i posti di alta responsabilità, le donne restano ancora poco rappresentate. Nell’amministrazione centrale, solo il 7,41% di loro sono state assunte nel 2009; un posto di segretaria generale e nessuna occupa quella di direttore generale. Negli annali si trovano numerose donne funzionarie con il titolo di “capo dei servizi” o di “direttore”. Con un tasso di femminilizzazione nella funzione pubblica del 40,77%, la regione della Grande- Casablanca e la più rosa, davanti a Rabat-Salè-Zemmour-Zaër (40,65%) e Doukkala-Abda (38,89%). Nella parte bassa troviamo le regioni di Guelmin-Smara (21,9%) e Boujdour-Sakia El Hamra (19,8%). Per quanto concerne lo status matrimoniale delle donne funzionario, quelle sposate sono la maggioranza (57,42%), seguite dalle single al 38,51%. Infine, il 60% delle donne funzionario hanno un età media oltre i 41 anni e il 30% di loro è sotto i 36 anni. Per spronare i diversi dipartimenti ministeriali a scendere in campo con delle misure che diano luogo ad una presa di coscienza nell’uguaglianza dei sessi, il Ministero della Modernizzazione dei settori pubblici ha creato un Comitato di Concertazione Interministeriale (CCI), costituito per ora da 15 dipartimenti ministeriali. L’obiettivo primario sarà quello di promuovere una cultura di equità e di uguaglianza nella funzione pubblica, vegliare sulla integrazione dell’uguaglianza dei sessi nei programmi e nei progetti di modernizzazione della funzione pubblica, principalmente quella relativa alla gestione delle risorse umane. Un bel regalo per l’8 marzo alle donne marocchine!
Fonte: My Amazighen
I Tour Operators scelgono il Marocco
In ragione della situazione socio-politica della Tunisia e dell’Egitto, i tours operators francesi rafforzano i voli per destinazioni come le Canarie, la Repubblica domenicana o ancora il Marocco. Dalla metà di gennaio, i voli con destinazione Tunisia sono sospesi e da venerdi’ scorso anche quelli sull’Egitto. Tours operators importanti come Marmara e Look Voyage pongono il Marocco in piano piano, per destinazioni come Marrakech e Agadir. Questi agenti dovranno tenere testa ad una affluenza di turisti che dovevano inizialmente recarsi in Egitto e in Tunisa. Il Reame è un mercato appetibile per i turisti che non possono partire per altre terre esotiche e anche per chi aveva scelto la Tunisia, in primis per il suo rapporto qualità-prezzo, la soluzione ottimale è quella di optare per il Marocco, grazie anche alla sua stabilità socio-politica e per l’attuale clima primaverile.
Fonte: My Amazighen
Oukaïmeden, una sciata in jellaba…
Una bella settimana bianca a Marrakech? Perchè no ! A soli 75 km dalla Villa Rouge è possibile sciare in tutta tranquillità, lontani dagli standard europei, certo, ma con il vantaggio della discreta affluenza di pubblico e l’autenticità dei luoghi. Il Marocco si sa è il paese dei contrasti e dei paradossi e, come scrisse il giornalista Marcel Carpozen in uno dei suoi articoli consacrati alle stazioni di ski e agli sport invernali, negli anni ’50, mai parole furono cosi’ appropriate: “E’ difficile per le persone d’oltre mare immaginare di sciare in Marocco, Paese del sole“. Difficile ma provateci! La storia della stazione sciistica dell’Oukaïmeden inizia nel lontano 1936, quando il CAF (Club Alpino Francese) costrui’ il primo modesto rifugio, che permise una frequentazione più regolare del sito e l’organizzazione dei primi corsi di sci. Nel 1938 venne impiantato il centro militare e, nel 1941, uno chalet più spazioso gestito sempre dal CAF. I Campionati di sci del Marocco furono organizzati per la prima volta all’Oukaïmeden nel febbraio 1942. Nel 1948 la prima strada carrozzabile che partiva da Marrakech via Tahannaoute e Sidi Farès, venne aperta e cinque anni dopo due Hotels e una trentina di chalet privati furono costruiti. Nel contempo alcune strade interne alla valle vennero progettate con gli scavi e il passaggio dell’acqua e l’elettricità e, le prime due seggiovie; la prima chiamata del “Chouka” ( lunghezza di 1100 mt con un dislivello di 380 mt) e quella “Media” ( lunghezza di 297 mt con un dislivello di 78 mt). Con queste due opere furono costruiti due trampolini di salto. Nel 1963 la stazione dell’Oukaïmeden si doto’ di una seggiovia lunga 1960 mt con un dislivello di 620 mt, capace di trasportare 600 persone all’ora e nel contempo vennero intrapresi numerosi lavori di consolidamento e un nuovo centro nazionale di elettricità che, incoraggio’ la costruzione immobiliare e la frequentazione turistica. Nel 1965 la nuova strada d’accesso dalla valle di Ourika venne inaugurata e permise di raggiungere facilmente la stazione che venne dotata di altre due seggiovie supplementari nel 1967 e di un segnale telefonico automatico. Nel 1992, la cima dell’Oukaïmeden venne dotata di un teleski con uno chalet ristorante e una serie di tavole di orientamento. Le piste dell’Oukaïmeden oggi coprono una superficie di 300 ettari concentrate sul fianco nord della montagna, situate tra i 2620 e 3270 mt di altitudine. Gli impianti sono praticabili da metà dicembre sino al fine marzo ma è bene informarsi prima dello stato di innevamento della montagna, non sempre garantito. Il 75% delle piste hanno grandi difficoltà tecniche, quindi sono indirizzate esclusivamente a ottimi sciatori; il resto è dedicato ai principianti e agli sciatori di media capacità. Quest’anno più di 2000 giornalisti provenienti da tutto il mondo si daranno appuntamento sulle cime dell’Oukaïmeden, grazie all’iniziativa dello Ski Club Internazionale dei Giornalisti (SCIJ). L’edizione sarà organizzata congiuntamente dal Marocco e dal Belgio. Secondo gli organizzatori dell’evento, la scelta del Marocco si giustifica per la vicinanza geografica con l’Europa ma anche per la sua stabilità politica e per la sua sicurezza. Il vice-presidente del SCIJ ha spiegato che le montagne marocchine sono ancora poco conosciute in Europa e che la scelta dell’Oukaimeden trova ugualmente il suo fondamento nelle caratteristiche tecniche, infrastrutturali e logistiche della stazione ( un ora da Marrakech).
Ovviamente le piste e le risalite non sono ancora numerose, idem per i cannoni sparaneve che saranno a presto sistemati lungo le piste e la città di Marrakech ha garantito il suo sostegno economico per attuare il progetto del SCIJ. La cosa più importante da sottolineare credo sia il contrasto totale di una città come Marrakech, esotica e calda, e la possibilità di sciare a un ora di auto. Per chi cerca luoghi “Fashion”, l’Oukaïmeden non è il posto giusto; S.Moritz, Cortina o il Sestriere non hanno nulla da condividere con questi luoghi. Qui la natura regna sovrana e si possono scoprire villaggi di terra innevati, gente umile che vive con poco, panorami mozzafiato e cordialità. Alle partenze degli skilift ci sono i muli, bardati alla berbera, e con pochi dh potrete farvi trasportare sulle piste, rivivendo tempi passati e lontani, tempi carichi di atmosfera e serenità dove il legame con la natura era forte e coinvolgente. Proprio come oggi sull’ Oukaïmeden e non si sà sino a quando. In seguito ad una convenzione firmata tra gli Emirati Arabi e il Governo marocchino il 29 marzo 2006, a Casablanca, un grande progetto è in fase di sviluppo, con un investimento di 1,4 miliardi di dollari (avete letto bene!); 11 Hotels e un campo da golf 18 buche che verrà qualificato come il più alto campo da golf esistente. Quando questo progetto verrà alla luce tutto cambierà, anche i prezzi. Attualmente l’ingresso alla stazione costa 10 dh ( meno di un euro), il semigiornaliero per gli impianti costa 30 dh (meno di 3 euro), il parking auto giornaliero costa circa 3 dh ( meno di 30 centesimi di euro) e un buon pasto a base di tajine costa 50 dh (meno di 5 euro). Speriamo almeno che questo progetto abbia tenuto conto di tutti gli aspetti per una buona gestione sociale e ecologica.
Fonte: My Amazighen


























