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O.X.S., anteprima collezione estate 2013
“Il suono bianco, in acustica, è un suono contenente tutte le frequenze udibili e viene chiamato “bianco” per analogia con il colore che contiene tutte le frequenze visibili”. O.X.S., come di consueto, prende spunto dalla musica e da quello che solitamente circonda la nostra vita in tutta la sua realtà. La collezione O.X.S. PE 2013 si sviluppa su diversi temi in termini strutturali, ma il bianco, evidentemente, domina la scena.
Il contesto è quello di sempre: strutture piuttosto aggressive, forme allungate e leggermente più affusolate; i colori sono polverosi – come una timida impressione d’estate – l’incertezza si trasforma in sicurezza quando materiali pregiati, trattati manualmente, prendono vita: aniline colorate e spugne usurate accarezzano i nostri “oggetti” rendendoli unici.
Mani consumate dal lavoro offrono la conoscenza a una realtà di prodotti autentici e veri, apparentemente estinta, ma assolutamente prolifera nel brand. O.X.S., un brand storico che, per devozione, difende il know how italiano e che non sceglie di difendersi, ma di dichiararsi.
Suole in cuoio “burattate” e pelli di cavallo per la parte più ”artigianale”; fondi di Xl e reti cotone/nylon per la parte più sportiva… materiali laminati e tinti in capo, le sfumature hanno il proprio ruolo, quelle “bave” che sembrano disattenzioni diventano pregi non riproducibili.
Fonte: BlogModa
O.X.S., autunno inverno 2011/12 come omaggio alla Divina Commedia
Come nella precedente stagione, anche per l’A/I 2011/12, O.X.S. rende omaggio alla più grande opera letteraria italiana, interpretando la II° Cantica della Divina Commedia.
Se nella passata campagna, avevamo lasciato il nostro Dante che chiude gli occhi stremato dopo aver conosciuto, girone dopo girone, tutte le umane miserie, ora lo ritroviamo ai piedi della montagna del Purgatorio, pronto ad affrontare un nuovo lungo viaggio, che rappresenterà un excursus di tutti i peccati capitali propri del genere umano.
E’ una figura sofferente, quella che ci troviamo di fronte, perché ad ogni tappa del suo cammino deve provare sulla propria pelle il profondo dolore e la sofferenza che ogni peccato porta con se. Questa volta però, accanto alla pena c’è anche la speranza, perché alla fine del tortuoso percorso ci sarà finalmente la salvezza, simboleggiata dall’angelo coperto di veli bianchi, emblema di purificazione ed espiazione.
Ed è proprio qui che sta il messaggio più bello dell’opera dantesca che ci sentiamo di condividere: la strada da percorrere può essere dura, si possono incontrare ostacoli frutto di errori passati, ma mai arrendersi perché sforzandosi si possono superare tutte le difficoltà e alla fine risorgere.
Unica particolarità rispetto al testo originale, la scelta di dare al nostro Dante un doppio volto, maschile e femminile, perché il percorso interiore descritto nella Divina Commedia nel medioevo, che porta dalla “selva oscura” al Paradiso è attuale, oggi come ieri e può riguardare qualsiasi essere umano, uomo o donna che sia.
Fonte: BlogModa




















