Jayne Mansfield, corsa folle nella Hollywood maledetta
La corsa folle di una bellissima contro il tempo e il dolore della vita può apparirci come misterica. Questa bionda incredibilmente Hollywoodiana morì completamente sfigurata. Da allora, i camionisti americani hanno l’obbligo di collocare sotto il telaio una sbarra d’acciaio antincastro, che chiamano Mansfield Bar. La morte di Jayne Mansfield è servita a salvare altre persone sicuramente. Della Mansfied Bar beneficiano altri, forse meno vistosi o meno intelligenti, meno intraprendenti e sicuramente meno sovraesposti che si accontentano di una villetta e di un pomeriggio al centro commerciale ma che sognano Hollywood. L’infernale e divertente insieme Valle delle bambole dove Jayne la conoscevano e oggi la ricordano tutti.
In un afoso giugno del 1967, un trattore stava viaggiando per le campagne intorno a New Orleans spruzzando pesticida. Il vapore derivato dal pesticida che irrorava avvolse la strada con una fuoriuscita di fumo. Il fumo nero avvolse tutto nel suo senso più simbolico. Un camion con rimorchio, che spuntò oltre la curva, e sprofondò in quella nebbia scura e dovette inchiodare violentemente per fermarsi. Sopraggiungeva ad alta velocità un’auto, che non potè frenare. L’urto violento della macchina, una Buick blu, fece si che il veicolo si infilò sotto il rimorchio e si aprì come una scatola.
Nella autovettura erano stipati tre adulti e tre bambini. I bambini sopravvissero, anche se feriti. I grandi perirono. Morì l’autista, morì un avvocato e morì una giovane donna molto vistosa e ossigenata. Aveva 34 anni. E il suo nome era: Jayne… Jayne Mansfield. Un’icona. Una sex bomb incontrollabile.
Jayne era bionda platino, labbra carnose , grandi occhi da cerbiatta, naso cesellato. Aveva un corpo invitante e paradossale , con un giropetto di oltre 100 centimetri e un vitino incredibilmente sottile. Forse poteva aver dato fastidio alla carriera alla più minuta collega Marilyn negli anni Cinquanta, ma la rivale leggenda la Monroe, era morta nel 1962 a 36 anni. Jayne ormai era solo una fotocopia involgarita e inquietante. La carriera partì promettente con delle partecipazioni cinematografica di tutto rilievo, accanto a Dean Martin, Cary Grant ,Tony Randall per poi passare rapidamente alla serie B persino accanto a Franchi e Ingrassia in Italia. Jayne era ribelle con i produttori: aveva una personalità supponente, beveva, forse si drogava, collezionava uomini(ebbe cinque figli da tre uomini diversi). All’epoca del vedo e non vedo si spogliava in pubblico e sui giornali. Era una mina vagante, ma il mondo Hollywood era un mondo estremamente puritano almeno di facciata. La emarginarono. Era famosissima per il nudo, per la somiglianza con Marilyn e per gli scandali dunque finì per girare film solo serie B o perfino a esibirsi nei night di provincia ,in stato confusionale.
Jayne fin da piccola voleva fare l’attrice, diventare qualcuno, come milioni di americane della sua epoca e non. Era intelligente, colta, suonava il violino, il pianoforte e parlava cinque lingue, ma puntò unicamente e prepotentemente sulle doti esteriori. La finta bionda platino svampita e osè, poté comprarsi una villa rosa super kistch con 40 stanze e una piscina a forma di cuore a Beverly Hills. La sua vita fu un girotondo di uomini e di chihuahua che teneva sempre nel suo prosperoso grembo.
L’oca giuliva platino che pareva un fumetto aveva un quoziente di intelligenza di 162. Il boccone amaro da trangugiare insieme all’alcool era accettare l’emarginazione a Hollywood e forse che gli uomini la apprezzassero solo per le sue avvolgenti curve. Cadde sempre più in basso. Jayne negli ultimi tempi viveva con Sam Brody, l’avvocato che per lei aveva lasciato una moglie due figli, per loro fu l’ultima spiaggia. Ubriachi e sotto Lsd, avevano un rapporto violento tanto che lei era piena di lividi sotto strati spessi di cerone. Lui aveva il problema del gioco e voleva i soldi che lei guadagnava. Jayne veniva considerata persona sgradita ai festival del cinema, e nelle feste Hollywoodiane era troppo sexy e ormai spudorata, e beveva troppo, oltre a far uso di LSD. I due amanti sbandati, per macabra ironia della sorte iniziarono addirittura a frequentare un guru satanista del giro di Charles Manson (arrestato e condannato autore della strage che costò la vita nel 1969 Sharon Tate, giovane e bellissima moglie di Roman Polanski).
La bionda platino è l’America stessa , è la luce di un faro
valorizza una chioma ossigenata; non importa cosa si stia
costruendo o decostruendo sotto, la luce delle stelle porta
denaro ai botteghini, è un prodotto.
Si dice che alla Kim Novak in una delle tanti liti alla Columbia dissero “sei solo un pezzo di carne, devi solo sostituire quell’altra, che tra pillole e alcool tirerà le cuoia presto”.
a cura di Antonello Altamura
Fonte: MondoRaro