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Intervista di Viviana Musumeci a Patrizia Bambi
Molto si è ormai detto di Patrizia Bambi, fondatrice, insieme al marito Claudio Orrea, del marchio Patrizia Pepe – il brand, in un certo senso, è l’alter ego della sua creatrice -. Da quando qualche stagione fa il marchio si lanciò in una comunicazione d’impatto dove una modella aveva il viso coperto e il claim chiedeva Who is Patrizia? – come a dire che tutte le donne sono un po’ Patrizia -, Patrizia Bambi, schiva per natura e concentrata sempre sul suo lavoro di imprenditrice e designer, ha rilasciato qualche intervista in più.
Viviana Musumeci l’ha incontrata nel suo quartier generale a Milano dietro la Stazione Centrale durante la Fashion Week milanese per parlare della sua nuova collezione e di altro
V.M.: A cosa si ispira la collezione attualmente in presentazione?
P.B.: La donna moderna che lavora e che deve essere pratica, perché ha mille impegni, ma al contempo vestita in maniera femminile e glam, è da sempre il fil rouge di ogni collezione. Questa, in particolare, ”Melody Rebel”, lo è ancor di più e si ispira in un certo senso agli anni 80. Non solo: la collezione è iper colorata perché è un messaggio che volevo mandare in questo periodo difficile in cui sembra, comunque, che molti soffino pessimismo che appesantisce ulteriormente il clima. Ho pensato alle stampe hawaiane ispirandomi ai writer metropolitani, visto che loro per primi sono dei ribelli che si esprimono attraverso la loro arte. E’ vero, la situazione è complessa, ma ci vuole anche tanta grinta.
V.M.: Quando lavora a una nuova collezione, so che si ispira a una canzone. Quale ha influenzato la creazione della collezione s/s 2013?
P.B.: In realtà non parlerei di una sola canzone. Io amo molto ascoltare la musica, soprattutto quella rock quando creo, E’ il genere di ritmo che mi ispira atmosfere glamour che poi traduco in abiti. Per questa collezione mi sono ispirata alla musica degli anni 80 e se fosse una compilation sarebbe composta solo da cantanti donne.
V.M.: Quali sono i suoi cantanti preferiti?
P.B.: Dei gruppi attuali mi piaccono molto i Kasabian o i Linking Park. Del passato amo molto i Cure e David Bowie. Quest’ultimo è il cantante a cui mi ispiro quando devo realizzare la collezione maschile. Bowie è un’icona degli anni 80 e mi dà la giusta ispirazione quando creo per la linea maschile. E’ glam rock.
V.M.: E’ un periodo indubbiamente difficile che coinciderà, il prossimo anno, con l’anniversario della vostra nascita -1993 -. Che cosa ricorda di quel periodo?
P.B.: E’ stato l’inizio di un’avventura. All’epoca ricordo che la nostra città, Prato, ci ha sostenuto moltissimo. Qualcuno ci ha persino regalato metri e metri di stoffa scommettendo su Claudio e su di me.
V.M.: A proposito di Prato, come considera Firenze?
P.B.: La mia città è e sarà sempre Prato, tuttavia Firenze è la mia seconda città del cuore, non solo per la vicinanza con Prato, ma anche perché è una città d’arte bellissima che mi ispira moltissimo. Il connubio tra Prato e Firenze è fortissimo.
V.M.: Da imprenditrice cosa consiglierebbe oggi a un giovane?
P.B.: Di focalizzarsi su un progetto e portarlo avanti a ogni costo senza arrendersi mai. Bisogna avere consistenza.
V.M.: A quali progetti state lavorando?
P.B.: E’ nostra intenzione realizzare nuove aperture per il marchio Loiza. Stiamo lavorando anche su Cina e Russia per allargare la nostra presenza con Patrizia Pepe. Inoltre, stiamo iniziando a fare un pensiero sull’ipotesi di portare in house sia la linea di intimo sia quella di beachwear che finora sono state realizzate su licenza. E poi lavoreremo molto sugli accessori – borse e scarpe -.
V.M.: La vostra è un’azienda familiare. Cosa significa lavorare a stretto contatto con suo marito? Vi capita di litigare sul lavoro?
P.B.: Premesso che non portiamo mai a casa “il lavoro” e questo, probabilmente ha preservato il nostro rapporto negli anni, ovviamente, anche se abbiamo ruoli ben distinti, ci capita di avere delle posizioni diverse su alcune materie e, sì, ammetto che qualche volta ci capita di discutere. Ma, come dicevo, la divisione dei ruoli aiuta molto.
Fonte: VM-Mag




















