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Yayoi Kusama e Louis Vuitton, adorabile capsule collection 2012
Se in questo mondo c’è una regina indiscussa dei pois, sono io. No, non è vero, è senza alcun dubbio l’artista giapponese Yayoi Kusama: poliedrica, eccentrica ma soprattutto fissata con i pois, tanto da averli dipinti sui corpi nudi di alcuni protagonisti viventi delle sue opere. Gli anni ’70, sexy e provocatori, sono finiti da tempo ma da anni questa artista si è imposta come designer in casa Louis Vuitton: la collaborazione per il 2012 non prevede solo borse, ma una linea completa di abiti, ma soprattutto di scarpe.
Immancabili i pois, evidenti protagonisti su decolletè con tacco alto e grosso, flats aperte in punta con cinturino alla caviglia e ballerine dall’aspetto infantile.
A conquistare sono le più classiche decolletè, con il loro stile cartoon sempre in voga, “so Vuitton” grazie alla punta tonda bon ton, al tacco alto e grosso e al fiocco piatto, ma anche very Kusama, con i pois e le stampe di ispirazione nipponica che celano con discrezione i loghi LV.
Una collaborazione che forse non brilla per originalità, ma che non risulta poco meritevole di attenzione, complice il binomio “moda+arte” che rende tutto più magico e irraggiungibile.
Fonte: Shoeplay
Louis Vuitton, capsule collection in collaborazione con Yayoi Kusama
L’incontro tra Kusama e la maison francese, diretta da Marc Jacobs, risale al 2006 a Tokyo quando Kusama customizzò una borsa, la Louis Vuitton Ellipse Bag, proprio con i suoi famosi pois.
Il 10 luglio, in concomitanza con l’apertura di una retrospettiva su Kusama al Whitney Museum di New York, verrà presentata a Parigi questa capsule, i cui capi spaziano dai trench fino alle collane pendenti e ai pigiami di seta: la linea sarà in ben 461 negozi del marchio fin dal giorno successivo.
Una seconda parte della collezione – personalizzata da un altro motivo iconico di Kusama – verrà poi presentata a ottobre 2012.
Louis Vuitton non è nuovo a collaborazioni con il mondo dell’arte: ha infatti già all’attivo partnership creative con Takashi Murakami e Richard Prince.
Fonte: Vogue.it




















