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Tangeri, viaggio tra mondi paralleli

March 27, 2012 Leave a comment

Il portiere mi apre la reception e rimane un poco interdetto. Conosceva vagamente William Burroughs di nome e non comprende il mio interesse per la camera n.9 dove visse e scrisse Il pasto nudo. Una camera banale, un lavabo, un letto, un armadio e diversi buchi nel muro per ricordare che lo scrittore americano era un adepto del tiro con la pistola. Dalla finestra si vede il mare e l’ avenue d’Espagne, la Promenade des Anglais di Tangeri. L’Hôtel El Muniria o Villa Delirium, come lo chiamavano i beatniks che lo avevano eletto a loro rifugio, non figura nelle guide come luogo indimenticabile del turismo letterario a Tangeri. Tangeri, luogo di appuntamenti per gli scrittori della beat generation, venuti qui a respirare boccate di libertà, di haschic o di oppio. Jack Kerouak e Allen Ginsberg hanno camminato nella medina gustando forse hamburgher insaporiti di kif, si sono riempiti di pasticcini al miele e hanno tirato tardi nei caffè del Petit Socco (piccolo mercato). “E’ uno dei rari posti nel mondo dove si puo’ fare quello che si vuole” proclamava Burroughs. A Tangeri, ci si arriva  per una storia d’amore, per un rimpianto, per niente e per tutto. La città custodisce l’impronta della letteratura vagabonda e tante ombre del passato. Non si contano più i visitatori che hanno scritto diari di viaggio o romanzi in questo luogo ingolfato di storia. Sulla terrazza di uno dei caffè della piazza del Petit Socco, per esempio, batte ancora il cuore della medina, colmo di sentimenti antichi e di sguardi lancinanti, ancora emozionanti. Alla Fuentes, dove Tennessee William, Paul Bowles e Djuna Barnes erano degli habitué, o al Tingis frequentato dai beatniks, bisogna sedersi e guardare. Il Petit Socco è un teatro della vita. Tutta la medina viene qui a mostrarsi. Tennessee William e Gore Vidal stavano qui per dragare i ragazzi, Errol Flynn le ragazze, i Beatles invece per comprare l’hashic. La  sede della Delegazione Americana, unico monumento storico classificato fuori dagli Stati Uniti, conserva nel suo Museo una sala dedicata a Paul Bowles. L’autore di Un thè nel deserto sta a Tangeri come Byron alla Grecia e Jack London all’Alaska, un bagliore eterno. La porta del Sahara è al centro della sua esistenza e delle sue opere. “Il mio soggiorno doveva essere di corta durata. Non avevo scelto di vivere a Tangeri in modo permanente; questo è successo tutto da solo“, confido’ Paul Bowles dopo essere sbarcato una prima volta a 19 anni, nel 1931, quando il kif era ancora di libera vendita dai tabaccai. Tangeri lo conquisto’ al punto di farlo restare tutta la vita. Si è spento nel 1999, lasciando le sue valigie ad attenderlo per sempre, alla Delegazione Americana. Tangeri ha lo charme indefinibile di Trieste, di Alessandria d’Egitto o di Valparaiso. La letteratura non si è mai installata nei suoi muri. A partire dal XIX° secolo gli scrittori vi giunsero di soppiatto: Edith Wharton, Colette, Mark Twain, Pierre Loti, Paul Morand, Gore Vidal, Tennessee Williams, Somerset Maugham, Saint-Exupéry, Joseph Kessel, Henry de Montherlant, Jean Genet.. Nel suo Impressioni di viaggio, Truman Capote consigliava: ” Prima di partire ricordatevi di queste tre cose: fatevi vaccinare, ritirate tutti i vostri risparmi e dite addio ai vostri amici“. Buongiorno Tangeri la bianca. Una città che si offre su sette colline, “sistemata come una vedetta sulla punta più a nord dell’Africa“, come disse carinamente Pierre Loti. Per niente Africa e molto di Europa. Sino al suo reingresso nel Marocco, nell’ottobre 1956, Tangeri beneficiava di uno status particolare di protettorato: nove potenze la governavano, quattro monete, tre lingue ufficiali, arabo, francese e spagnolo. La città è rimasta un assemblaggio di mondi paralleli, architetturalmente e umanamente. La collina residenziale di Marshal e simile alle città alsaziane, cottage brittanici e case di agricoltori come in Louisiana. Ville ispano-moresche, normanne o basche vestono il quartiere della Montagna. Nella medina, i derb si riempono di impasse oscuri, le piccole strade in salita conducono alle terrazze nascoste. La Kasbah, cittadella del potere, a strabiombo con i suoi grovigli di costruzioni alla Escher, in una prospettiva alla De Chirico. I continenti si amalgamano, i destini si incontrano. Le strade si chiamano Vélasquez, Louisiana o Shakespeare, i viali Paris o Pasteur. Un paese della cuccagna per gli occidentali dai cuori friabili. I commercianti sono indiani, i muratori spagnoli, i cordai ebrei, i droghieri musulmani, i pasticceri francesi, gli aristocratici inglesi e gli spioni del mondo intero. Cristiani, ebrei e musulmani si ritrovano nella medina, parlano il tangerino, un mélange di spagnolo e arabo. La comunità spagnola, che si attesta su 50.000 persone dopo la guerra civile, si sente a casa. Nel vecchio quartiere spagnolo che domina il porto, a due passi dall’Hôtel El Muniria, un barbiere appoggiato all’ingresso del suo salone, mi indirizza un buenos dias.  Boulevard Pasteur, l’arteria principale, dove gli abitanti si ritrovano alla sera sulla Terrasse des paresseux (terrazza dei pigri), davanti allo stretto di Gibilterra, per scrutare l’orizzonte dove il profilo della Spagna si avvicina o si allontana. Ieri, i contadini, con i loro muli carichi di prodotti della terra, si fermavano laggiù per riposare prima di continuare verso la piazza del Grand Socco. Qui si è  scritto la Storia: è  su questa piazza che Mohammed V mise fine al Protettorato. Questa vasta distesa separa la Tangeri mitica, con la sua medina del XII° secolo piegata sui suoi labirinti di strade strette, dalla Tangeri contemporanea immaginata dai francesi e installata su larghe avenues. Ieri, al Grand Socco, incantatori di serpenti, scrivani pubblici, commercianti di khôl e venditori di pane intrecciato si confondevano in un incredibile brusio; ai giorni  nostri, i commercianti e gli sfaccendati si uniscono agli automobilisti e agli autisti di taxi nello stesso capharnaüm. Dopo la fine del Protettorato, la città non era altro che una borgata del Marocco che navigava nei suoi bei quartieri e nei suoi larghi viali. Le grandi fortune disertarono la piazza. Tangeri, che non viveva d’altro che dei loro capricci e delle loro grandezze, entro’ in una lunga notte. Hassan II, che non la portava nel cuore per via della sua ribellione, mai domata, alla monarchia assoluta, la accantono’. Tangeri declassata a difetto di un Paese. Il cinema Rif, tutto nuovo e scintillante, domina la piazza e l’ingresso della medina. La sua sala Art Déco inaugurata nel 1948 ospita una cinemateca, una biblioteca e un bar. Al posto di opere hollywoodiane, si proiettano film marocchini e dei film detti “di genere” che hanno contribuito al mito. Tangeri, paradiso dello spionaggio, luogo di tutti i traffici e di tutti i piaceri. Roteante, proibita, noir. La filmografia si riassume in una ventina di lungometraggi, la maggiorparte di serie B: Missione a Tangeri, Volo su Tangeri, Guet-Apens a Tangeri.. La morte che rode, quello che si vede in La Môme vert-de-gris, un polar del 1952 con Eddie Constantine nel ruolo di  Lemmy Caution, agente dell’FBI, o in Uccidere non è un gioco, un James Bond del 1987. Un film, uno solo, le rende omaggio, è l’indimenticabile “Un the nel deserto” di Bernardo Bertolucci che si svolge nei luoghi reali come la Villa de France, l’Hôtel Continental, la strada di Tétouan o il Caffè Colon. Questi luoghi hanno conosciuto tempi migliori. La moribonda Villa de France, dove soggiorno’ Delacroix, domina un giardino a terrazze lasciato all’abbandono. Delacroix e Matisse l’hanno dipinto; Loti, Dumas, Montherland e Kessel lo descrissero nei loro romanzi. E prima di Bertolucci girarono alcune scene Julien Duvivier e Andrè Téchinè. Alla reception, un grammofono che si accompagna a un telefono degli anni ’30. L’Hôtel è rimasto nel suo succo, integro, e mi rallegro!. Altre costruzioni si degradano, come il Gran Teatro Cervantes e l’Hôtel Cécil dove soggiorno’ Michel Foucalt. Tangeri è un luogo di memorie che bisogna preservare. E’ imperdonabile, mi chiedo se diventerà un Paradiso perduto? I promotori immobiliari sembrano decisi a toglierle tutto il suo charme, le autorità preferiscono ai viaggiatori un turismo di massa. E se i tangerini sono colmi di nostalgia di quell’era di prosperità e di cultura del secolo scorso, la città invece vive un nuovo sogno. Dopo cinquant’anni di Purgatorio, Tangeri rinasce dalle sue ceneri. Mohammed VI, chiamato anche M6, vuole restituirle il suo prestigio e a Tangeri ha riservato la sua prima visita ufficiale. Il Re è un habitué di Tangeri, non solo per fare jogging o jet-ski. I progetti abbondano: nuovo porto, zona franca, infrastrutture stradali, complessi turistici. Il perimetro urbano, che si ingrandisce ogni giorno per accogliere oltre un milione di tangerini, tende a soffocare la campagna. La città sta diventando un oggetto di coinvolgimento. Alcune celebrità si sono installate: Renaud, Bernard-Henry Lévy, Francis Ford Coppola e Richard Branson (Patron della Virgin), manifestando un innamoramento totale per la medina o dei suoi quartieri di Marshal o della Montagna. Cosa sarà di questa città culto? Una nuova Marrakech? Una  nuovacittà fashion con il suo pseudo souk, le sue lampade di Aladino, le sue babouches, le sue Fantasie e i suoi ristoranti con danzatrici del ventre?. Ho paura.

Fonte: My Amazighen

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Marrakech, turisti in caduta libera…

March 19, 2012 Leave a comment

Lo sappiamo. Il turismo a Marrakech è in caduta libera. Si vede chiaramente passeggiando per la Medina, nei dehors dei bar, per le strade europee di Gueliz e dell’Hivernage. I professionisti del settore si aspettano un annata molto difficile legata alla crisi economica che attraversa i principali mercati europei. Crisi di cui si è pagato il conto già nel 2011. Con le prenotazioni in forte calo, quest’anno esiste poi il problema della poca visibilità del settore (vedi pubblicità). L’anno scorso, il comparto turistico ha perso il 9% rispetto al 2010. La tendenza del 2012 al ribasso è confermata dalle statistiche ufficiali dell’Osservatorio sul Turismo. Questa è la prima volta che le cifre reali sono decisamente pessime, oltre ogni aspettativa di previsione. Dopo le statistiche del dicembre passato, periodo in cui il turismo a Marrakech si rimette in forma, la delusione è stata grande con una caduta del 12% rispetto al dicembre 2010. Questa discesa è dovuta essenzialmente ai risultati negativi registrati dai non-residenti (-15%). I paesi emettitori hanno conosciuto  delle percentuali negative drastiche, vedi il mercato italiano dove la percentuale in negativo è stata del  48%, o ancora il mercato spagnolo con un -20%. Gli europei, golosi  da sempre del prodotto Marrakech in dicembre/gennaio, sono sempre meno numerosi  nei periodi di grandi festività. In aumento invece, i turisti provenienti dai paesi arabi; questo mercato ha registrato un aumento del 36%  nello scorso dicembre. Con gli arrivi e le notti cumulate, sono i francesi che inquietano il mercato; si è visto concretamente una caduta del 21% sugli arrivi e del 14% in termini di notti. Questo mercato, lo sappiamo, rappresenta la metà del volume del turismo non-residente a Marrakech. Il mercato inglese ha registrato un -1% con un picco del -12% a dicembre e, cosa gravissima, in in periodo dove le frequenze aeree da Londra sono numerosissime. Dall’altro lato, il turismo “domestic”, locale, si comporta bene con una progressione del 14% nel 2011 che ha generato qualcosa come 145.000 notti. A conti fatti, la situazione è estremamente fragile e tutti gli operatori sperano in un forte battage pubblicitario sul mercato internazionale, oltre ad un riassetto deciso e concreto della città rossa che vede, in questi ultimi anni, dei default importanti a livello di traffico, pulizia, servizi e sicurezza.

Paolo Pautasso

Fonte: My Amazighen

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Rabat, nuovo parco zoologico immerso nella natura

March 9, 2012 Leave a comment

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Il nuovo parco-zoo di Rabat è stato inaugurato da un mese e l’affluenza del pubblico è stata notevole, premiando gli sforzi dell’amministrazione rabatina nel creare una struttura che di zoo ha veramente poco, quasi nulla. Passata la biglietteria automatica si ha la netta impressione di aprire un libro sulla giungla. Finiti i tempi delle gabbie anguste e soffocanti il concetto del nuovo zoo di Rabat è quello di fare coabitare gli animali, come in natura. Scrutando l’orizzonte del parco si intravedono  galoppare zebre e antilopi in tutta libertà. L’illusione ottica è talmente ben riuscita che si fa fatica a credere di essere in uno zoo. Con una capacità di 4.000 visitatori al giorno, il parco è andato in sold out qualche ora dopo la sua apertura. Successo totale.  Dopo lo smantellamento degli zoo di Casablanca e Témara, Rabat si è dotato di un parco zoologico nazionale degno di quel nome. La superficie totale del progetto è di 50 ettari di cui 27 già finalizzati. Il concept del parco propone al visitatore una full immersion nei luogi naturali della vita animale. L’idea del progetto rimonta al 2007, quando SAR Mohammed VI, in visita a Singapore, soccombe allo charme dello zoo cittadino. Di ritorno in Marocco, il sovrano diede le sue istruzioni per costruire una replica facendo appello al responsabile  dello zoo di Singapore, Bernard Harrison, per disegnare il concept generale. Finanziato grazie alla cessione di terreni dell’antico zoo di Témara al Gruppo immobiliare Addoha, questo faraonico progetto è costato la somma di 460 milioni di DH.   Grazie alla sua architettura innovatrice, il parco è costituito da un circuito che porta i visitatori attraverso cinque ecosistemi: le montagne dell’Atlas, la regione del deserto, la savana africana, la zona tropicale e la zona paludosa. Per spingere il realismo al suo massimo, i paesaggisti marocchini hanno dotato ogni zona della flora  autoctona. Oltre 120 specie animali sono state inserite in queste repliche della natura. Per occuparsi di tutto questo piccolo mondo, 80 persone si curano dello zoo con a capo un centro veterinario dove gli animali possono essere assistiti, senza dimenticare una zona di quarantena per gli animali importati o in degenza. L”equipaggiamento del centro veterinario permette di curare gli animali nella clinica o all’interno del parco stesso, onde evitare choc agli animali. Il parco poi dispone di cinque chioschi e sei ristoranti, di cui uno con vista su di una colonia di leoni.
Il parco propone ai visitatori la fauna selvaggia del Marocco, dell’Africa e quella subsahariana. Ma la star incontestabile dello zoo resta il leone dell’Atlas, con soli 25 esemplari esistenti. Un segno di buon augurio è stata la nascita di tre leoncini, l’undici dicembre 20011, portando così a 28 il numero del rarissimo leone.  Tutti gli animali che erano presenti nel vecchio zoo di Témara sono stati trasferiti nel nuovo centro e la collezione del parco è stata rinforzata con nuove specie come le giraffe e i rinoceronti, provenienti dall’Africa del sud. Ovviamente per procurarsi questi animali, i costi sono stati esorbitanti. I tre rinoceronti sono costati la bellezza di 10 milioni di Dh e per il loro trasporto il parco si è affidato ad una ditta russa specializzata in questo genere di operazioni. L’importazione di questi animali è molto complessa a livello giuridico e pratico. Un elefante puo’ costare oltre 500.000 DH se è nato in cattività ed è sufficientemente domestico per essere gestito in uno zoo. L’esposizione invece degli uccelli ha beneficiato  di un plus ultra tecnologico. Diverse voliere giganti sono state installate per permettere a molte specie di uccelli di volare in tutta libertà. I fili di queste voliere sono costituiti da un metallo intrecciato a mano per evitare qualsiasi ferita degli animali e facilitarne la loro osservazione. Ciliegina sulla torta, i visitatori potranno ammirare gli uccelli ornamentali come i pavoni e i pappagalli all’interno delle strutture. Osservare un ghepardo a cinque metri di distanza senza panico e in assoluta sicurezza; in effetti nessuna chiusura separa il visitatore dagli animali per dare l’impressione di guardare l’animale nel suo habitat naturale. Per garantire la sicurezza  il concetto  ha previsto dei fossati  e fili elettrici non visibili ad occhio nudo. Le dimensioni dei fossi sono state studiate in funzione dell’animale e alla sua capicità di salto. L’architettura del parco ha poi previsto dei bacini d’acqua che possono fermare tutti gli animali idrofobi.Questo sitema però non ha funzionato con le scimmie che a nuoto hanno raggiunto l’altra sponda disperdendosi poi nel parco. In tutti gli specchi d’acqua sono state aggiunte centinaia di carpe Koi cinesi che si cibano dei batteri che mettono a rischio la vita degli ospiti acquatici, come gli alligatori o gli ippopotami. Il controllo del cibo è affidato a mangiatoie e distributori automatici di alimenti per evitare qualsiasi tipo di problema. Qualche anno fa, nel vecchio zoo di Témara, una giraffa morì inghiottendo una penna stilografica trovata chissà dove. Una fattoria modello è stata approntata per tutte le scolaresche che potranno scoprire come si “fabbrica” il latte o si tosa una pecora per produrre la lana. Infine, entro il 2014, la superficie del parco conoscerà una estensione di oltre 20 ettari dove i visitatori potranno effettuare dei safari notturni e osservare le specie con attività notturne, come i leoni, i fennec o i facoceri. Il sito internet del parco zoologico di Rabat, per chiudere, è estremamente curato ed esaustivo, visitatelo.

Paolo Pautasso

Fonte: My Amazighen

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Marocco, eventi da non perdere nel 2012

March 3, 2012 Leave a comment

MAROCCO: I FESTIVAL DA NON PERDERE NEL 2012
Cinema, gastronomia, musica e sport: i “must” dell’anno per scoprire il Marocco sotto 1000 prospettive
Il Marocco, oltre a paesaggi d’incanto e luoghi ricchi di storia, offre una moltitudine di eventi di ogni genere che permettono di scoprire l’anima più profonda attraverso danze, canti, competizioni sportive ed esibizioni, folklore e modernità.

SPORT
Rally Aïcha des Gazelles
17–31 Marzo, fra Parigi ad Essaouira
Fin dalla sua fondazione nel 1990, il Rally Aïcha des Gazelles celebra l’esaltazione dello spirito di determinazione dell’uomo. La sua particolarità consiste nell’essere l’unico rally rigorosamente al femminile e l’occasione richiama quindi donne di qualunque età e da ogni parte del mondo: le “gazzelle” hanno un’età compresa fra i 18 e i 65 anni e provengono da 33 diverse nazionalità che si incontrano nel deserto marocchino dove prendere parte ad una competizione all’insegna del rispetto delle comunità locali. http://www.rallyeaichadesgazelles.com
Trofeo Hassan II
22 – 25 marzo, Agadir
Agadir ospiterà la 39esima edizione del prestigioso trofeo Hassan II, che raduna i migliori golfisti al mondo sui green del Palais Royal Golf e del Golf de L’Océan. Istituito 40 anni fa dal Re Hassan II, l’omonimo trofeo garantisce uno spettacolo magnifico che regala emozione, tensione e sorprese in abbondanza. http://www.hassan2golftrophy.com
Marathon des Sables
6 – 16 aprile, Ouarzazate
Fin dalla sua istituzione nel 1986, la Marathon des Sables è conosciuta per essere una delle corse più impegnative al mondo a causa delle temperature che in questo periodo dell’anno nel sud del Marocco possono raggiungere i 50 gradi. La 27esima edizione radunerà più di 1000 partecipanti per una settimana di emozioni e successi. http://www.darbaroud.com
Race of Morroco
13 – 15 aprile, Marrakech
Il FIA World Touring Car Championship torna a Marrakech per la terza volta e porta con sé 20 ore di corsa non-stop, 120 auto ed altrettanti piloti. Delle vere e proprie star come Yvan Muller, Robert Huff e Mehdi Bennani prenderanno parte alla competizione e una serie di attrazioni inedite intratterranno gli spettatori. http://www.raceofmorocco.com

CULTURA
Biennale 2012
29 febbraio – 5 marzo, Marrakech
Aprirà le porte il 29 febbraio la quarta edizione della Biennale di Marrakech dal titolo “Surrender” che vedrà la partecipazione di artisti noti nel campo della letteratura, del cinema e delle arti creative.
Lanciata nel 2005, la Biennale di Marrakech è uno dei festival del Marocco che gode di fama internazionale, celebrando e promuovndo la cultura contemporanea e la creatività del Nord Africa.
Nel corso dei cinque giorni, artisti da più di 30 nazioni si riuniranno per presentare le loro creazioni. Alcune esposizioni saranno visibili fino al 3 giugno prossimo. http://www.marrakechbiennale.org/
Caftan 2012
Maggio, Marrakech
La prima edizione del Caftan, lanciata nel 1996, è stata possibile grazie all’iniziativa di Caractère e Femmes du Maroc, la principale rivista femminile del Marocco. Questa 16esima edizione sarà l’occasione per scoprire le nuove tendenze nel settore degli abiti femminili tradizionali. Il tema di quest’anno sarà per l’appunto “Caftani del Marocco”. Un evento di moda da non perdere!
Festival delle Rose 2012
Maggio, Ouarzazate
Il festival si svolge a Dadès, nei pressi di Ouarzazate, all’inizio della stagione primaverile quando il clima mite favorisce la raccolta delle rose. Il villaggio di El-Kelaa M’Gouna si accende in una vivace celebrazione interamente dedicata a questo fiore. Quest’anno il villaggio verrà ricoperto di petali di rosa ed esploderà di colori in onore della regina dei fiori, fra bouquet, danze, musica e parate floreali.
Festival della Commedia
6– 9 giugno, Marrakech
Dopo il successo indiscusso della prima edizione, Jamel Debbouze in compagnia dei più grandi nomi dello humour francese ed arabo tornerà ad animare le strade della città rossa con un programma davvero di primo piano. http://www.marrakechdurire.com
Spettacolo equestre Cheval d’El Jadida
Ottobre, El Jadida
Creato nel 2008, questo prestigioso spettacolo equestre invita a scoprire le più belle razze equine attraverso una serie di grandi eventi: competizioni, conferenze culturali e diverse esibizioni. Questo spettacolo diventa un’occasione imperdibile per incontrare altri appassionati e condividere momenti unici, in un ponte fra storia, sport e competizione. http://www.salonducheval.ma

MUSICA
Festival Mawazine
18 – 26 maggio, Rabat
L’undicesimo Festival Mawazine farà ancora una volta vibrare la capitale marocchina al suono delle musiche di tutto il mondo con concerti, esibizioni, gruppi musicali, danze e vari laboratori per un pubblico di più di 2 milioni di persone. Questo Festival riunisce delle vere e proprie leggende del pop, jazz e soul che giungono da tutto il mondo per condividere in Marocco attimi di fervore creativo. http://www.festivalmawazine.ma
Fès Festival delle Musiche Sacre del Mondo 
8 – 16 giugno, Fes
Il Festival musicale che amina ogni anno Fès è uno degli eventi più aspettati del calendario culturale di Fès. Una sinergia fra arte e spiritualità che quest’anno, in occasione della diciottesima edizione, darà vita al tema “re-incantare il mondo”, in onore del grande poeta persiano Omar Khayyam. http://www.fesfestival.com
Festival Gnaoua e World Music
21 – 24 giugno, Essaouira
A quasi 15 anni dalla sua prima edizione, il Gnaoua Festival attira ogni anno circa 400 mila persone che giungono in Marocco per assistere a quello che viene universalmente riconosciuto come uno dei più importanti festival musicali al mondo. Il festival ospita una grande varietà di artisti che coinvolge il pubblico eclettico del festival ai ritmi della musica Gnaoua, ormai simbolo della variegata eredità culturale degli Alizés. http://www.festival-gnaoua.net/festival_essaouira/pages/index.php
Festival TanJazz 2012
Settembre, Tangeri
Il più grande jazz festival del Marocco e momento saliente nel panorama musicale del Nord Africa, il TanJazz raccoglie artisti che provengono da circa dodici paesi al mondo. Per il tredicesimo anno consecutivo l’intera Tangeri vibrerà al suono del jazz: bar, hotel, pub, teatri, piazze… un must per gli amanti del genere! http://www.tanjazz.org

ARTE
Riad Art Expo
28 marzo – 1 aprile, Marrakech, Palais des Congrès
Riad Art Expo ha raggiunto le vette del mondo dell’arte e rappresenta ormai un punto di riferimento fondamentale per il Marocco: design, artigianato e creazioni uniche attendono circa 10 mila visitatori internazionali che durante l’ultima edizione hanno potuto incontrare più di 90 espositori. http://www.riadart-expo.com
Festival internazionale della gastronomia «Etoiles de Mougins»
14 – 16 settembre, Casablanca
Appuntamento importante nel mondo della gastronomia, Les étoiles de Mougins invita gli chef più rinomati della cucina francese e internazionale a Casablanca. Fin dalla sua istituzione nel 2006, l’attenzione e la partecipazione degli chef è stata un faro per il pubblico che ha potuto prendere parte a laboratori del gusto, dimostrazioni culinarie e conferenze. Il tutto con uno spirito di ospitalità e scambio creativo. http://blog.lesetoilesdemougins.com
Marrakech Art Fair
4 – 7 ottobre, Marrakech, Palazzo Es Saadi
La terza fiera annuale dell’arte avrà luogo al palazzo Es Saadi, mentre l’evento avrà risonanza internazionale è presenterà le ultime tendenze dell’arte moderna e contemporanea. Nel 2011 il festival ha ospitato 48 gallerie provenienti da New York, Mosca, ’Italia e Turchia ed ha stabilito un ponte artistico evidente con il Festival del Cinema grazie al conferimento di un ruolo di primo piano all’arte video ed alla fotografia.  http://www.marrakechartfair.com
Marrakech International Film Festival FIFM
Dicembre, Marrakech
Istituito nel 2000, il Festival internazionale del Cinema di Marrakech è il più importante evento dedicato alla settima arte in Marocco dove si sono svolte numerose produzioni internazionali. Per gli amati del cinema di tutto il mondo è un evento da non perdere sia per le pellicole presentate che per il parterre di personalità di spicco che richiama ogni anno. http://www.festivalmarrakech.info

Per maggiori informazioni sui festival e il turismo in Marocco:
http://www.visitmorocco.com
Credits:
Ente Nazionale per il Turismo del Marocco
Via Durini, 5 – 20122 Milano
Tel: 02.58303633
http://www.visitmorocco.com  –  http://www.marrakech.travel
info@turismomarocco.it
Informazioni sull’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco (ONMT)
L’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco è un istituto pubblico che cura l’attività di marketing per conto del Marocco quale destinazione turistica e si occupa di sviluppare attività strategiche volte alla promozione del Paese. L’Ente si propone di identificare mercati ad alto potenziale ed analizzarne le specificità al fine di cogliere il profilo, le preferenze e le abitudini d’acquisto dei potenziali turisti. Con questa attenzione ai mercati internazionali, l’Ente attua campagne pubblicitarie, iniziative stampa, public relations ed eventi per accrescere la conoscenza del Marocco quale brand e far sì che l’immagine del Paese raggiunga i vari target della popolazione. La sua azione, condotta in parallelo ed in stretta collaborazione con la distribuzione, è finalizzata a migliorare la quota di mercato mondiale detenuta dal Marocco nel segmento turistico. La sede centrale dell’Ente si trova a Rabat; i suoi 15 uffici rappresentativi sono distribuiti fra Europa, Nord America, Asia e Medio Oriente.
Per ulteriori informazioni: 
Ketchum – ufficio Stampa Ente Nazionale per il Turismo del Marocco 
Sara Gatti – tel. 02 624119.23 – sara.gatti@ketchum.it
Daniele Caso – tel. 02 624119.75 – daniele.caso@ketchum.it

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Marrakech romantica, viaggio per due nella Città Rossa

February 13, 2012 Leave a comment

Marrakech romantica: un viaggio per due nella Città Rossa
Dall’avventura al relax, Marrakech offre idee originali per chi sogna una fuga romantica
Dai vicoli ventosi della medina antica agli splendidi monumenti, dai locali più trendy ai riad di lusso, Marrakech – detta anche la Città Rossa per via del colore delle sue mura – è la meta perfetta per chi rincorre una fuga romantica in atmosfere incantevoli. Ecco alcune idee fresche ed accattivanti per attimi indimenticabili per il weekend di San Valentino o semplicemente per una fuga dalla routine quotidiana.
Cosa fare a Marrakech
Oltre che girovagare nella medina visitando i suk tra i più affascinanti del Marocco e rimanere incantati dal lavoro attento di artigiani, ammirare i palazzi storici e i musei, rimanere incantati dallo spettacolo offerto dai numerosi protagonisti che animano di giorno e di sera la piazza Jemaa el Fna o perdersi nel suo immenso palmeto, a Marrakech e dintorni è possibile organizzare anche numerose attività all’aria aperta. Ecco alcuni suggerimenti, taluni molto originali e inaspettati:
Terres d’Amanar
A soli 30 minuti dalle mura della città rossa, Terres d’Amanar è una riserva naturale che si stende per 100 mila ettari lungo i confini del Parco Nazionale del Toubkal. Per le coppie che amano l’avventura all’aria aperta, questo è il luogo ideale per fare trekking e camminare sulle cime degli alberi dell’Accro Parc, un corso di arrampicata o di zip wire lungo il più grande punto di vista “aereo” in Africa, organizzare visite nei dintorni in mountain bike o scoprire da vicino la cultura e le tradizioni artigianali berbere. http://www.terresdamanar.com
“Marrakech By Air”
Un volo ascensionale a bordo di una mongolfiera che trasporta in alto sopra i tetti di Marrakech da cui si può godere di una vista che lascia senza fiato: lo sguardo si perde sulla catena dell’Atlante, sulle distese del  deserto e sui villaggi berberi. La partenza è all’alba. http://www.marrakechbyair.com
Palais Rhoul & Spa
Nel lussuoso Palais Rhoul & Spa il tempo sembra fermarsi. La sua spa è un piccolo paradiso in terra al riparo tra 5 ettari di giardini rigogliosi. I visitatori possono approfittare di massaggi rilassanti, piscine tranquille e trattamenti spa personalizzati. Per coloro i quali vogliono prolungare la permanenza, 6 tende di lusso private, nascoste nel giardino, regalano un’esperienza davvero romantica.
http://www.palais-rhoul.com/
Dove soggiornare
La Sultana
Hotel senza tempo come l’amore, La Sultana unisce decorazioni eccezionali e lusso personalizzato. Questa oasi di calma e comfort è inserita in una cornice ricca di storia nel cuore della medina di Marrakech, vicino alla famosa piazza Jemaa el Fna, composta da 28 camere e suite all’interno di 5 riad. L’Hotel fa parte del “Small of Luxury Hotels of the World” ed offre un ambiente unico e molto accogliente con il rituale dell’hammam in perfetto stile marocchino. http://www.lasultanamarrakech.com
Dove cenare
Le Blokk
Nel cuore del palmeto di Marrakech si rimarrà affascinati dalla sofisticata cucina marocchina offerta in questo ristorante alla moda. Caratterizzato da ritratti di artisti quali Ray Charles, Barry White, Louis Armstrong e Ella Fitzgerald, lo stile e la decorazione evocano ritmi jazz e l’atmosfera sensuale degli anni 60 e 70. http://www.leblokk.com
The Crystal
Il locale è concepito con gusto in stile coloniale ed atmosfera zen, mentre la cucina degli chef Régis Rossi e Tahar Ait Erramicouples si ispira alla tradizione francese. Durante il weekend le cene romantiche al tramonto sono accompagnate dalla musica di Kawtar, una delle voci più affascinanti di Marrakech.
Per maggiori informazioni: http://www.visitmorocco.com o http://www.marrakech.travel
Informazioni sull’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco (ONMT)
L’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco è un istituto pubblico che cura l’attività di marketing per conto del Marocco quale destinazione turistica e si occupa di sviluppare attività strategiche volte alla promozione del Paese. L’Ente si propone di identificare mercati ad alto potenziale ed analizzarne le specificità al fine di cogliere il profilo, le preferenze e le abitudini d’acquisto dei potenziali turisti. Con questa attenzione ai mercati internazionali, l’Ente attua campagne pubblicitarie, iniziative stampa, public relations ed eventi per accrescere la conoscenza del Marocco quale brand e far sì che l’immagine del Paese raggiunga i vari target della popolazione. La sua azione, condotta in parallelo ed in stretta collaborazione con la distribuzione, è finalizzata a migliorare la quota di mercato mondiale detenuta dal Marocco nel segmento turistico. La sede centrale dell’Ente si trova a Rabat; i suoi 15 uffici rappresentativi sono distribuiti fra Europa, Nord America, Asia e Medio Oriente.
Ente Nazionale per il Turismo del Marocco
Via Durini, 5 – 20122 Milano
Tel: 02.58303633
http://www.visitmorocco.com  –  http://www.marrakech.travel
info@turismomarocco.it

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Essaouira Mogador, nuova destinazione del Marocco tra charme e mare

January 30, 2012 Leave a comment

La destinazione Essaouira-Mogador è l’ultima novità sviluppata in Marocco per accresce l’offerta di località balneari di charme nel Paese. Mogador si trova nel cuore di una foresta di 600 ettari protetta da una spettacolare duna naturale, adagiata lungo 4 km di spiaggia vergine che costeggia l’Oceano.
Il lancio di Essaouira-Mogador rafforza la posizione internazionale del Marocco quale meta del turismo balneare a tutto tondo, grazie ad un’offerta diversificata che include spiagge, cultura, sport, escursioni nell’entroterra e benessere.
Il Sofitel Essaouira Mogador Golf & Spa, inaugurato nella primavera del 2011, è il primo albergo 5 stelle lusso ad aver aperto nella nuova destinazione con 147 camere e suite, 28 ville indipendenti, ristoranti e bar, una So Spa e 2 campi da golf da 18 buche. La decorazione degli interni, ideata da Didier Gomez, ricrea la straordinaria sensazione di serenità che si prova negli ampi spazi aperti che lo circondano, pur non rinunciando a fondere lusso e natura in quella che diventa un’esperienza visiva unica per i suoi ospiti.
Entro il 2013 l’offerta ricettiva si arricchirà con altri due prestigiosi hotel in fase di definizione con alcune importanti catene internazionali tra cui, di recente conferma, il Park Hyatt.
Una nuova pagina per il turismo sostenibile
Mogador è stato creato nel quadro della strategia Vision 2020, che si propone di promuovere un nuovo tipo di turismo in Marocco, con un approccio integrato e un’attenzione particolare allo sviluppo sostenibile.
Tutti gli aspetti economici, sociali ed ambientali sono stati presi in considerazione, sia in fase di creazione che nel successivo sviluppo del sito, per far sì che l’enorme potenziale turistico del’area si avvalesse del concetto di “spiaggia elegante”, nel rispetto della ricchezza naturale e culturale del luogo.
Il progetto è stato portato a termine nel massimo rispetto della cornice naturale e sfruttando solo l’8% del territorio circostante, grazie all’impiego delle più avanzate tecnologie.
Anche i 2 campi da golf di Mogador, progettati dal leggendario campione sudafricano Gary Player, caratterizzati da 18 buche, sono stati progettati per rispettare l’ambiente, in particolar modo per la salvaguardia della risorsa più preziosa del Marocco: l’acqua. Numerose iniziative ecologiche illustrano al meglio lo spirito di questo tempio dello sviluppo sostenibile. Fra tutte il sistema di Giardini Filtranti che permette di riutilizzare fino a 10.000 milioni di metri cubi d’acqua al giorno, destinandola all’irrigazione di tutte le aree verdi dell’area.

Chellah, monumento storico

January 25, 2012 Leave a comment

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2300 anni fa, una città venne eressa, occupando le colline che dominano la valle del Bouregreg. Fenici e Cartaginesi vi fecero scalo prima che Romani si installassero al tempo di Tolomeo, nei primi secoli A.C., chiamandola Sala (Chellah) e che Antonino poi trasformò in Sala Colonia. Dopo la conquista araba nel VIII° secolo, Chellah conobbe un lungo declino. Tuttavia, il Sultano merinide Abou Al-Hassan, decise di fondare (XIV° secolo) una Ribat che chiamò  “Al-Ribat Al Moubarak”. Oggi, questo sito storico è diventato un luogo prediletto per i turisti e i R’batis (abitanti di Rabat) e si trasforma in luogo di cultura ospitando mostre e convegni. Protetta da una cinta muraria con grandi torri e tre porte monumentali che riflettono l‘arte merinide, Chellah ospita nei suoi spazi dentro le mura numerosi monumenti arabo-islamici oltre a diverse vestigia romane come il forum, le strade, i resti  dei magazzini e delle case, la necropoli, dove si trova attualmente il Mausoleo di Abou Al-Hassan, gli Hammam, il Fondouk, la Madrassa (scuola coranica) e la Moschea merinide, oltre ad altri resti  islamici anteriori e posteriori all’epoca merinide. Inoltre, il sito di Chellah ospita una vegetazione lussureggiante, una sorta di parco lasciato in parte allo stato naturale, rifugio prediletto per le cicogne e diversi altri uccelli durante tutto l’anno.
Storicamente , il nome (Salé, la nuova) che venne donato a Rabat dai Mariscani non figura nelle fonti arabe della Storia del Marocco; per contro, l’espressione romana Salad Colonia Romand di Chellah  divenne in seguito abbreviata con Salé la vecchia, capitale dei principi znatis nel IV° secolo dell’Hegira. Situata sulla collina dominante il Bouregreb a sud-est di Rabat, il sito di Chellah o l’antica Sala Colonia, rinvia a più lontane presenze  umane della vallata, lasciando intravedere una presenza fenicia e cartaginese, seguita poi dai Romani che costruirono una città e un porto fluviale. L’atmosfera interna della cinta muraria testimonia l’usura del tempo  del conflitto perpetuo tra la pietra e la vegetazione: le rovine si degradano sempre più velocemente ingoiando le vestigia di una civilizzazione millenaria. Questo sito minacciato partecipa alla sacralizzazione della natura  che ingobla le sue mura, le sue porte monumentali e infine il suo sito archeologico, prezioso e unico. Nella Chellah si trovano tre tombe: quella di Sidi Amer Al-Mesnaoui (a destra), quella di Sidi Yahya (in centro) e infine quella di Sidi Lahen Al Imam (a destra). Per quanto riguarda i minareti di Chellah, si intravedono attraverso una vegetazione impressionante ed ospitano i nidi delle cicogne. L’architettura merinide, molto ricercata, mette in risalto delle torri decorate, tenendo conto che i merinidi introdussero all’epoca gli zellij e le piastrelle. Con il minareto di Hassan II, la Kasbah Oudays a Rabat, Chellah figura come uno dei monumenti più carichi di storia: Chellah segna il passaggio di diverse civiltà che giocarono un ruolo preponderante: Fenici, Cartaginesi, Romani e infine gli Arabi, che hanno lasciato delle testimonianze fondamentali dell’architettura occidentale e islamica.

Paolo Pautasso

Fonte: My Amazighen

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Aghmat, capitale restaurata

January 24, 2012 Leave a comment

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Il progetto archeologico di Aghmat ha avuto inizio nel 2005, nel quadro di una convenzione tra l’Istituto Nazionale delle Scienze dell’Archeologia e del Patrimonio e l’Università statunitense de Vanderbilt. La direzione è stata affidata a Ronald Messier, Abdallah Fili e Larbi Erbati. Il progetto ha lo scopo di far emergere l’antico Hammam di Aghmat, sprofondato sotto un campo ad uso agricolo e diversi nuclei abitativi della leggendaria città, prima capitale del regno marocchino, distante pochissimi km da Marrakech. La città di Aghmat, che fu anche una base idrisside prospera, poi capitale dell’emirato ” dei Maghraoua ”, sino alla metà dell’XI° secolo, divenne in seguito la capitale degli Almoravidi che la lasciarono dopo l’edificazione della città di Marrakech. I lavori sono stati finanziati dall’ambasciatore Frederik Vreeland e da sua moglie Vanessa, l’Istituto Americano degli studi Magrebini e dalla Commisione marocco-americana. Dal 2009, la Fondazione Aghmat è stata ufficializzata con la volontà di Moulay Abdallah Alaoui (PDG di MIFA Groupe) alfine di proseguire le ricerche archeologiche e preservare le vestigia scoperte. Uno sforzo notevole  è stato fatto per acquisire i 2,5 ettari di terreno che ospiterà un centro di interpretazione e un museo dove gli oggetti recuperati saranno visibili. Alcuni lavori di restauro sono stati intrapresi per arrivare all’apertura del sito al pubblico e partecipare allo sviluppo locale di questa città millenaria.  Il progetto archeologico di Aghmat ha ricevuto il sostegno delle autorità locali e in particolare del Governo della Provincia di Haouz Bouchaib El Moutaouaki, che ne ha fatto un valore aggiunto per tutta la comunità di Aghmat e per il suo sviluppo. L’Hammam monumentale scoperto dagli scavi è situato nel centro del tessuto urbano della antica città. La sua planimetria è di forma trapezoidale costituita da tre sale coperte da una volta in pietre di fiume fissate con calce. Le dimensioni della sala calda sono meno importanti rispetto alle altre ma la sua altezza supera di gran lunga le altre due sale. La planimetria è chiaramente diversa dagli hamman islamici dell’epoca conosciuti in Marocco e nell’Al-Andalus in epoca almohade (Ksar es-Saghîr) e in epoca merinide (Chellah, Fès, Rabat). Per contro, presenta delle correlazioni evidenti con alcuni hammam andalusi dell’XI° e XII° secolo (Jaen, Valencia).
Nel lato sud dell’hammam si trova una zona indipendente che i ricercatori attribuiscono ad una maestosa sala di riposo con relativi spogliatoi. Si presenta sotto forma di una corte centrale a cielo coperto, contornata di gallerie sui quattro lati e un soffitto in mattoni cotti disposti ad arco. I lati est e ovest ospitano delle panche in muratura destinate al riposo dei corpi provati dal calore e dalla fatica. Il centro della corte è abbelito da una superba e perfetta vasca ottogonale. La forma ottogonale è una forma geometrica onnipresente nell’architettura islamica (moschee, fontane, giardini) e simboleggia il passaggio del quadrato al cerchio: la Terra con i suoi quattro punti cardinali al Cielo, spazio unico e infinito. Bisogna dunque non sminuire questa forma geometrica ad una semplice posizione di due quadrati, perchè è la rappresentazione di una simbologia ricca di rappresentazioni religiose e astrologiche. Con il sondaggio effettuato all’interno della sala fredda della costruzione si è risalito alla sua datazione con il carbonio rilevando la sua origine al X° secolo D.C. e il suo abbandono verso il XIV° secolo. Questo hammam corrisponde ad una tappa gloriosa della città di Aghmat quando godeva del ruolo di capitale regionale, un secolo e mezzo prima della fondazione di Marrakech. Per definire l’Hammam nel suo contesto urbano, la comprensione di quello che lo circonda è indispensabile. Una prospezione magnetica con penetrazione radar, capace di definire le strutture interrate a diversi metri di profondità è stata attuata dlla Fondazione. Questo metodo economico ha permesso di disegnare la trama dell’edificio e degli spazi circostanti.
Una mappa è oggi in corso di realizzazione che riguarda anche la scoperta di un palazzo borghese, situato all’altro lato del campo, che è riconducibile allo stesso periodo. Un edificio rettangolare organizzato attorno ad alcuni bacini e circondato da colonne che formano due gallerie ai lati est e ovest della struttura. A nord, una sala occupa l’insieme della facciata. E’ accessibile grazie ad una grande porta ornata da zellij. I bacini, di forma rettangolare si impongono al centro della corte a gallerie dell’edificio. E’ difficile nello stato attuale delle ricerche di precisare queste tripartizioni e il futuro risultato dell’evoluzione di questa struttura. Si tratta comunque di un palazzo la cui struttura è solida ed equilibrata, che si estende su 250 mq. I lavori continuano per definire le componenti di questo edificio e dei suoi limiti. Il Palazzo di Aghmat risale al XIV° secolo ma rivela dei rifacimenti in epoche successive che permettono di supporre la sua evoluzione su di un periodo storico importante prima del suo abbandono. Sui luoghi degli scavi è stata scoperta poi  una canalizzazione medioevale (Tassoltan Qabila) che alimentava con acqua potabile l’Hammam e altri edifici circostanti. Un parte di questo prezioso puzzle è in fase di ricostruzione. In effetti, questa canalizzazione, orientata a nord-sud, è parte di un gruppo complesso e performante, che permetteva la distribuzione dell’acqua potabile all’intera città. Nella sua parte nord, è divisa in due canali di cui uno si dirige verso la vasca ottogonale e l’altra verso l’interno dell’Hammam. Personalmente ho avuto l’onore e il piacere di visitare questi luoghi storici grazie anche  all’aiuto del guardiano presente sul sito e, l’emozione è stata forte. Si presume che il complesso archeologico di Aghmat possa aprire a breve le sue porte a tutti gli appassionati. Nel mese di giugno 2012 proseguiranno i lavori di recupero del palazzo, ora fermi per mancanza di fondi. Aghmat dista circa 20 km da Marrakech e si trova sulla strada che conduce nella vallata dell’Ourika. Nella stessa zona sono visitabili una decina di  mausolei di sapienti ed eruditi importanti che hanno fatto grande la storia di Aghmat come fondamentale crocevia del sufismo.

Fonte: My Amazighen

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Dakhla, il deserto a fior d’acqua

January 23, 2012 Leave a comment

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All’estremità del Reame, a 30 km appena dal Tropico del Cancro (come l’Havana e le Hawai), a due passi dalla frontiera mauritana, coabitano due immensità che sembrano agli opposti ma che si amalgamano e si nutrono l’una dell’altra. Due mondi che si dividono nomadi e marinai, due orizzonti separati da un appendice di roccie e di sabbia. La penisola di Dakhla, territorio in parte vergine dalla bellezza fragile, è all’alba di un abbellimento turistico annunciato, nella sua baia paradisiaca là dove le sabbie sahariane incontrano l’Oceano Atlantico. Da queste nozze memorabili è sorto un luogo di stupefacente bellezza e diversità dove regna sia in estate che in inverno un clima unico e raro.  Resoconto di un viaggio.
Sulla punta meridionale della baia del Rio de Oro si stacca la silhouette dell’antica città di Villa Cisneros, fondata nel 1884. Oggi la capitale amministrativa ed economica della Regione Oued Eddahab – Lagouira non è più un posto di frontiera avanzato del Maghreb, scalo certificato di malfattori e gente di sporco commercio, in transito verso l’Africa subsahariana. Dopo la fine del Protettorato spagnolo nel 1976, Rabat ha largamente investito in questa terra sahraoui. La stabilità politica, i vantaggi fiscali, le Società e le infrastrutture moderne, hanno attirato investitori, popolazioni di pescatori, di nomadi, di contadini, di “immigrati” arrivati qui dal nord, sviluppando intense attività come il nuovo porto di pesca commerciale, attività legate al turismo e servizi. In pochi anni la piccola città orizzontale e bianca, dalle stradine piene di sabbia,è mutata, indossando l’abito della festa. Se dei quartieri interi, una corniche pedonale e delle grandi piazze hanno visto la luce, lo charme di certe strade spagnoleggianti  dimora indisturbato e magico, da sempre. Al crepuscolo la città si anima di gente festante, che tira tardi nella magica notte dei suoi quartieri by night affacciati sulla laguna. Il successo di questa Regione e di questa città è  imperativamente dovuto e composto da un ecosistema di una ricchezza e di uno splendore rari, che abbina il piacere dell’acqua ad un entroterra scenografico fatto di dune aride e superbe. Se la baia di Dakhla, che beneficia di condizioni climatiche ottime, con temperature che variano tra i 15 e i 25° durante tutto l’anno, puo’ promettere meraviglie ai suoi visitatori è per via del suo santuario ecologico classificato con diversi titoli: Zona umida d’importanza mondiale (Ramsar), Zona importante per la conservazione degli uccelli migratori (Zico), Sito di interesse biologico ed ecologico (Sibe). Una fauna e una avifauna eccezionale composta di aquile reali, falchi, anatre, iene striate, gazzelle, fennec, fenicotteri rosa, cormorani, per un totale di oltre 600.000 uccelli che ogni anno fanno scalo durante le loro lunghe migrazioni,  a cui si aggiungono delfini, balene, tartarughe marine, granchi violinisti, e una delle ultime colonie al mondo della foca monaca, che ha trovato rifugio nelle grotte a sud della penisola. Un miracolo di vita, in barba alla pressione demografica, che concilia gli appettiti dei promotori immobiliari, lo sviluppo economico, il progresso sociale, la crescita costante del turismo e il rispetto per l’ambiente.
Dakhla è situata sulla stessa latitudine delle Hawai ed è considerata dagli specialisti il secondo spot al mondo per la pratica degli sport d’acqua. Con un litorale immacolato, venti costanti dai 20 ai 35 nodi, un mare piatto e calmo sulla baia, la perla del Grande Sud è un terreno di gioco per il surf, il kitesurf, il windsurf, sports in voga che ogni anno danno luogo ad una prestigiosa competizione internazionale. Un sito ideale per gli amanti del bird-watching, dei mammiferi marini, della pesca sportiva. Senza dimenticare che come Casablanca, Agadir, Tarfaya o Novadhibou, l’antica Villa Cisneros fu negli anni ’20 una delle tappe mitiche dei pionieri dell’Aéropostal: piloti eroici che consegnavano i corrieri, mettendo a repentaglio la propria vita, da Tolosa a S.Louis del Senegal, sino all’America Latina. Se i SuperPuma hanno oggi sostituito le antiche Latécoère, gli splendori che Mermoz, Saint-Exupéry o Guillaumet hanno ammirato dai loro aerei sono rimasti quasi intatti.
Info pratiche: Dakhla è collegata via aerea con Casablanca (3 voli settimanali). In auto da Marrakech calcolate circa 10 ore di tragitto. http://www.royalairmaroc.com
Dove dormire: Hôtel Bab Al Bahar (Best Western) a partire da 100 euro a notte la camera doppia – 00212 528931440 – 00212 528931440 http://www.bab-al-bahar.com
Hôtel Riad Calipau Sahara a partire da 180 euro la doppia – Suite Royale con piscina privata di acqua di mare a 400 euro la notte – 00212 528898886 – 00212 528898886 http://www.calipau-sahara.com
A 30 km dal centro città Dakhla Attitude, 25 tende e 52 bungalow immersi nella natura. Prezzi a partire da 245 Euro alla settimana http://www.dakhla-attitude.com
Dove mangiare: Villa Dakhla – Una parigina del quartiere di Montparnasse, innamorata di queste terre ha aperto questo ristorante, unico per la sua nouvelle cusine con prodotti locali. Parmientier di cammello, millefoglie di orata con pomodorini ciliegia e basilico e le famose ostriche di Dakhla (6 per 5 euro).
La Maison du Thé – Locale lounge per degustare oltre 200 tipi di thé o mangiare in un locale assolutamente chic. Menù alla carta a partire da 200 dh.

Fonte: My Amazighen

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Port Tarraco, nuova soluzione per megayacht nel Mediterraneo

January 18, 2012 Leave a comment


Port Tarraco una nuova soluzione per megayacht nel Mediterraneo 
Port Tarraco  è uno dei porti turistici del Mediterraneo più belli e soprattutto con acque profonde. La marina ha effettuato opere di ristrutturazione per poter accogliere un maggior numero di grandi superyacht, yacht e gigayachts. Port Tarraco offre ora un totale di 64 posti barca per imbarcazioni tra i 30 ei 160 metri. Port Tarraco è stato recentemente acquistato dalla società di investimento immobiliare Qatari Diar (Qatar real estate investment company QATARI DIAR), che controlla anche il Marina Barcelona.  
Port Tarraco è una gemma nascosta nel Mediterraneo, che si trova alle porte della bellissima e storica città di Tarragona, in Spagna ‘Golden Coast’. Questo marina dà la possibilità di esplorare la ricca cultura locale catalana, circa 95 km a sud di Barcellona, Port Tarraco è uno dei pochi porti turistici esistenti nel suo genere nel Mediterraneo occidentale di offrire ormeggio in acque profonde per i grandi, sofisticati super, mega e giga yacht.
Questo cosa vuol dire per il diportista italiano andare in Spagna? Vuol dire che i porti del Mediterraneo si stanno attrezzando per accogliere grandi yacht che non potranno stazionare nei porti italiani purtroppo colpiti dalla tassa di stazionamento.
Port Tarraco Marina in dettaglio: 

  • 64 posti barca dai 30 ai 160 metri di LOA
  • 9 metri di profondità 
  • Totale superficie del bacino 150,000 m2
  • 140 metri di waiting dock 
  • Oltre 1.250 amp power outlets
  • Acqua e carburante
  • Internet e satellite TV 
  • CCTV e servizio sorveglianza 24h
  • Concierge service
  • Ship chandler

Negozi ed uffici con spazi disponibili (6 nuove costruzioni, con circa 11.430 m2 a disposizione) 
http://www.porttarraco.com