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Morocco Race, confermata la WTCC 2012 a Marrakech
Annullato nel marzo scorso dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), il Grand Prix di Marrakech 2011 è stato riprogrammato per il 2012. L’impatto economico per la regione è stimato in 220 milioni di DH. L’organizzazione del GP Marrakech avrà in testa Mr. Aly Horma che, lontano da lasciar cadere un sogno, ha reso nuovamente fattibile il GP, dopo l’incertezza di questi mesi. Dopo due edizione riuscitissime, con un sopralluogo di Ecclestone per un eventuale fattibilità alla F1, nessuno poteva pensare ad una decisione così drastica da parte della Federazione che ha annullato la 3° edizione ritirando Marrakech dal calendario. “Questa decisione è arrivata a causa di un contesto economico difficile in Marocco e non abbiamo ricevuto rassicurazioni economiche sufficienti necessarie all’organizzazione dell’avvenimento”, ricorda M. Horma (in realtà la manifestazione del 2011 cadeva nel momento cruciale della primavera araba con innumerevoli manifestazioni nel paese) . È ovvio che organizzare un avvenimento di tale spessore necessita di enormi mezzi; tra montaggio e smontaggio del circuito, paddoks, equipaggiamenti, diritti di organizzazione, i costi si aggirano intorno ai 60 milioni di Dh. Senza contare i 160 milioni di DH necessari per la costruzione del circuito. L’organizzazione si è trovata con una perdita secca di 18 milioni di Dh per il 2010. “Pertanto, le ricadute finanziarie saranno importanti. L’impatto diretto di 200 milioni di DH sulla città e sulla regione saranno questa volta effettivi”, dichiara M. Horma. Senza dimenticare l’enorme impatto mediatico per l’Ufficio Nazionale del Turismo che ha intrapreso una campagna importante per la promozione del Circuito di Marrakech con il Gruppo Eurosport, il cui valore è stimato sui 9, 1 milioni di euro. C’è da credere però che tutto questo non sarà sufficiente a convincere l’equipe del Ministero della Gioventù e dello Sport (organo di tutela) ha sostenere istituzionalmente la riuscita della manifestazione internazionale che venne cancellata il marzo scorso. Oggi, il Marocco ritorna in forze nel calendario mondiale con l’appoggio del Gruppo Eurosport, della FIA e il sostegno della città di Marrakech e della comunità, ma anche con un nuovo importante sponsor internazionale il cui nome non è ancora stato ufficializzato (rumors parlano della Coca Cola e/o McDonald’s). Per questa nuova edizione, che si terrà dal 9 all’11 marzo 2012, oltre 120 partecipanti di 20 nazionalità differenti saranno presenti al rendez-vous per la prima tappa in calendario del WTCC. In margine al campionato, la Formula 3000 (F3) sarà presente attraverso il campionato AutoGP sul circuito di Marrakech che verrà adattato per soddisfare le esigenze specifiche, fatto che costituirà il passo finale verso la F1, già ventilata per il 2015. Sarà presente inoltre il trofeo, prestigioso, della Maserati.
Fiche tecnica del circuito
Unico circuito continentale in Africa ad essere omologato nel Campionato Mondiale FIA, il circuito automobilistico di Marrakech offre una pista di 4,7 km, una struttura semi-permanente a 3 livelli in cristallo e acciaio che ospita i garages, stands, stop di controllo, direzione della corsa, il collegio della FIA, uffici e lodges, 14 edifici con muri portanti e 19 strutture provvisorie oltre ad un centro medico completamente equipaggiato e un centro mediatico per 72 canali TV e 150 giornalisti accreditati. Il circuito di Marrakech crea annualmente 2.680 posti di lavoro con 219 imprese marocchine. La copertura mediatica è assicurata da 75 canali televisivi di 62 paesi con 81 milioni di telespettatori in diretta durante le 5 ore e 11 mn di diffusione e 40 ore e 28 mn di visibilità per il label Marocco. Infine, saranno presenti oltre 8.000 persone tra organizzatori, partecipanti, staff e 103.000 spettatori per 31.640 notti riservate negli Hôtels della città. Bentornata WTCC, aspettando al F1.
Fonte: My Amazighen
Galeries Lafayette, ingresso in Marocco
Galeries Lafayette fa il suo ingresso in Marocco, con l’inaugurazione prevista per il 5 dicembre prossimo nel gigantesco Morocco Mall di Casablanca, entrando nel Guiness dei primati in ragione della sua facciata, la più grande mai realizzata in un centro commerciale nel mondo. Composta da tre piani, con un altezza di 14 metri, la facciata retro-illuminata è in alluminio bronzato e misura 3.381,92 mq, circondando di fatto tutta la galleria per 241 mt. Il design della antica cupola storica dei magazzini parigini è ripresa sulla gigantesca facciata che darà al Morocco Mall una prestigiosa allure internazionale. Galeries Lafayettes di Casablanca prevedere di accogliere 15 milioni di visitatori per anno, su di una superficie di 10.000 mq e sarà il terzo punto vendita dell’insegna all’estero, dopo Berlino e Dubai. Il Morocco Mall invece sarà la più grande attrazione turistica ed economica del bacino mediterraneo, d’Europa e del sud Africa, ospitando oltre 350 label internazionali, installato su dieci ettari a bordo mare. L’infrastruttura commerciale che ha richiesto un investimento di due miliardi di DH, è composta da un centro commerciale di 250.000 mq di cui 70.000 adibiti alla vendita, 30.000 mq di spazi esterni, 14.000 mq di giardini ed un parking di 90.000 mq. Numeri importanti che faranno del Morocco Mall un punto di riferimento per lo shopping sia nazionale che internazionale.
Fonte: My Amazighen
Luxury Mall, nuovo centro commerciale di lusso in Marocco
Il nuovo Luxury Mall, interpretato come un centro commerciale di lusso, inaugurerà il 5 dicembre a Casablanca, considerata come la città più grande e ricca del Marocco.
All’interno della struttura saranno presenti i punti vendita di oltre 600 marchi di fama mondiale, tra cui ovviamente non potranno mancare i marchi del mondo del lusso, come Louis Vuitton, Prada, Hermès, Fendi, Gucci, Rolex, Hublot ecc.; saranno presenti addirittura le vetrine dei grandi magazzini Galeries Lafayette.
Gli utenti avranno a disposizione degli spazi dedicati alle riunioni e grandi lounge bar, ristoranti e centri benessere.
Luxury Mall, secondo quanto considerato dagli analisti, diventerà probabilmente uno dei principali punti d’incontro per i ricchi uomini d’affari della zona.
Il design della struttura, sia interno che esterno, è ispirato al mondo marino, con la presenza di colori acquatici e grandi acquari sparsi lungo il complesso.
Fonte: GoLook.it
Marocco, imminente una tassa sulle ricchezze
Un fondo di solidarietà alimentato da una imposta obbligatoria sulle fortune sarà introdotta a breve in Marocco. Tutto questo nasce dal fatto che anche i ricchi stanno beneficiando, come tutti i marocchini, della Cassa di Compensazione destinata alle classi demunite, senza averne in alcun modo diritto. L’imposta obbligatoria sulle fortune sarà fissata secondo dei criteri che determineranno le categorie dei cittadini “fortunati” che saranno toccati dall’imposta. I proprietari saranno in egual misura soggetti ad imposte come succede in quasi tutti i paesi democratici. La misura, che dovrà anche comprendere una seconda imposta concernente questa volta lo stile di vita dei ricchi, propone di prelevare la differenza del prezzo dei prodotti di consumo di base sovvenzionati dallo Stato alle classi agiate. Nessun dettaglio filtra ad oggi su questo fondo di solidarietà in quanto solo i contorni del progetto sono conosciuti e si attende la decisione del governo. L’equipe del ministro delle Finanze, Salaheddine Mezouar, è già pronta con il disegno di legge che verrà discussa in Parlamento durante la presentazione della legge finanziaria 2012.
Fonte: My Amazighen
Marocco, un agosto a Marrakech…
Molti di voi mi chiedono sempre più spesso informazioni sulla vivibilità, in estate, di Marrakech. Bene, prendo in mano la patata bollente e cerco di raffreddarla. Io personalmente amo Marrakech e il Marocco, tutto, in estate. Vi chiederete se sono pazzo, ovviamente. Sono dell’idea che la vera essenza di questa città venga fuori con il caldo, quello torrido, agostiano. Luci, colori, odori, profumi, sensazioni, tutto cambia. E si scopre il vero Marocco, quello africano, crudo, dipinto a secche pennellate nei quadri orientalisti di Delacroix. Si riesce a percepire nettamente di stare in Africa. In inverno è tutto più soft, vogliamo dire banale? Luce attenuate, colori sfocati e il sole che non grida. Vince l’Atlas innevato, certo, spettacolo meraviglioso che ti incanta. Forse Marrakech in inverno è solo più romantica, specialmente alla sera, dopo un temporale, con la sua lieve bruma che intravedi sulla Place Jemaa elFna, mentre mangi infreddolito, seduto su qualche panca, nel delirio collettivo della notte. In estate Marrakech cambia pelle, come i serpenti della Place Jemaa el Fna, e la vita sociale con i suoi orari e le sue abitudini si modifica d’emblée, e la notte poi è sempre domenica. Chiariamo: il caldo da 50° si vive soltanto il mese di agosto, in qualche ora precisa della giornata. Un caldo sicuramente forte, ma secco, senza una linea di umidità, quindi sopportabile. E poi il miracolo dell’estate marriakchi, con il travolgente vento dell’Atlas che immancabilmente, tutte le sere, al tramonto, arriva per rinfrancare gli animi, abbassando la temperatura anche di 20°. E dunque inzia la festa: la gente vive nelle strade, nei giardini pubblici che trasudano freschezza, e l’allegria la respiri. Sino a notte fonda è un via vai continuo di anime e la Place diventa un concerto di risate, di grida, di energie. Anche hai bambini è concesso di vivere queste serate estive e allora tutti a giocare a pallone nei vicoli, nei derb più misteriosi, sognando il Barça e il Milan, trasformando la medina in un enorme campo di calcio colmo di infanzie sognanti. E poi l’estate araba porta con se l’intrigo, la sensualità degli sguardi, la necessità di una avventura. L’orientalità tocca il suo culmine, incendiando passioni di una notte, o per sempre. Ne sanno qualcosa i migliaia di spiriti occidentali che affollano i locali alla moda, le piscine più esclusive, i lounge bar più fashion dell’estate (vedi anche alla Cat. Summertime), alla ricerca del fascino arabo e di pruderie mediorientali. Alla ricerca di una consolazione, di un riscatto dalla via crucis del quotidiano, anonimo e grigio. E la vita fa il suo corso, come sempre, come da secoli, in questa folle Marrakech che in estate diventa tutto e il contrario di tutto, in balia del febbricitante termometro che sale e scende all’impazzata, proprio come la sua estate!.
Fonte: My Amazighen
Marrakech oltre…
Era il 1969 e il grande stilista Yves Saint Laurent, nel suo gandoura bianco, passeggiava e intratteneva i suoi ospiti nella splendida villa Oasis, a Marrakech. Come Brigitte Bardot, qualche anno dopo con Saint Tropez, cosi’ lo stilista franco-algerino fece scoprire al jet-set internazionale il fascino e lo charme orientale di Marrakech. A partire dagli anni ‘70 Marrakech diventò un passaggio obbligato dei ricchi che la divisero con Gstaad, Sain Barth o Ibiza. La lista dei proprietari di immobili oggi nella Ville Rouge parla da sola: Naomi Campbell, Jean Paul Gaultier, Serge Luten, Bernard Herny Lévy, Marta Marzotto, le sorelle Sozzani di Vogue Italia, Bulgari, Giorgio Armani, Alain Delon, Aznavour, Marella Agnelli, Madonna, Kate Moss e altri. Nei locali notturni bazzicano personaggi famosi, direttamente da Los Angels e da Londra, con pruderie mediorentali. Un famoso editorialista mondano americano, dopo un suo viaggio a Marrakech, ha scritto: ” L’unica cosa che non mi ha fatto credere di essere a Los Angeles è stata la musica tradizionale con i tarbouches e i loro tamburini“. “Marrakech è diventata un terreno di gioco per il jet-set internazionale dove tutti i capricci sono realizzabili e, dietro le mura delle case, succedono cose tutt’altro che irreprensibili“, mi confida Rachid, figlio di un grande industriale e habitué delle serate mondano-private della città. Droga, prostituzione, gigolo’, proposte sessuali indecenti…luogo di tutte le follie!. Alla fine del 2010, il figlio di un dirigente africano è stato soprannominato “il nababbo di Marrakech” dopo aver organizzato una serata smisurata, fatturata in milioni di dh (centinaia di migliaia di euro); 80 indossatrici provenienti da tutto il mondo erano presenti alla festa e una parte del buffet, composto ovviamente da quintali di caviale, venne trasportato in aereo direttamente dalla Russia!. Qualche mese dopo un miliardario russo spese oltre 90.000 euro in una sola giornata a Dakla, nel Sahara occidentale, accompagnato da uno staff di 30 persone, affittò un intero Hotel, shopping nella Regione e permesso di pesca in acque protette. Per rispondere alle esigenze di un pubblico così particolare vengono alla luce settimanalmente ville di alto standing assolutamente fashion e trendy in zone come la Palmeraie. Locali come il Pacha (già presente a Ibiza), classificato dalle riviste del settore come il più grande Disco-Club in terra fricana, il Nikki Beach (creato a S.Tropez), il Comptoir Darna (gemello dell’omonimo club parigino) o ancora La Plage Rouge, offrono un servizio all’altezza di questa clientela “huppée“.
Per il suo primo ingresso in Marocco, il Gruppo Hôtelier di lusso Barrière ha scelto, a suo tempo, Marrakech, centrando la previsione di fatturati a sei cifre. Tornei di poker, rally di Ferrari, competizioni di golf, Festival Internazionale del Cinema, elicotteri e jet privati…tutti i servizi di lusso sono oramai disponibili in Marocco e a Marrakech in particolare. “La vicinanza con l’Europa, la dolcezza del clima, la sicurezza, ma in primis la qualità della vita, sono le principali attrattive di Marrakech“, mi spiega Jawad Kadiri, manager di un importante locale notturno dell’Hivernage, uno dei quartieri europei chic della città. Artisti, uomini d’affari, aristocratici, hanno contribuito a scrivere la leggenda di Marrakech, aprendo le loro case mostrando l’art de vivre marocchina. Il cuore del jet -set in Marocco è però anche edonista e innamorato della way of life di questo paese, rifuggendo a volte dall’eccesso di mediatizzazione. Senza cedere alla semplice immagine, conferma il giornalista Simo Benbachir, le belle auto o lo champagne a fiume nei locali non sono forzatamente lo status del jet- set marriakchi, dove la parola chiave è sempre più discrezione. Per penetrare in questo mondo segreto non è necessario il puro denaro, serve la classe, la raffinatezza e un accentuato sense of humor amalgamato alla cultura. I V.I.P marocchini poi, sono in generale giovani eredi di grandi famiglie del Reame, hanno viaggiato, frequentato le migliori scuole e sono poliglotti. Sono in buona parte artisti e professionisti che costruiscono amicizie attraverso il mondo. Dandy o uomini d’affari, vivono in un mondo parallelo, cittadini estemporanei con passaporti diplomatici internazionali. Un mondo che regala lusso dove i soldi non sono un problema e dove tutti i tabù sono stati bruciati; dove l’omosessualità in primis, il divorzio, l’adulterio, sono la moneta corrente. Con buona pace dei fondamentalisti islamici, sempre più numerosi e in crescita vertiginosa nel Califfato.
Fonte: My Amazighen
Il Re dell’Atlas
Si racconta che dei leoni erano presenti alla corte dei sultani e dei re del Marocco, come segno di obbedienza per i nobili e per il popolo berbero che era parte dell’Atlas, come gli ultimi leoni di Barberia (Panthera leo leo). Nel 1953, quando il sultano Sidi Mohammed Ben Youssef ( e più tardi il re Mohammed V) venne costretto ad abdicare e messo in esilio, i leoni reali (21 in totale) persero il loro domicilio al Palazzo, nella foresteria reale. Tre di loro furono inviati allo zoo di Casablanca e il resto del gruppo venne trasferito allo zoo di Meknès. Quando il re rientrò dall’esilio in Madagascar nel 1955, i leoni rientrano a Rabat. Durante tutto questo tempo, il mondo continuò a credere che il leone di Barberia era estinto: questa convinzione prematura divenne quasi un fatto accertato quando una malattia respiratoria colpì il re dei leoni alla fine degli anni ’60. A quel punto, SAR Hassan II, allora proprietario dei soggetti, decise di ridurre i rischi di mortalità e di apportare delle migliorie alla vita dei leoni. Un nuovo parco cintato venne costruito a Temara, nei pressi di Rabat, nella casa rerale dei leoni, verso la fine degli anni ’60. Nel 1973 questa struttura venne assorbita dall’amministrazione del Ministero dell’Agricoltura, e divenne lo zoo di Rabat. Nella storia antica gli egiziani furono i primi a cacciare questo superbo animale, con arco e frecce. I Berberi, che vivevano in piccoli villaggi arroccati sulle montagne dell’Atlas e dell’Africa del nord, circa 3.000 anni fa, si difendevano dagli attacchi dei felini ma non costituirono mai una minaccia per la popolazione dei leoni di Barberia. È nell’Impero romano che la popolazione dei leoni di Barberia diminuì drasticamente. Gli imperatori romani cercavano di divertire la popolazione rassicurandoli sul fatto che la loro civiltà aveva il controllo sulla natura. Gli antichi romani esportarono migliaia di leoni dall’Africa del nord per utilizzarli nei giochi del Colosseo a Roma e in altre arene sparse nell’Impero. I leoni vennero trucidati dai gladiatori e la mattanza terminò soltanto verso la fine del VI° secolo, ma i problemi per i leoni di Barberia non erano ancora terminati. Con l’invasione degli arabi nell’Africa del nord, sempre più numerosi, i leoni si ritirarono progressivamente a causa di una caccia spietata, in quanto rappresentavano un pericolo. Per ogni leone ucciso era prevista una lauta ricompensa. Con l’avvento poi dei cacciatori europei nel corso dell’ultimo secolo, il numero dei leoni crollò. Le guide locali nelle montagne della Tunisia e del Marocco permisero agli europei di cacciare i leoni per sport e per le collezioni dei musei naturalistici, oltre al catturarli vivi per rinchiuderli negli zoo europei. I leoni di Barberia si estinsero in Tripolitania (ovest della Libia) nel 1700. L’ultimo leone di Barberia visto in Tunisia venne ucciso nel 1891 a Babouch, tra Tabarka e Aït-Draham. L’ultimo leone conosciuto in Algeria venne ucciso nel 1983 presso Batna, a 97 km da Costantino. I turchi contribuirono notevolmente a questa carneficina perchè pagavano profumatamente le pelli dei leoni per abbellire l loro palazzi. Numerosi francesi in Africa del nord divennero cacciatori professionisti di leoni, attività molto redditizia all’epoca. In Algeria, oltre 200 leoni di Barberia vennero uccisi tra il 1873 e il 1883. I leoni sparirono dal lato del confine marocchino nella metà del 1800. In Marocco, alcuni gruppi di leoni sono esistiti sino al XX° secolo e si estinsero alla fine degli anni ’40. L’ultimo animale venne ucciso nel 1942 sulla costa nord del colle del Tichka, in prossimità della strada tra Marrakech e Ouarzazate. Le cause della sua estinzione sono molteplici, ma sicuramente la più importante è la mano dell’uomo. La caccia quindi ma anche i cambiamenti dell’ecosistema indotto dalla coltura intensiva e dai pascoli. Le foreste sono state distrutte per lasciare spazio ai pascoli di bestiame, sempre più numerosi e anche i cervi e le gazzelle (principali nutrimento dei leoni di Barberia) vennero a mancare.
Oggi un programma è avviato tra il governo marocchino e un ONG di scienziati oxfordiani, ma stenta a decollare. Si tratta di un lavoro di reintroduzione su dieci anni che comporterà diversi fasi di lavori, tra cui una zona protetta di oltre 10.000 ettari in una regione poco popolata, che sarà cintata e protetta. Saranno introdotti alla sua creazione cervi, mufloni, ungulati, scimmie e gazzelle, che dovranno acclimatarsi nella nuova zona. Parallelamente, gli scienziati di Oxford dovranno selezionare i capostipiti della nuova generazione di leoni di Barberia che verranno inseriti nell’area protetta, poi soggettati ad un programma di riproduzione in cattività. Al governo marocchino tutto questo piace in quanto sarà fonte di reddito per il mercato del turismo ecologico, creando nuovi posti di lavoro. I finanziamenti saranno apportati da alcune sovvenzioni europee. Ma è necessario fare i conti con l’oste: la popolazione locale non sembra essere entusiasta davanti a questo progetto; la reputazione sulla ferocia del leone dell’Atlas suscita molta inquietudine. Anche il bracconaggio potrebbe riprendere il suo corso, a meno che la riserva sia controllata professionalmente. E ancora, il Marocco non giova di una buona reputazione in materia di protezione dell’ambiente. Nello spazio di un secolo, centinaia di specie animali e vegetali si sono estinte nell’indifferenza generale. A titolo di esempio, il coccodrillo del Nilo si estinse in Marocco nel 1930, mentre negli anni ’50 la campanella d’allarme suono’ per lo struzzo, l’oryx e l’addax. Attualmente la pantera è da inscrivere nella lista degli animali estinti in Marocco, anche sono state segnalate in diverse zone del paese, senza però prove tangibili di un loro riconoscimento. In serio pericolo la iena, il ghepardo, il lynx caracal, il gatto delle sabbie, il gatto gigante, il fennec e lo sciacallo. Per chiudere, anche gli ambienti naturali sono nella stessa misura in pericolo. Il deserto avanza e il bestiame non controllato si avventura nelle foreste, causando gravissimi danni irreparabili all’ecosistema. L’estinzione del superbo e magnifico leone dell’Atlas (estinzione prevista entro venti anni se nulla sarà fatto) costituirà una tragedia supplementare alla biodiversità e alla conservazione delle specie, ma le condizioni di reintroduzione del superbo re delle montagnenon sembrano idilliache.
Fonte: My Amazighen
Non ci sono più le stagioni di una volta, neanche in Marocco!
L’arrivo in massa dell’aria del Sahara e delle infiltrazioni marittime sono state la causa dei cambiamenti climatici in Marocco. Le regioni più colpite dalla pioggia fuori stagione sono state il Tangerino, il Saïss, il nord dell’Orientale e il centro. Il clima ha manifestatamente perso la bussola. Delle perturbazioni inabituali sono state registrate durante il mese di maggio e i la prima decade di giugno. Temperature eccessive con degli aumenti tra il +5 e + 7, ma anche violenti temporali di rara intensità come a Tangeri dove, in meno di 3 ore, sono scesi oltre 67 mm di pioggia. E poi la grandine che ha distrutto le colture come mai si era visto in passato. Il dato di fatto è che in questi ultimi due mesi delle condizioni climatiche eccezionali hanno prevalso sul normale andamento di stagione. Mohamed Belaouchi, incaricato della comunicazione alla Metereologia Nazionale, spiega che si tratta di fenomeni di rottura ma non vuole arrivare a conclusioni affrettate per quanto riguarda i cambiamenti climatici mondiali. Spiega anche che non sono le perturbazioni che devono preoccupare ma la loro frequenza, in aumento. I principali fattori di questo cambiamento repentino in Marocco sono dovuti all’arrivo di una massa di aria calda e secca da sud del Saharache ha coinciso con delle infiltrazioni marittime che hanno portato una massa di umidità importante. Infatti, questi flussi di aria fresca non sono normali per il periodo. Non soltanto sono portatrici di temporali ma di verinubifragi. Per aggravare il tutto, un anticiclone impedisce a queste masse di entrare in Europa, verso la Francia e le riporta in Marocco. Questo è quello che ha creato il cumulus nimbus che ha alimentato i rovesci che ha conosciuto il paese in maniera ripetitiva e intensa. Le regioni più colpite sono state quella di Tangeri, ma anche il Saïss, il nord dell’Orientale (mediterraneo) e tutto il centro. Le temperature poi hanno visto sulla ultima decade di maggio e la prima decade di giugno delle grosse variazioni e in primis la sensazione di soffocamento come in un clima tropicale che abbina il calore e l’umidità. Gli esempi sono chiari: tra il 23 e il 27 maggio le temperature hanno superato i 29° con dei picchi di 32° registrati tra il 24 e il 27 maggio. A Kenitra sono stati registrati 33° il 24 maggio quando il 23 e il 24 maggio, ad Agadir, si registravano 38° all’ombra. Fès ha conosciuto rispettivamente 30 e 32° il 24 maggio. A Marrakech la colonnina del mercurio è arrivata nel mese di maggio a 36° come a Beni-Mellal. Ma è a Smara che il calore è stato realmente forte con 38° il 23 e il 24 maggio. Differenze con il passato palpabili anche se bisogna dire che si è lontani da record assoluti che ha visto protagonista il reame. Qualche esempio? Nel mese di giugno del 1982 a Fès si registrarono 42,6°, 43,9° a Meknès nel 1950. Il 10 giugno 1952 a Casablanca si conobbe un picco di 38,2°. Ma è a Marrakech e ad Agadir che si sono registrate delle temperature canicolari tra le più forti della storia metereologica del Marocco: rispettivamente, in parallelo, 45,8° nel 1929 e 44,5 nel 1937. Vero è che ieri, 25 giugno 2011, alle ore 12.00 i termometri della città, posizionati al sole, registravano 53°!! Sono stato testimone oculare e non contento ho verificato le temperature in diverse zone della città, sia verso Ouarzazate, che verso Essaouira, e lo scarto ero minimo. E’ da due giorni che a Marrakech le temperature si sono elevate in maniera impressionante e questo caldo sta creando non pochi problemi di vivibilità diurna, tenendo bene a mente che siamo soltanto a fine giugno e queste medie sono tipiche del mese di agosto. Non ci sono più le stagioni di una volta, neanche in Marocco!
Fonte: My Amazighen
Marocco, industria del porno magredino
L’industria del porno in Marocco: pruderie orientali con stars internazionali e attrici amatoriali locali, un bussiness che avanza. Il Marocco è un paese islamico, lo sappiamo. Il Marocco è un regime che non ammette, al momento, intransigenze. Lo sappiamo. Perchè allora molte stars del XXX si recano in questo paese per i loro tournages ? Rischiando grosso, aggiungo io. Molte label come Private, Marc Dorel o Andrew Blake hanno girato qui con porno–attrici come Aria Giovanni, Catalina Cruz, Zara White o Veronica Zemanova, in case o ville private del Reame, in particolare a Marrakech. Per i fans del XXX l’esotico offre dei prodotti molto folk e arrapanti. I canali satellitari specializzati propongono delle programmazioni ad hoc con menzione del luogo di riprese e il Marocco figura in molti curriculum di diverse stars che hanno lavorato in terra araba. Come fanno i produttori e i registi a non incappare nelle maglie dei controlli e della vigilanza delle autorità locali? Le astuzie delle case di produzione sono tante. Prima fra tutte quella di girare degli spot pubblicitari falsi e parallelamente una equipe si dedica alle foto/film porno come è successo con il magazine Private che ha realizzato diversi reportages fotografici in Marocco. Oltre alle bibbie dell’erotico come Play Boy, Hustler e altri. Per gli intenditori le riviste con immagini di interni marocchini sono veramente tante. E’ evidente che il CCM, il centro cinematografico marocchino, svolge il suo lavoro di controllo su questo genere di riprese e le autorizzazioni sono scrupolosamente studiate: non ci sono margini di errore ma i professionisti del XXX sanno come raggirali. Richieste di pubblicità, reportages di moda, fotografie turistiche, servizi sulle regioni del Marocco e altri escamotages sono la copertura dei veri soggetti delle riprese. Secondo un produttore affermato nel campo, questo traffico esiste ed è molto prolifico. Il CCM lavora sodo, legge gli scenari, fa le sue inchieste sulle case di produzione, i registi, i budget e la reputazione delle persone che arrivano nel reame per girare i films, ma si trovano sempre delle facciate pulite inventate di sana pianta dalle società hardcore. Un giovane attore marocchino che conosco personalmente mi ha confidato che è stato contattato per un ruolo in un film che credeva una fiction e che in realtà è diventato un porno durante la fase di montaggio. La storia da copione lo vedeva come chaffeur di un 4×4 per una coppia straniera in vacanza a Marrakech; tour della città e ritorno davanti alla villa, ruolo terminato. Le immagini girate erano più che normali e mai l’attore avrebbe pensato quello che scopri’ durante il montaggio, cioe’ che la sua parte era stata aggiunta a delle riprese fatte all’interno della villa, riprese assolutamente porno. Esempi cosi’ ve ne sono a bizzeffe e succede anche con ragazze reclutate come comparse. Si affittano Riad o ville e dentro a questi luoghi esotici puo’ succedere di tutto e la cosa appettitosa e che i costi, girando in Marocco, si dimezzano drasticamente rispetto all’Europa, alla Turchia e all’Egitto. Con un clima stabile, decori naturali splendidi e una luce fantastica per le riprese, il gioco è fatto. In alcuni casi si rasenta la truffa chiedendo prezzi ridotti ai proprietari delle abitazioni promettendo una bella pubblicità per la villa o il riad! Quando si abborda il capitolo dei films porno in Marocco bisogna pero’ fare un distinguo tra due categorie di films ; quelli amatoriali destinati ad un pubblico più di nicchia e via web, e le grandi produzioni internazionali. E’ nel primo caso che i giovani marocchini si fanno coinvolgere. Ovviamente questo tipo di prestazioni vengono pagate a basso costo e nel complesso sono films che non necessitano di investimenti. I giovani marocchini accettano il “minimo sindacale” e il salario non supera i 2000 dh (180 euro) per una lunga sequenza hard. Le ragazze che accettano questo lavoro vengono generalmente pagate 5000 dh, qualcosa in più dei maschi arabi. La tecnica di lavorazione è semplice, per non incappare nella legge, molto dura nei paesi arabi : le immagini e le foto vengono trasmette via email all’estero e gli addetti ai lavori possono uscire dal paese senza materiali compromettente. Marrakech, Agadir, Essaouira sono le locations predilette per questo genere di films e qui le ragazze, che si fanno chiamare Jihane, Warda, Hiba, Faïrouz, vengono procacciate generalmente nei nigh-club bollenti. A volte sono minori, altre sono divorziate con un paio di bambini a carico, altre con storie di vita molto drammatiche. In tutto questo mercato molto lucroso, scoppiano gli scandali, come quello di Agadir di alcuni anni fà che ha visto come protagonista il giornalista pornografo belga Philippe Servaty, ritrovato con filmini e foto sado-maso, con la compiacenza di 14 ragazze reclutate in loco. Il giornalista è stato condannato a diversi anni di carcere (anche le ragazze perchè qui lavorare nel porno è reato) e sta scontando la sua pena in Marocco. Marocco bollente dunque e chiudo con un nostrano “tutto il mondo è paese”, quando si tratta di sesso.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Turismo Marocco, gli operatori del settore navigano a vista
È’ tempo di turismo in Marocco, ma i turisti non si vedono! Zero visibilità sul secondo trimestre, piani sociali non funzionali, lavoro part-time in molti Hôtels, compagnie aeree che riducono i loro voli..un quadro complessivo disarmante. La RAM, compagnia di bandiera marocchina, ha registrato un -11% durante il mese di maggio. Le previsioni della compagnia annunciano un calo dello stesso ordine per il mese di giugno, e un totale di perdite secche stimate attorno a 20 milioni di DH alla settimana! Perdite che minacciano le fondamenta delle imprese. In termini di prenotazioni, il calo è nell’ordine del 30% sul mese di giugno e luglio, ha dichiarato Abdelhamid Addou, DG dell’ONMT. “Molti paesi europei soffiano sulle rivolte della primavera araba e le manifestazioni di piazza per indirizzare i loro clienti in altri luoghi, quindi l’obiettivo è quello di riorientarli verso il turismo interno”, ha aggiunto Addou. I prossimi mesi sono quindi di fatto compromessi e i professionisti si attendono un estate difficile constatando l’allarmismo gratuito di numerosi tours operators. I più ottimisti attendono giorni migliori vedi una leggera ripresa in..settembre. Il quotidiano L’Economiste ha lanciato un sondaggio ai professionisti del settore e il risultato vede una situazione che sta per infuocarsi e che tocca tutti i settori turistici, dagli Hôtels ai trasporti arrivando agli agenti di viaggio. Per aggravare la situazione gli hôteliers non hanno alcuna visibilità per i tre mesi a venire, navigando a vista, senza sapere dove andare. Amal Kariuon, presidente dell’Associazione degli agenti di viaggio di Rabat suggerisce, per creare più visibilità, di mettere in opera una cellula di riflessione per aumentare le attività turistiche del paese e anticipare i problemi futuri. Altro fuoco sul fuoco, nulla è stato ancora previsto per occupare gli hôtels durante il mese del Ramadan, che coincide quest’anno con il mese di agosto (inizierà verso il 22 luglio per un mese). Sarà opportuno creare un piano speciale del mese sacro, con una reale strategia per commercializzare questo perido difficile dell’anno, altrimenti gli operatori dovranno fare affidamento esclusivamente sul turismo domestico. E ancora, concordare una formula seducente per il piano Biladi, svillupando l’offerta di prodotti mirati ad un preciso target (marocchini residenti all’estero e turismo interno). Ergo mobilizzare gli operatori e creare dei gruppi di agenzie e TO per prenotazioni massive e negoziare i prezzi. Si salvi chi può…è la parola d’ordine costante che si insegue tra gli addetti ai lavori.
Fonte: My Amazighen




























