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Tétouan, piccola Gerusalemme
Le origini della città si perdono nella notte dei tempi; gli oggetti rinvenuti sino ad oggi sono datati verso il III° secolo A.C. e provengono principalmente dalla antica città di Tamuda. Il nome della città, secondo alcuni studi, deriva da “Tittawin” che nella lingua Tamazigh significa “gli occhi” o ancora “le sorgenti”. I Fenici stabilirono un grande magazzino di stoccaggio all’imbocco del fiume Martil. Fu nel 1307 che il sultano merinide Abou Thabef fece costruire la città fortificata di Tétouan con lo scopo di costruire una base avanzata in grado di recuperare Sebta. Popolata da soldati, la città diventò rapidamente un nido fortificato di pirati e davanti ai loro innumerevoli attacchi, gli spagnoli sbarcarono sulla costa e la distrussero completamente. Nel 1492, la caduta di Granada vide l’esodo dal sud della Spagna di migliaia di emigrati musulmani che si installarono nelle rovine della città, rinascendo così dalle sue ceneri e conoscendo in seguito fasti mai vissuti prima. La caduta del reame di Granada segnò la rinascita della città di Tétouan; la sua ricostruzione voluta da Sidi al-Mandri, seguito dai primi Mudèjar che fuggivano dalla Reconquista cristiana, fece della città un luogo d’accoglienza della civiltà andalusa. Protetta dalle barriere naturali di due montagne, aperta sul Mediterraneo, la città offriva una posizione strategica per gli esiliati che non cessavano di respingere la minaccia cristiana. Tétouan è in primis una città andalusa ed è la sola città marocchina costruita esclusivamente da andalusi. L’architettura militare andalusa di Tétouan è un tratto fondamentale della città, la cui ricostruzione all’inizio del XVI°secolo aveva come obbietivo principe quello della difesa contro i portoghesi che avevano già occupato tutte le città marocchine della costa. Beneficiando del vuoto politico che caratterizzava il Marocco di quell’epoca, si creò una città simile a quella che era stata abbandonata. Più dell’architettura, l’arte de vivre tetouanese è segnata dall’eredità andalusa tout court. Questa città chiamata « la colomba bianca » dai poeti arabi, venne designata con termini differenti come « la figlia di Granada » o ancora « la piccola Gerusalemme ». Diventò un luogo di incontro per diverse popolazioni, religioni e culture, da quella andalusa alla ottomana, attraversando quella locale ed europea, la cui simbiosi produsse una cultura tetouanese dominata dal carattere conservatore dei suoi abitanti, che assomigliano caratterialmente ai granadini.
La città ha assimilato l’architettura andalusa nei suoi muri, nelle kasbah, nelle sue piccole case e nei suoi palazzi con patio, fontane e giardini, nei suoi minareti, mausolei e fondouks. Il XIX° secolo fu un secolo di decadenza per il Marocco con la conseguenza diretta della penetrazione economica europea. Questa città conobbe la peste del 1800, la terribile carestia del 1825 e la guerra di Tèteouan del 1860 che ne vide la sua sconfitta contro le truppe spagnole che si ritirarono nel 1862, dietro il pagamento di una indennità che rovinò economicamente la città. La decadenza economica di Tétouan iniziò comunque prima della guerra del 1860 e fu causata dagli spagnoli che affondarono diverse navi nell’estuario del porto della città, mettendo fine alle attività marittime della città. Nel XX° secolo Tétouan conobbe un nuovo assetto politico, economico ed artistico diventando capitale del Protettorato spagnolo nel nord del Marocco. La città moderna venne costruita a lato della antica medina. L’Ensache di Tétouan è attualmente un vero gioiello architettonico con le sue strade ed edifici in stile coloniale spagnolo, le sue piazze e i suoi mercati. L’influenza andalusa non è assente; l’interno della cattedrale di Tétouan può essere confuso con l’interno di una moschea andalusa. Le due parti della città si completano, malgrado i loro contrasti evidenti e a volte stridenti. La conservazione e lo sviluppo dell’architettura e dell’arte tradizionale tetouanese deve molto a Mariano Bertuchi, pittore orientalista spagnolo eccelso e grande amante dell’arte marocchina. Fondò il Museo Etnografico e la Scuola delle Arti e Mestieri tradizionali, un gioiello che rappresenta l’aiuto europeo all’arte andalusa di Tetouan, dove si trovano i preziosi ricami nasridi e mudéjar che perdurano nella broderie tetouanese ancora oggi.
Fonte: My Amazighen
Michele Miglionico, conferito “The Look Of The Year Fashion Award 2015”
MICHELE MIGLIONICO: CONFERITO THE LOOK OF THE YEAR FASHION AWARD 2015
Allo Sheraton Hotel di Catania si è celebrata la trentaduesima edizione di
THE LOOK OF THE YEAR 2015
Si è celebrata allo Sheraton Hotel di Catania la trentaduesima edizione di THE LOOK OF THE YEAR, illustrissima vetrina internazionale del mondo della moda ed autorevole manifestazione e concorso in grado di proiettare nel gotha delle top model mannequin provenienti da 50 paesi di tutto il mondo dotate di assoluta bellezza, personalità ed eleganza .
La competizione nel corso degli anni, ha saputo esaltare indossatrici che hanno rappresentato e rappresentano tuttora icone mondiali di stile e femminilità , quali Cindy Crawford, ,Natasha Stefanenko, Gisele Bundchen, Stephanie Seymour, Linda Evangelista e le italiane Elenoire Casalegno, Elena Santarelli.
Sotto la sapiente guida del producer Nuccio Cicirò e la direzione di Ivana Triolo, la manifestazione ha goduto dell’affascinante conduzione di Youma Diakite, top model ed attrice maliana.
Nel corso della manifestazione le modelle hanno indossato abiti di Alta Moda della collezione “Madonne Lucane” dello stilista Michele Miglionico. Con la sua ultima collezione lo stilista si è ispirato alla Basilicata , sua terra d’origine, mescolando sacro e profano presenti nella quotidianità in un racconto d’amore della sua terra, filtrato dall’alta moda attraverso donne che rievocano ricami e tessiture della tradizione. Nei suoi abiti prevalgono pizzi e nero, con veli e trasparenze che in alcuni casi definiscono un annodarsi accennato di colori per poi virare cromaticamente su intrecci d’oro o vesti rosse che si sposano costantemente con i rosari tenuti in mano dalle splendide indossatrici.
In tale occasione è stato conferito allo stilista Michele Miglionico “The Look Of The Year Fashion Award 2015” per la sua creatività e professionalità.
Il culmine della serata è avvenuto con l’attribuzione del titolo di vincitrice The Look Of The Year Model Award alla 16enne croata Mia Maretic premiata dal producer Nuccio Cicirò.