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Riccardo Tisci, nuovo chief creative officer per Burberry

Riccardo Tisci

Burberry affida a Riccardo Tisci il ruolo di chief creative officer, effettivo dal prossimo 12 marzo. Lo stilista italiano prende il posto di Christopher Bailey, che ha lasciato la casa di moda britannica a ottobre dopo 17 anni di collaborazione. Nei giorni scorsi erano circolati i nomi di Phoebe Philo e Kim Jones come papabili direttori creativi del marchio.

«Sono felice e onorato di entrare in Burberry come new chief creative officer e di ritrovare Marco Gobbetti – è il commento di Tisci nel suo account Instagram -. Ho un enorme rispetto per l’heritage British di Burberry e per l’appeal globale della griffe e credo fermamente nel suo potenziale».

Era stato proprio l’attuale ceo di Burberry, Marco Gobbetti, a chiamare nel 2005 il designer alla direzione creativa di Givenchy, di cui all’epoca il manager era amministratore delegato.

Riccardo Tisci era “disoccupato” da un anno, quando dopo 12 anni di collaborazione si è rotto il sodalizio che lo legava alla maison Givenchy. Allora si era parlato di un incarico da Versace, più volte ventilato ma mai concretizzatosi.

Lo scorso settembre Tisci era stato chiamato alla direzione creativa del mega-show intitolato The New Beginning, organizzato da Vogue Italia allo Scalo Farini.

Più di recente, ai primi di febbraio, Marina Abramović ha annunciato l’intenzione di affidare allo stilista la realizzazione dei costumi per il suo nuovo progetto teatrale, intitolato Seven Deaths.

Entrato in Burberry nel 2001, Christopher Bailey è stato il motore della trasformazione della griffe, che grazie al suo contributo si è trasformata da una piccola realtà di outerwear basata sulle licenze a uno dei marchi globali più apprezzati. L’ultima sfilata firmata da lui è andata in scena questo mese, in occasione della fashion week di Londra, nei Dimco Buildings.

Nel corso degli anni Bailey è stato, oltre che direttore creativo, anche ceo dell’azienda, un ruolo che ha ceduto nel 2017 a Marco Gobbetti. «Io mi concentrerò più specificamente sul design, i prodotti, la creatività, l’architettura, il marketing, la comunicazione, mentre il focus di Gobbetti sarà più su operatività, finanza, vendita al dettaglio e merchandising», aveva precisato allora.

Lo scorso giugno due importanti gruppi di azionisti avevano fatto pressione sulla casa di moda, a proposito dei premi stellari destinati a Julie Brown, chief operating e financial officer dallo scorso gennaio, e allo stesso Bailey, che già aveva espresso l’intenzione di rinunciare al suo bonus, ma non alla ricca buonuscita legata al passaggio di cariche tra lui e Gobbetti. Non era la prima volta che lo stilista veniva messo sotto attacco: già nel 2016 aveva dovuto ridursi drasticamente il cachet.

Nel 2017 Burberry ha registrato un profitto ante-imposte di 462 milioni di sterline, +10% in assoluto ma -21% a cambi costanti, con ricavi pari a 2,8 miliardi di sterline (+10% a cambi correnti e  -2% a cambi costanti).

Nel terzo trimestre del fiscal year in corso, terminato il 31 dicembre scorso, la griffe ha totalizzato 719 milioni di sterline di vendite retail, in calo del 2% a valori attuali e in aumento del 2% a parità di store. Sui numeri pesa l’impatto del cambio, più sfavorevole rispetto all’anno precedente.

Fonte: Fashion Magazine

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