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L’emozione di cambiare stagione

Se pensate che questo articolo sia dedicato ai malesseri derivanti dal cambio di stagione, mal di gola, dolori diffusi alle ossa, reumatismi eccetera, vi dico subito che esiste il sito di Medicina 33 che risponderà adeguatamente alle vostre domande. Qui tratteremo di altro.
Parleremo di scatole, valigie e borsoni stipati nelle cantine, sopra gli armadi, sotto i letti e sui soppalchi. Di valigie, scatole e borsoni che in due momenti dell’anno devono essere recuperati, aperti e svuotati del contenuto, con tutte le conseguenze dirette del caso… lavaggi a mano, in lavatrice e stirature impossibili. Il fenomeno del cambio di stagione, appunto. I sintomi sono ansia, nervosismo e necessità di andare a comprare le scatole dell’Ikea perché “quest’anno sarò ordinata”. I sintomi si manifestano al comparire del primo caldo o del primo freddo a seconda del cambio di stagione di riferimento e durano fino al momento in cui l’agognato cambio sarà stato effettuato. Cosa che si verifica solitamente di sabato o di domenica. Alla fine quello che si prova è il grande senso di soddisfazione che solo un armadio ordinato ti sa dare, ma quello che avviene prima è un momento di tensione psicofisica importante. Si inizia svuotando l’armadio del suo contenuto. Le vere professioniste del cambio stagione lavano, stirano e arricchiscono con rametti di lavanda, appositamente essiccati, i vestiti che devono esser messi via, le dilettanti, invece, escludono ipotesi lavaggio a priori, iniziano piegando con cura e finiscono con … “chi se ne importa, tanto li rivedrò tra sei mesi”. A seconda che si appartenga alla prima o seconda categoria, all’apertura delle valigie ti ritrovi o con  vestiti, gonne e maglioni ordinati e pure profumati o con una massa informe di stoffe arricciate e con l’odore di quelle cose che sono state in un posto chiuso e magari pure umido per svariati mesi. In un modo o nell’altro, arriva il momenti di metter via tutti gli abiti che ci hanno accompagnato per un’intera stagione della nostra vita. Alla fine i vestiti sono come le canzoni. Sono una colonna sonora, solamente più materiale. E così rimetti a posto il vestito con cui hai incontrato una persona che ritenevi importante, quello che indossavi la prima sera che siete usciti da soli, quello di quando sei andata a cena con le tue amiche e avete passato un’intera serata a ridere delle vicendevoli sfighe. Se non sono questi momenti psicologici importanti, allora quali? E poi una volta che hai chiuso tutto dentro una valigia e riempito le mensole dell’armadio, ecco che ti sembra si apra un nuovo capitolo della tua vita. E così eccoci all’inizio di questa nuova stagione invernale davanti ai vestiti che hai appena sistemato in pile ordinate e che diventeranno il ricordo di nuovi momenti che ti prepari a vivere. Un vestito che pensi sarebbe piaciuto tanto a qualcuno che non è più nella tua vita e che magari, in fondo, speri ci sia ancora la possibilità te lo veda addosso, una maglia con cui incontrerai una nuova persona importante, un cardigan per le cene con le amiche che quelle, indipendentemente dalla stagione, ci sono sempre, i maglioni pesantissimi che hai nell’armadio anche se a Roma non li indossi mai, ma che se devi andare a New York sono lì pronti per essere messi in valigia, i tailleur  da indossare a quelle riunioni che devi per forza essere in tiro e che solo a vederli ti procurano un fastidioso senso di nausea, le tute di ciniglia che indosserai per tutto il week end con sotto un paio di Ugg, che non saranno sexy ma quanto sono comodi, gli sciarponi che non riuscirai a toglierti dal collo durante le cene perché hai voluto vestirti scollata anche se ci sono cinque gradi e poi alla fine hai sempre troppo freddo, i cappelli che la pioggia quella fina fina quasi invisibile agisce come una centrifuga sulla piega che ti ha appena fatto il parrucchiere. Visto così il cambio stagione non è poi tanto male. Scrisse quella a cui è venuta l’infiammazione al bicipite dopo averlo fatto. Comunque a questo punto, l’articolo è finito. La stagione è cambiata. Andate a stirare in pace. Sempre che sappiate usare quell’aggeggio bollente. E indossate quel vestito che… non si sa mai.

Fonte: VM-Mag

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