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Principe di Montenevoso, blasone conferito al poeta condottiero Gabriele d’Annunzio

Principe di Montenevoso, dall’omonimo Monte Nevoso, è un titolo nobiliare, creato motu proprio da Vittorio Emanuele III Re d’Italia, su proposta del primo ministro Benito Mussolini per il poeta e condottiero della prima guerra mondiale e dell’Impresa di Fiume Gabriele d’Annunzio.
Il titolo non corrisponde ad un vero e proprio feudo principesco, ma come anche altri titoli conferiti in relazione alla vittoria sull’esercito Austriaco della prima guerra mondiale, fa riferimento a imprese militari nelle quali la persona cui furono conferiti si distinse sul campo, come ad esempio il Maresciallo Armando Diaz, firmatario dell’armistizio, che fu creato Duca della Vittoria, l’Ammiraglio Thaon di Revel, artefice della vittoria marittima che fu creato Duca del Mare, il Maresciallo Pietro Badoglio che ebbe il titolo di Marchese del Monte Sabotino (poi Duca di Addis Abeba), e gli Ammiragli Costanzo Ciano (padre di Galeazzo Ciano) e Luigi Rizzo, che ricevettero rispettivamente quello di Conte di Cortellazzo e Buccari e quello di Conte di Grado e Premuda.
Il titolo, trasmissibile ai maschi primogeniti e con trattamento di Don e Donna, concesso a Gabriele d’Annunzio venne creato con Regio Decreto del 15 marzo 1924, nel giorno delle celebrazioni per l’annessione della città di Fiume all’Italia e fa riferimento all’allora estremo confine italiano verso est, conferito a colui che aveva con l’impresa appunto dell’occupazione di Fiume, così strenuamente combattuto per l’unione della città al Regno d’Italia.
Il motto annesso allo stemma, il grido di guerra “Immotus nec iners” (Fermo ma non inerte), è un verso del poeta latino Orazio ed il blasone, concesso con R.D. del 29 aprile 1926 e RR.LL.PP. del 9 maggio 1926, descritto come ” d’azzurro al Monte Nevoso d’argento accompagnato in capo dalla Costellazione dell’Orsa Maggiore d’argento ( ossia 7 stelle di 7 punte)”, con una spada rivolta verso il basso e da un elmetto Adrian, fu dipinto da Guido Marussig. Come ornamento dello scudo il cordiglio francescano, ed elmo e corona da principe; spesso lo scudo si presenta alato per sottolineare la passione di Gabriele D’Annunzio per il volo. Il padiglione con il colmo di ermellino e frangia d’oro; con la cortina formata dalla bandiera della Reggenza Italiana del Carnaro (campo rosso con il serpe di verde-dell’eternità-mordentesi con la coda e con il nastro con lettere in oro “Quis contra nos?” (Chi contro noi?), racchiudente la Costellazione dell’Orsa Maggiore in argento. La cortina è fermata con i piuoli. Dietro il padiglione sorgono a trofeo le bandiere di Fiume (viola, oro, azzurro) e della Dalmazia (d’azzurro a tre teste di leopardo coronate d’oro).

Fonte: Wikipedia

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