Pitti Uomo, consensi positivi da parte dei retailers internazionali
Raffaello Napoleone, a.d. di Pitti Immagine, si dice «contento» dell’edizione di Pitti Uomo che chiude i battenti oggi, 13 gennaio. A lavori ancora in corso, le proiezioni sulle presenze indicano un’affluenza sostanzialmente stabile: si parla di circa 24.300 compratori da 100 Paesi e un totale di 36mila visitatori. In linea con la passata edizione l’adesione da oltreconfine. Cala del 3,5% quella dall’Italia, «ma i retailer che contano c’erano tutti».
«La cosa più importante per noi di Pitti Immagine – fa notare Napoleone – è il giudizio largamente positivo che emerge dalla grande maggioranza degli espositori e dei migliori negozi e punti vendita internazionali sull’organizzazione, sulla qualità e la varietà stilistica delle collezioni, il livello del confronto tra domanda e offerta, gli eventi speciali».
Positivo il dato della partecipazione estera, «che si è confermata sugli altissimi livelli della scorsa edizione invernale (circa 8.800 persone). Tutto sommato mi sembra un buon risultato anche quello italiano (-3.5% rispetto a gennaio 2016), considerando l’altalena di stati d’animo, sentimenti e proiezioni sul futuro che il nostro Paese sta vivendo».
Come sottolinea l’a.d., «si parla comunque di ben 15.500 compratori italiani e quelli più importanti erano tutti in Fortezza da Basso. Qui a Pitti lavoriamo per trasmettere energia, ottimismo e idee, e veniamo ripagati con la stessa moneta: cosa possiamo volere di più?».
Tra le nazioni straniere Germania, Giappone, UK, Francia, Spagna, Olanda, Cina e Stati Uniti si piazzano ancora una volta ai primi posti della classifica delle presenze. In risalita la Russia, ma calano gli arrivi dalla Turchia.
I principali mercati dell’Europa dell’Est e del Nord (soprattutto Svezia e Danimarca, interessati sia al sartoriale che alla moda di ricerca) si confermano in costante aumento e nuove destinazioni quali Canada, Israele e Sudafrica dimostrano un interesse sempre più forte per la kermesse.
Si segnalano defezioni da Irlanda, India, Messico ed Emirati Arabi. Stabile nel complesso il Sud-Est asiatico, con aree strategiche come Corea del Sud, Hong Kong, Taiwan e Singapore.
a.b.
Fonte: Fashion Magazine