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Intervista di Viviana Musumeci a Lanfranco Beleggia

La storia del brand Rosato, prima dell’acquisizione da parte del Gruppo Bros Manifatture, avvenuta lo scorso anno, è stata, a dir poco, travagliata. L’azienda, infatti,  a causa del fallimento Burani e in seguito a una serie di sfortunate coincidenze a catena, aveva chiuso i battenti nel giugno del 2011. Ma la forza del brand, costruita a colpi di  ”charms”, expertise aretina nell’ambito dell’oreficeria  e testimonial di lusso – Demi Moore e Elizabeth Hurley hanno incarnato i valori glam e aspirazionali del marchio  hanno avuto la meglio e grazie a un’azienda marchigiana come Bros Manifatture, il marchio è ritornato sul mercato, con un’anteprima che si è tenuta alla recente Fiera di Vicenza.

Intervista all’amministratore unico di Bros Manifatture, Lanfranco Beleggia

V.M.: Con quale modalità e quando è stata acquisita Rosato e quali sono gli accordi per l’acquisizione?

L.B: La motivazione che ha animato la scelta dell’acquisizione, avvenuta alla fine dello scorso anno, è stata ed è, l’esigenza di poter misurare il know how, la sensibilità verso i cambiamenti di mercato, il vissuto e l’esperienza del gruppo Bros Manifatture con un marchio e un settore merceologico nell’ambito dell’alta gioielleria. La nostra continua pulsione verso nuove sfide, ci ha spinto a misurarci con un brand dal passato e dalla filosofia importanti, per mettere a frutto il nostro vissuto e la nostra esperienza, ma in abiti nuovi.

V.M.: Siete in contatto on la signora Rosato? Avrà un ruolo?

L.B: Il contributo della Signora Rosato e di tutto il management aretino, è stato prezioso, ci hanno appoggiato e aiutato a ricostruire la storia del marchio ma ora tocca a noi proseguire e dimostrare di sapergli dare una rinnovata identità.

V.M.: Sarà prodotto ancora nel distretto aretino?

L.B: Sicuramente al distretto aretino spetterà la parte principale ma ci avvarremo anche di altri produttori italiani che lavorano già per i grandi marchi.

V.M.: Come sarà caratterizzato il brand nella nuova era?

L.B: Il nostro intento è quello di posizionarci nelle gioiellerie con un prodotto in grado di coprire un mercato ancora scoperto. Vogliamo creare pezzi unici, collezionabili in grado di fare vivere il mondo delle donne attraverso un gioiello.

V.M.: Dal punto di vista della comunicazione, quali sono le strategie che metterete in campo per il rilancio, visto che un tempo per il brand gli investimenti pubblicitari erano alti? Utilizzerete ancora testimonial internazionali?

L.B: Credo che attualmente ci troviamo in un momento di forti cambiamenti e la comunicazione deve sempre più farsi portavoce di nuove esigenze. L’utilizzo di testimonial così forti davano un carattere al prodotto molto legato alla figura e alla personalità del personaggio stesso. Oggi il consumatore ha bisogno di chiarezza, vuole vedere il prodotto, e la filosofia che c’è dietro a quel prodotto, ha bisogno di sensazioni e sentimenti reali e non lontani come quelli di una diva, che seppur apprezzata rappresenta sempre un ideale irraggiungibile.

V.M.: Come sta andando il mercato dell’oro e del gioiello in questo momento?

L.B: In un contesto in cui la crisi c’è, il settore dei beni di lusso continua a crescere. Questo perchè il made in Italy rappresenta un modello di business unico, un punto di forza per l’economia grazie alla creatività, alla cultura e all’artigianato che lo contraddistinguono. Sono convinto che per i prodotti di un “certo livello”, quelli destinati ad una specifica nicchia di pubblico, non ci saranno mai problemi.

V.M.: Che cosa rappresenta per Brosway l’acquisizione di un brand come Rosato?

L.B: Pur facendo entrambi i marchi capo alla stessa azienda, ovvero Bros Manifatture, Brosway e Rosato hanno storie ed identità molto diverse tra loro. Nello specifico Rosato ha un management totalmente nuovo, una rete vendita indipendente così come il prodotto e la comunicazione, senza nessuna contaminazione fra brand.

Fonte: VM-Mag

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