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Frames of Life, progetto per l’estate di Giorgio Armani
GIORGIO ARMANI LANCIA LA PHOTO GALLERY DIGITALE: FRAMES OF YOUR HOLIDAY/MOMENTI DELLA TUA VACANZA
La continuità tra moda e vita è da sempre parte del lavoro di Giorgio Armani che, attraverso il progetto Frames of Life, ha creato fin da subito un dialogo inedito e continuo con il proprio pubblico, puntando sui mezzi digitali che parlano alla generazione di oggi.
Adesso gli spettatori possono diventare protagonisti sul sito armani.com/framesoflife. Per farlo, basterà fotografare un momento indimenticabile della propria vacanza, un luogo o una situazione che racconti istanti di vita vissuta, la stessa che ispira le immagini del sito della nuova campagna pubblicitaria Frames of Life Primavera/Estate 2012.
È Instagram, la piattaforma di photosharing attualmente più diffusa, utilizzabile come app su iPhone e smartphone Android, a fornire il mezzo. Partecipare è un gesto immediato: basta scattare o farsi scattare una foto indossando i propri occhiali da sole preferiti, virarla usando uno dei filtri disponibili e condividerla sui social network aggiungendo l’hashtag #FRAMESOFLIFE. Grazie alla partnership con followgram.me sarà possibile l’integrazione e l’aggregazione delle foto inviate dagli utenti nell’album “MOMENTI DELLA TUA VACANZA” visibile all’interno del sito armani.com/framesoflife.
Il risultato è un’inedita galleria fotografica digitale: un diario visivo composito e corale.
Oro alimentare, dall’antichità ai giorni nostri

La storia dell’oro commestibile – ultima trovata dei grandi chef per impreziosire le tavole più eleganti – parte da lontano. È la riscoperta di una tradizione antica – addirittura risalente agli egizi – che usava le pagliuzze e le foglie d’oro per far brillare le tavole più importanti. Un’usanza molto diffusa nel Medio Evo e nel Rinascimento per abbellire i piatti di carne e i dolci al punto che nella Padova cinquecentesca, il Consiglio cittadino mise un freno all’eccessivo utilizzo dell’oro in cucina, stabilendo che nei pranzi nuziali non si potessero servire più di due portate condite con il re dei metalli. L’oro è commestibile – non ci sono contro indicazioni per la salute, anzi c’é chi gli attribuisce proprietà salutari per il cuore e i reumatismi – ed in farmacia è venduto in soluzioni omeopatiche come integratore alimentare e antireumatico. Il primo a riscoprire l’oro commestibile e a portarlo in tavola, è stato trenta anni fa lo chef Gualtiero Marchesi con il suo risotto con le foglie d’oro a 18 carati. Un “ingrediente” che oggi è prodotto da aziende specializzate e che si acquista nelle gastronomie più fornite. Gli esperti consigliano le pagliuzze d’oro alimentare per creare un effetto scintillante sul cioccolato caldo e nei cocktail, i petali per dare un tocco di luce ai tagliolini al nero di seppia e i foglietti per risotti o decorazioni su pesci pregiati. Viene venduto in sottili lamine ma anche in una polvere molto fine che atomizza sulla superficie creando una placcatura durevole e di gradevole aspetto accompagnando i drinks senza sporcare le labbra, come farebbe invece una vernice dorata. La lavorazione della foglia d’oro si ottiene battendo l’oro fino a ridurlo a una lamina sottilissima, e spesso viene applicata sulle elaborate cornici di specchi e dipinti. In genere la foglia d’oro è più sottile della carta, e controluce appare semitrasparente, anche se nell’antichità era 5-10 volte più spessa di oggi. L’applicazione della foglia d’oro su una superficie è definita doratura. La tradizionale doratura a guazzo è la tecnica più complessa e pregiata. Sull’oggetto da dorare si stendeva una sostanza adesiva, di solito una miscela di gesso finemente macinato e colla. Dopo aver applicato, fatto asciugare e lisciato lo strato adesivo, lo si bagnava di nuovo, poi vi si apponeva la foglia d’oro e si aspettava che asciugasse. Questa tecnica è rimasta pressoché immutata nei secoli, e ancora oggi è eseguita a mano. Tra i principali produttori di foglia d’oro al mondo – e quindi anche di oro commestibile – la ditta fiorentina Giusto Manetti Battiloro (www.manetti.it), fondata nel 1820 e una delle venticinque imprese storiche di Firenze.
World Ducati Week, sapori e colori della Malesia inonderanno i partecipanti della manifestazione
LA MALESIA IN PISTA A MISANO IN OCCASIONE DEL WORLD DUCATI WEEK
Il 22 giugno i sapori e i colori della Malesia inonderanno i partecipanti al World Ducati Week per immergerli nella tipica atmosfera asiatica
Milano, 20 giugno 2012 – In occasione della settima edizione del World Ducati Week, il più grande raduno Ducati al mondo che si terrà dal 21 al 24 giugno al Misano World Circuit (RN), l’Ente del Turismo della Malesia parteciperà all’evento il 22 giugno organizzando dalle 10.30 alle 11.30 una colazione tipica malese nell’area “International Village” del circuito per dare il benvenuto a tutti i Ducatisti e incantarli con le splendide immagini di questa terra misteriosa.
La Malesia, incrocio di culture antiche e tradizioni moderne, non vanta solo una natura rigogliosa e lussureggiante, con le sue foreste pluviali tropicali incontaminate e spiagge paradisiache, ma è anche una destinazione con un’anima molto sportiva.
Per gli amanti dei motori, infatti, la terra malese ospita ogni anno nel Circuito di Sepang il Gran Premio di Formula 1 della Malesia e il Moto GP in una delle tappe conclusive nel mese di ottobre quando si giocano le sorti della classifica finale. Famoso in tutto il mondo per l’alta temperatura che raggiunge l’asfalto, caratterizzato da curve molto pronunciate e da due lunghi rettilinei uniti tra loro da un tornante molto lento per favorire le azioni di sorpasso, il circuito di Sepang sorge a pochi chilometri da Kuala Lumpur, la vivace e dinamica capitale della Malesia, cuore pulsante del Paese e simbolo della modernità.
L’Ente del Turismo della Malesia sarà lieto di incontrare i centauri a Misano portando un angolo di verde e di sapori malesi anche tra gli amanti delle “Rosse di Borgo Panigale” per farli innamorare della terra di Sandokan tra la natura e il rombo dei potenti motori.
www.ducati.it/world_ducati_week.do
Per ulteriori informazioni:
http://www.turismomalesia.it
Emporio Armani, esposizione ‘Icons from Woodstock’ di Elliott Landy a Firenze
Emporio Armani presenta ‘Icons from Woodstock’ di Elliott Landy
Emporio Armani, in collaborazione con Magnum Photos, espone dal 19 al 23 giugno nell’Emporio Armani di Firenze una selezione esclusiva del fotografo e artista americano Elliot Landy. ‘Icons from Woodstock’ è il ritorno a uno dei periodi più entusiasmanti dell’era moderna e un’occasione per rivivere un’epoca che ha segnato un grande momento nella storia della musica e della cultura pop americane.
Dal 1967 al 1969, Elliott Landy ha fotografato nei backstage, sul palco o nelle loro case, artisti che all’epoca erano stelle nascenti ma che sarebbero diventate le leggende del rock: Bob Dylan, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Frank Zappa, Joan Baez, Eric Clapton,Van Morrison e molti altri. Nel 1969 è stato il fotografo ufficiale del Festival di Woodstock.
I ritratti di grandi artisti sono realizzati grazie a un procedimento speciale a infrarossi inventato dalla CIA e sono caratterizzati da un forte contrasto di colori saturi e vivissimi, e da immagini che appaiono inaspettatamente quasi sospese.
Le foto di Landy sono state pubblicate in tutto il mondo e sono diventate le copertine di numerosi album, tra cui ricordiamo Nashville Skyline di Bob Dylan, e di numerosi magazine, tra cui Rolling Stone, Life e The Saturday Evening Post.
- John Lee Hooker, Aero su pellicola a infrarossi a colori, New York City, 1968
- USA. New York City. 1969. Ornette COLEMAN & suo figlio, Aero su pellicola a infrarossi, Central Park
- Janis Joplin, Anderson Theater, New York City, 1968
“Van Cleef & Arpels, Timeless Beauty”, exhibition at The Museum of Contemporary Art in Shanghai
L’Erba Brusca, primo compleanno “sostenibile” con trattamento unico ai ciclisti metropolitani
L’ERBA BRUSCA FESTEGGIA IL PRIMO COMPLEANNO! “IN BICICLETTA”… IN SELLA AD ITALIA VELOCE BICI
L’orto con cucina sulla sponda del Naviglio Pavese offre un trattamento unico ai ciclisti metropolitani
L’Erba Brusca, Orto con cucina della giovane squadra che ha già portato al successo il ristorante Ratanà di Milano ed oggi impegnato anche nel lancio del nuovissimo ristorante dedicato ai Rubitt Dopolavoro Bicocca, festeggia un anno di attività, originalità e passione. E lo fa anche “pedalando” insieme ad Italia Veloce bici.
La cucina di Alice Delcourt, giovane chef anglo-francese, ha raccolto in meno di un anno schiere di appassionati, mossi da un autentico bisogno di ritrovare la qualità delle cose semplici, e affascinati dalla magica atmosfera del locale, un’oasi di natura con un dehors molto speciale, all’ombra di un pergolato di legno naturale, di fianco alle vasche dell’orto con la vista che spazia sul verde dei campi.
Un Compleanno in bici!
Per festeggiare il suo primo compleanno, l’Orto con Cucina vuole rinforzare la sua vocazione “sostenibile” dedicando uno sconto speciale ai ciclisti metropolitani, cioè a tutti quelli che raggiungeranno il ristorante in bici, complice la bella stagione. E per chi ne è sprovvisto?
Italia Veloce, marchio leader nella produzione di bici artigianali Italiane totalmente fatte a mano e personalizzabili, ha deciso di sposare la filosofia del locale mettendo a disposizione dei clienti alcune bici per passeggiate sul lungo fiume. Le si potranno trovare nella rastrelliera rossa davanti all’ingresso del locale, di fianco a quella di Alice, che ha scelto ormai da oltre 15 anni di rinunciare ad ogni altro mezzo di trasporto.
L’Erba Brusca si è fatta notare come proposta originale e assolutamente lontana dai luoghi comuni della ristorazione milanese, sia per filosofia che per location , sempre all’insegna di un profondo rispetto per i ritmi della natura. La scelta delle materie prime, tutte provenienti da piccoli produttori locali di qualità, è dettata dalla stagionalità dei prodotti. Carni biologiche, prevalentemente bianche, come polli da allevamento libero e maiali di cascina, e un po’ di cacciagione, come nella migliore tradizione anglosassone. Pesce rigorosamente povero e sostenibile. Il tutto accompagnato dai prodotti dell’orto della cascina, non più semplici contorni ma veri protagonisti di ogni piatto, aromatizzati dalle erbe odorose di casa: 5 tipi di timo, maggiorana, salvia, rosmarino, dragoncello, camomilla, basilico, prezzemolo, menta, ma anche levistico, achillea, melissa, pimpinella, maggiorana, origano di montagna. Oltre, naturalmente, all’Erba Brusca.
Italia Veloce si pone l’obiettivo di portare sul mercato una bicicletta dal grande valore artistico, stilistico e culturale, con la voglia di riscoprire il vero valore del “fatto a mano”. Ma non solo, Italia Veloce è un modo di poter riassaporare i valori del benessere individuale e della qualità della vita, tipici della “Provincia Italiana” che tutto il mondo ci invidia. Immersi in un mondo di valori della tradizione che sembrano superati ma che ora più che mai sono la vera grande ambizione di tutti. Una pedalata che significa tempo libero, giocare con i propri bimbi o gustare un piatto di pasta in un’assolata piazza in un sabato di primavera. Una pedalata che significa una vita ad “impatto zero” più attenta ai risvolti eco ma che strizza l’occhio allo stile e diventa “eco-chic” per eccellenza. Estetica rigorosa e scelte cromatiche particolari esaltano il concetto di velocità e rendono il prodotto “sempre in movimento” anche quando si trova fermo in salotto o in rastrelliera.
Un ristorante sempre diverso da tutti gli altri, entusiasmante per la capacità di creare uno scenario familiare ma dal sorprendente respiro internazionale…Ora anche in perfetta forma, pedalando con Italia Veloce!
Tanti auguri Erba Brusca! lontano dai luoghi comuni
Tappeti Berberi, scritture segrete e linguaggi del silenzio
Tutti conosciamo i tappeti berberi, i loro motivi geometrici, i loro colori soffusi, e siamo abituati a vederli senza guardarli, a toccarli senza comprenderli, a valutarli e negoziarli senza conoscerne il valore. Quanti tra noi sanno che questi tappeti di lana, nascondono una storia segreta? Che i loro disegni sono in realtà un linguaggio in codice? Quello delle donne berbere che li creano. Come sono fatti è un segreto, riservato a pochi iniziati: storici, esperti di cultura amazigh, appassionati di oggetti antichi, antiquari e galleristi. Nel caos dei souks i venditori assalgono i compratori marocchini così come i turisti, argomentando le vendite sulla qualità della lana, la lucentezza dei colori, e gridano la solita retorica del ”fatto a mano“. Se insistete, vi riveleranno l’origine geografica del tappeto in questione, ma pochi di loro saranno capaci di decriptarvi i segni. La ragione? In un ménage tradizionale berbero, l’uomo e la donna lavorano in cooperazione, con dei perimetri d’azione ben delimitati. La donna si occupa della tessitura dei tappeti, lo sposo della vendita nei mercati rurali settimanali. E’ quindi l’uomo che vende il lavoro della donna, senza poter comprenderlo o spiegarlo. Per lo storico Frédéric Damgaard, “la cultura marocchina è come un iceberg dove la parte maggiore è nascosta e invisibile. La parte visibile e conosciuta perfettamente in tutto il mondo: città imperiali, moschee, kasbah…”. Questa analisi si applica molto bene ai tappeti berberi. Tesoro sconosciuto, è la parte sommersa: losanghe, tratti orizzontali, triangoli e motivi a zigzag, lavorati nel cuore delle montagne.
Disegni semplici e angolari che differiscono totalmente dai motivi floreali carichi di arabeschi e volute dei tappeti cittadini d’origine arabo-andaluse o ottomane. I tappeti berberi presentano una dimensione primitiva. Possiedono un identità propria dovuta alla tessitura praticata dalle tribù transumanti o sedentarizzate, vicino alle città o nascoste tra le montagne. I clans di Beni Jeliadssen, Beni Sadden, Marmoucha, Beni Mguild, Guerouane, Aït Sgougou, Zemmour, Zaïne, Aït Bou Ichaouen, Zenaga o Rehamna, tessono ancora questi tappeti tradizionali con le stesse tecniche ancestrali. Ma allora, questi motivi hanno un senso, o sono l’espressione artistica di un singolo individuo? I disegni geometrici sono in realtà un linguaggio in codice, quello delle donne berbere. Raccontano, per chi sa decriptarli, una saga rapportata alle credenze e all’immaginario della cultura amazigh. E questa storia non è mai la stessa, perchè non è storia di una tribù ma di una persona, individuale e femminile. Ogni tappeto è un libro unico, che porta un messaggio da decodificare, tessuto da chi l’ha creato. I motivi si trasmettono attraverso le generazioni, da madre in figlia. Creazioni artistiche della donna berbera, il suo tappeto riflette prima di tutto le fasi della sua vita e le tappe delle sue esperienze sessuali. Interpretando i segni tessuti nel tappeto, si può apprendere che la donna che lo ha lavorato è vergine, giovane sposa o unita sessualmente ad un uomo. Altre volte i segni rivelano la gravidanza o lo svezzamento di un bambino. Il linguaggio astratto del tappeto berbero prende dunque le sue radici dai corpi, la sua forma e la sua funzione; descrive il ruolo degli organi sessuali e si basa sulla dualità primitiva femminile-maschile. L’incontro dei due sessi diventa l’espressione di una fertilità universale, integrata all’insieme delle forze della Natura. Questi motivi geometrici semplici che intrigano gli appassionati, sono un codice segreto che si mormora, che si trasmette sottovoce, da donna a donna, da madre a figlia. Un buon tappeto è formato da 480.000 nodi al metro quadrato e esige sino a nove mesi di lavoro. E’ il caso, per esempio, dei tappeti Taznakht, colorati con pigmenti naturali, zafferano, henné o menta, a base di pelo di capra o di dromedario. Inginocchiate davanti al loro telaio, per lunghe ore, giorno dopo giorno, le donne raccontano la loro storia, tessendo nello stesso istante, la loro storia, la trama del loro destino. Il tappeto si fa manoscritto, libro aperto e diario di una vita. Una volta archiviato, si avvia verso un destino sconosciuto e diventa tappeto di casa, coperta, arazzo… custodendo al mondo il suo mistero.
Paul Klee, Le Corbusier, Wassily Kandinsky, sono artisti internazionali che hanno reso omaggio al tappeto berbero. Pochi di noi sanno che il celebre architetto Le Corbusier collezionava tappeti berberi che vennero anche esposti a Parigi. All’epoca insegnava alla scuola delle Belle Arti questa teoria: “Fare come le donne berbere, unire alla geometria la più incredibile fantasia“. In Marocco, è essenzialmente Farid Belkahia che ha valorizzato l’arte tradizionale berbera. Le sue tele rendono omaggio alla semiologia berbera, come i tappeti delle donne berbere, le sue opere sono degli enigmi pittorici. Segni e forme criptati sulle tele, ci ricordano le origini di questa terra, ancestrali e profonde.
Credits: Frédéric Damgaard – Yasmina El Kadiri
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Italia Veloce e Erba Brusca, orto con cucina sulla sponda del Naviglio Pavese offre un trattamento unico ai ciclisti metropolitani
Italia Veloce insieme ad Erba Brusca: l’orto con cucina sulla sponda del Naviglio Pavese offre un trattamento unico ai ciclisti metropolitani.
L’Erba Brusca, Orto con cucina della giovane squadra che ha già portato al successo il ristorante Ratanà di Milano ed oggi impegnato anche nel lancio del nuovissimo ristorante dedicato ai Rubitt Dopolavoro Bicocca, festeggia un anno di attività, originalità e passione. E lo fa anche “pedalando” insieme ad Italia Veloce bici.
Un Compleanno in bici!
Per festeggiare il suo primo compleanno, l’Orto con Cucina vuole rinforzare la sua vocazione “sostenibile” dedicando uno sconto speciale ai ciclisti metropolitani, cioè a tutti quelli che raggiungeranno il ristorante in bici, complice la bella stagione. E per chi ne è sprovvisto? Italia Veloce, marchio leader nella produzione di bici artigianali Italiane totalmente fatte a mano e personalizzabili, ha deciso di sposare la filosofia del locale mettendo a disposizione dei clienti alcune bici per passeggiate sul lungo fiume.
Le si potranno trovare nella rastrelliera rossa davanti all’ingresso del locale, di fianco a quella di Alice Delcourt, giovane chef anglo-francese, che ha scelto ormai da oltre 15 anni di rinunciare ad ogni altro mezzo di trasporto.
Diamond Jubilee, celebrazione del Giubileo di diamante di Sua Maestà la Regina Elisabetta II
Unitevi alle celebrazioni a Londra nel 2012 in occasione del Giubileo di diamante di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, che segna i suoi 60 anni sul trono britannico.
A parte la Regina Vittoria nel 1897, Elisabetta II è l’unica sovrana britannica a celebrare un giubileo di diamante.
I festeggiamenti del “Diamond Jubilee” avranno luogo dal 2 al 5 giugno 2012 e includono:
Thames Diamond Jubilee Pageant: una flottiglia di mille imbarcazioni in parata sul Tamigi che seguono la Regina sulla chiatta reale, la Royal Barge (3 giugno)
Te Deum di ringraziamento e processione in carrozza: messa solenne celebrata nella Cattedrale di St Paul seguita da un’altrettanto solenne processione in carrozza con la Regina (5 giugno)
I falò del Giubileo di diamante della Regina: una ragnatela di 2.012 falò illuminerà la notte dell’intero Regno Unito, mentre la Regina accenderà il Falò nazionale (4 giugno)
Altri eventi in onore del “Diamond Jubilee” a Londra
Il 2012 offre un calendario fitto di eventi e mostre speciali per segnare il “Diamond Jubilee”:
Fiume reale: mostra organizzata presso il Museo Marittimo Nazionale che esplora il legame tra la Famiglia Reale e il fiume Tamigi (26 aprile-9 settembre)
Diamanti: una celebrazione del Giubileo: Buckingham Palace ospita una meravigliosa esposizione di diamanti indossati da sovrani britannici (1 agosto-30 settembre)
Elisabetta II fotografata da Cecil Beaton: il Victoria & Albert Museum (V&A) di Londra è sede di un’esposizione delle più famose opere di Cecil Beaton, il fotografo preferito della Regina per oltre 40 anni (8 febbraio-22 aprile)
Concerto di gala in onore del “Diamond Jubilee” della Regina: concerto di musica classica, tenuto presso la Royal Albert Hall, con la partecipazione di artisti di eccezione britannici (2 giugno)
La Regina: arte e immagine: esposizione di 60 meravigliosi ritratti della Regina realizzati da famosi artisti e fotografi presso la National Portrait Gallery (17 maggio-13 ottobre)
E se volete “fare il pieno” della storia reale di Londra, date uno sguardo al nostro itinerario reale londinese per godervi una giornata regale nella capitale.
Tuscan Rewind 2012, terza edizione della suggestiva gara per auto storiche
Le strade montalcinesi, rese mitiche negli anni ‘80 dal mondiale rally, il secondo weekend di giugno (8, 9 e 10) torneranno ad essere protagoniste del Tuscan Rewind, la suggestiva gara su sterrato per auto storiche, giunta quest’anno alla terza edizione.
Alla gara, che vedrà tra i suoi protagonisti alcuni dei più grandi fuoriclasse dei rally di ieri e di oggi, si affiancheranno alcune iniziative legate a particolari ricorrenze. Tra queste spicca la parata riservata ai festeggiamenti dei venticinque anni della “regina” Lancia Delta, in cui potranno sfilare tutti i possessori di Delta, oltre ad alcuni campioni che l’hanno resa leggendaria nei rally.
Castello Banfi, che segue Tuscan Rewind fin dalla prima edizione, quest’anno oltre al Trofeo – con in premio i grandi vini della Tenuta – mette in palio per il vincitore della categoria Storiche un soggiorno weekend nello splendido Castello Banfi-Il Borgo.


























