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Smart ebike, seconda edizione a bici@romaexpo in occasione di MotoDays

March 5, 2013 Leave a comment

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smart ebike a bici@romaexpo in occasione di MotoDays
Due ruote alla conquista della città
smart punta al cuore degli appassionati delle due ruote e, dal 7 al 10 marzo in occasione di MotoDays, partecipa alla seconda edizione di bici@romaexpo presentando alla kermesse capitolina le soluzioni per la mobilità a zero emissioni firmate smart. Protagonista dell’area espositiva organizzata da Mercedes-Benz Roma, la nuova ebike, una vera smart a due ruote che rompe ogni convenzione in fatto di design di biciclette, integrando i componenti della trazione elettrica senza penalizzare il fattore estetico. I visitatori di bici@romaexpo potranno provare ebike in un percorso realizzato per l’occasione all’interno della fiera. Special guest dell’appuntamento dedicato alle due ruote, la terza generazione di fortwo electric drive, ambasciatrice della mobilità 100% elettrica del marchio smart.
Dal 7 al 10 marzo, la nuova Fiera di Roma ospita nell’ambito di MotoDays la seconda edizione di bici@romaexpo, un appuntamento di riferimento per gli amanti delle due ruote per conoscere e provare tutte le ultime novità di un settore in costante crescita, che ha accolto con grande entusiasmo il debutto della ebike, bici a pedalata assistita firmata smart. ebike è la nuova soluzione smart, su misura per le esigenze metropolitane. Nell’area espositiva realizzata da Mercedes-Benz Roma sarà possibile conoscere da vicino i contenuti tecnologici della ebike, ma anche testare il dinamismo e la semplicità di utilizzo tipiche del marchio smart, ora anche su due ruote.
Forte di un design affascinante e al tempo stesso pratica e facile da utilizzare, smart ebike è una vera e propria smart a due ruote. Consente di muoversi in modo rapido e agevole e trovare un parcheggio è ancora più semplice rispetto ad una smart fortwo.
“Con smart ebike offriamo una nuova soluzione di mobilità a zero emissioni ideale per una città come Roma, che sempre più ama le due ruote ‘ecologiche’. Infatti, come confermano recenti ricerche, sono 170.000 i romani che ogni giorno si muovono per la città in bicicletta.”, ha dichiarato Vittorio Braguglia, Amministratore delegato di Mercedes-Benz Roma. “L’ebike smart è il frutto di esperienze raccolte nelle metropoli di tutto il mondo e integra perfettamente smart fortwo. Abbiamo domandato alle persone come si immaginavano l’ebike ideale da utilizzare in città e tradotto i loro desideri in raffinate soluzioni quali la porta USB integrata per gli smartphone o il rigeneratore dell’energia in fase di frenata.”
Una serie di componenti di qualità garantisce una guida all’insegna di forti emozioni, dinamismo e sicurezza. Sulla ruota anteriore e posteriore sono montati, ad esempio, freni a disco idraulici di Magura. Gli equipaggiamenti di serie comprendono inoltre la luce a LED con funzione di marcia diurna e le ruote nel formato 26 – tutto nel design smart ebike. La bicicletta elettrica monta inoltre pneumatici Continental EcoContact Plus, particolarmente resistenti grazie a rinforzi supplementari. Si segnala inoltre la trazione mediante cinghia dentata in carbonio, la quale, diversamente dalle catene delle biciclette tradizionali, non necessita di lubrificazione  ed è completamente esente da manutenzione.
Anche l’infotainment è al passo con le ultime novità in fatto di tecnologia: il collegamento USB di serie consente di alimentare accessori ed integrazioni di svariato tipo. È possibile inoltre personalizzare la propria smart ebike equipaggiandola, ad esempio, con il supporto flessibile smartphone per terminali mobili, il manubrio Comfort e il portapacchi con reti portaoggetti integrate.
Grazie ad una app per l’iPhone concepita appositamente, lo smartphone si trasforma in una centrale informativa. Di grande tendenza è anche la smart ebike Collection: creata in collaborazione con la Mercedes-Benz Accessories GmbH, la collezione comprende ad esempio il casco e le borse nel design smart ed è anch’essa disponibile presso partner smart.
Trazione elettrica potente ed efficiente
L’elevato standard tecnologico di smart ebike è testimoniato anche dal pacchetto propulsivo particolarmente potente ed efficiente. La smart ebike è un Pedelec (Pedal Electric Cycle) ed è pertanto un veicolo ibrido: il motore elettrico BionX, esente da manutenzione, è montato nel mozzo della ruota posteriore e si avvia non appena il conducente agisce sui pedali, come su una bicicletta tradizionale. La forza muscolare viene trasmessa alla ruota posteriore tramite cinghia, un sistema particolarmente longevo che non necessita di lubrificazione e funziona senza produrre rumori. Il cambio a tre marce nel mozzo garantisce al contempo cambi marcia confortevoli.
È il conducente a stabilire, mediante un pulsante sul manubrio, la potenza che il motore elettrico dovrà fornire in ausilio alla forza muscolare. In base alle esigenze, è possibile scegliere fra quattro livelli di potenza. Il quarto livello, il più potente, fornisce la massima spinta. A seconda della potenza scelta e dello stile di guida, l’autonomia della batteria ricaricata può raggiungere i 100 chilometri.
La batteria agli ioni di litio da 423 Wh, elegantemente integrata nel telaio della smart ebike, è una delle più potenti sul mercato. La batteria portatile può essere ricaricata tramite una normale presa domestica oppure, in modo ancora più economico ed ecologico, durante la marcia. Se si frena, il motore integrato nel mozzo si trasforma in un generatore. L’energia frenante recuperata (ovvero “rigenerata”) viene convertita in energia elettrica e accumulata nella batteria agli ioni di litio della ebike.
Estrema facilità di utilizzo ed elevata funzionalità
Facile utilizzo, peso contenuto, ergonomia esemplare e pratici spazi per riporre gli oggetti contribuiscono in modo sostanziale al piacere di guida regalato da smart ebike. Essendo un Pedelec, smart ebike unisce al comfort di un veicolo motorizzato a due ruote la maneggevolezza di una bicicletta. Nei Paesi dell’UE non è necessario alcun patentino, né contrassegno d’assicurazione perché la velocità massima raggiunta con l’ausilio del motore elettrico dei Pedelec non supera i 25 km/h.
Partner competenti del settore delle due ruote
Progettata e sviluppata da smart, la smart ebike viene prodotta in stretta cooperazione con la manifattura di biciclette elettriche GRACE, che ha sede nei pressi di Berlino. La smart ebike rappresenta dunque un prodotto realizzato secondo i migliori standard qualitativi.
La vendita di smart ebike è riservata agli smart center dei singoli mercati. In seguito all’acquisto, la manutenzione della ebike può essere eseguita presso uno smart center o un rivenditore specializzato di biciclette.
smart ebike è disponibile a  2.899 euro, Iva inclusa, esclusivamente presso gli smart center autorizzati alla vendita.
Ulteriori informazioni su media.mercedes-benz.itmedia.daimler.com

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Mercedes-Benz e Sony, nuovo video game amplifica il fascino dell’automobilismo sportivo

March 5, 2013 Leave a comment

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Mercedes-Benz e Sony
CLA 45 AMG ed A 45 AMG protagoniste del gioco DriveclubTM per Playstation 4
Sony Computer Entertainment Inc. (SCEI) ha presentato Driveclub, il nuovo video game che, sviluppato in esclusiva per la Playstation 4, amplifica come mai prima il fascino dell’automobilismo sportivo. Il parco macchine è costituito da numerose vetture sportive Mercedes-Benz dalle prestazioni eccezionali, prime fra tutte le nuove CLA 45 AMG ed A 45 AMG.
Playstation 4 è il sistema di entertainment multimediale di prossima generazione della Sony, un’esperienza di gioco senza confini che avvolge completamente i giocatori. Playstation 4 si caratterizzerà per velocità e potenza grafica di altissimo livello, possibilità di personalizzazione inedite, integrazione di numerose funzioni di socializzazione ed innovative funzionalità di schermo secondario.
Driveclub rispecchia lo stile di vita dei giocatori di PlayStation di prossima generazione offrendo un’intensa esperienza di gara arricchita da un notevole grado di socialità in rete. Infatti, si può giocare in veri e propri club, organizzandosi in team per correre tra amici o sfidarsi tra rivali, a bordo delle migliori auto sulle strade più belle del mondo. La qualità audiovisiva di vetture e percorsi, nonché la realistica visuale dalla plancia, rende ogni gara verosimile ed emozionante. Sulla griglia di partenza “Driveclub” presenta, oltre alla CLA 45 AMG ed alla A 45 AMG, anche altre vetture del Marchio della Stella.
Al via il motore 4 cilindri più potente al mondo
La A 45 AMG, che verrà presentata a marzo al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra, è la prima Mercedes-AMG presentata dall’azienda nella classe compatta. La versione AMG della nuova CLA, invece, farà il suo debutto mondiale a New York. Con una potenza ed una coppia massima rispettivamente di 265 kW (360 CV) e 450 Nm, il motore 2.0 turbo AMG è il più potente propulsore quattro cilindri di serie mai prodotto al mondo. La potenza specifica di 133 kW (181 CV) supera persino quella delle più potenti vetture supersportive. Contemporaneamente i motori convincono per il rendimento sorprendente, oltre a soddisfare la norma sui gas di scarico Euro 6. La A 45 AMG e la CLA 45 AMG sono equipaggiate di serie con il sistema di trazione integrale automatica AMG 4MATIC caratterizzato da una notevole efficienza e dalla ripartizione della coppia completamente variabile.
Ulteriori informazioni su media.mercedes-benz.it e www.media.daimler.com

Beiersdorf, mostra per il 150mo compleanno del creatore di Nivea Creme e Labello ad Amburgo

March 4, 2013 Leave a comment

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Farmacologo, imprenditore, amante dell’arte, politico impegnato: celebra una figura molto affascinante del mondo della cosmetica la mostra A Life for Hamburg Oscar Troplowitz in corso alMuseo Hamburger Kunsthalle di Amburgo e visitabile fino al 30 giugno 2013.
A organizzare la mostra la Beiersdorf che festeggia così il 150mo compleanno del creatore di Nivea Creme e Labello, il polacco Oscar Troplowitz. Il filantropo acquistò nel 1890 il laboratorio Beiersdorf, che all’epoca produceva cerotti medici, e lo trasformò in una società di successo in tutto il mondo, curandone l’immagine assieme al grafico pubblicitario Lucian Bernhard e il litografo Hans Rudi Erdth. Fu l’ideatore, tra i prodotti citati sopra che sono entrati nelle case e nelle borsette di ognuna di noi, del nastro adesivo tecnico e del nastro medico.
Accanto a oggetti e curiosità dedicate agli amanti della cosmesi, la rassegna propone anche i capolavori collezionati dall’imprenditore, tra cui opere di Picasso, Corot, Renoir, Sisley e Liebermann, lasciati in eredità dal farmacologo al museo stesso.
Un evento da non perdere se avete in programma un viaggio nella città tedesca.

Fonte: Olfatto Matto

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Bellezza, maschera uovo per una pelle splendente e luminosa

February 25, 2013 Leave a comment

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Per una pelle splendente e luminosa
Non ci siamo ancora lasciati alle spalle cattivo tempo e neve, ma già le giornate si sono allungate e non sono mancati i giorni di sole. La primavera è alle porte!
Volete preparare il vostro viso al cambio di stagione? Basta una semplice maschera fai da te con tuorlo d’uovo da applicare una volta alla settimana per nutrire la pelle e renderla pronta per il periodo caldo.
Un nutriente tuorlo d’uovo va sbattuto con un cucchiaio di olio d’oliva e va messo su viso e collo per circa mezz’ora. Il mix va tolto poi con acqua tiepida. Per una pelle splendente e fresca, potete aggiungere un cucchiaio di latte al composto.

Fonte: Olfatto Matto

Categories: Art de Vivre

Tempo libero, vivi l’estremo…

February 25, 2013 Leave a comment

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L’uomo per sua natura ricerca emozioni forti. Da sempre. L’emozione che più frequentemente viene cercata (e trovata) è il pericolo, la scarica di adrenalina. Portare il proprio corpo al limite è la passione e molto spesso il lavoro di questi uomini di cui vi voglio parlare. Uomini fuori dal comune che si dedicano totalmente agli sport estremi, i più pericolosi che abbiate mai visto.
C’è un po’ di vento
Gli sport estremi per antonomasia sono quelli che hanno a che fare con l’altezza, in cui il grado di difficoltà è dato dalla possibilità più o meno alta di precipitare in caduta libera da quote considerevoli. Tuttavia, proprio per questa loro caratteristica sono i più affascinanti e, fornendo alla persona che li pratica un punto di vista assolutamente sconosciuto, ai più regalano spettacoli mozzafiato.
Base Jumping
Partiamo subito con le definizioni: il Base Jumping consiste nel lanciarsi nel vuoto da una superficie ferma, che non sia un velivolo. Le basi di lancio possono essere le più disparate, dal classico e illegale (ma molto scenografico) grattacielo di Manhattan fino ai peggiori dirupi di montagna che potete immaginare. Il Base Jumping però non si chiama così perchè il salto viene fatto da una “base”. In realtà bisognerebbe scrivere B.A.S.E. Jumping poichè Base è una sigla che sta per Buildings (edifici) Antennas (antenne) Span (ponti) Earth (rilievi naturali). Chiaramente dopo la caduta, che può durare diversi secondi o addirittura minuti se vi chiamate Felix Baumgartner, l’atterraggio viene effettuato dopo l’apertura del paracadute. Tuttavia questo passaggio non è così scontato come potrebbe sembrare. A qualche pazzo scatenato è infatti venuta la brillante idea di lanciarsi dopo una caduta di 45 metri su una pila di scatoloni di cartone alta circa 4 metri alla folle velocità di 30 m/s che sembrano pochi, ma sono sempre quei 100 km/h che sulle nostre automobili ci fanno tanta paura. Il Base Jumping però non va confuso con il paracadutismo. A differenza di questo, infatti, il Base Jumping si effettua da quote notevolmente più basse, aumentando la difficoltà. Il tempo di caduta medio di un paracadutista infatti è di circa 3 minuti, mentre per il Base Jumper è di pochi secondi, cosa che può fare la differenza nell’apertura del paracadute.
Parapendio
Il parapendio è la versione progressive (usando un termine musicale) del paracadute. E’ una forma di paracadutismo acculturata, cerca sì il pericolo e l’adrenalina, ma si abbandona molto spesso alla contemplazione pacifica dello spazio circostante approfittando di delicate correnti ascensionali per mantenere il volo più a lungo possibile. L’attrezzatura è formata fondamentalmente da un‘ala rettangolare collegata all’imbrago dai cosiddetti fasci funicolari, i fili che collegano i due elementi. Il decollo si effettua da terra (a differenza del paracadutismo) facendo gonfiare la vela dal vento correndo in direzione opposta oppure esponendo l’ ala alla corrente e aspettando il momento esatto dello stacco. La caratteristica fondamentale del parapendio è, come dice il nome stesso, l’estrema vicinanza della persona al terreno, al pendio, appunto, e questo lo rende lo strumento perfetto per osservare il paesaggio circostante; considerando poi che la posizione dello sportivo è praticamente sdraiata, non è sbagliato definirlo lo sport estremo più comodo e al tempo stesso più suggestivo. Questo non deve però far pensare che sia meno pericoloso: situazioni anomale come chiusure improvvise del paracadute o stalli con conseguente perdita di portanza, che è la forza che tiene su la vela, sono sempre dietro l’angolo e vanno prevenute adottando tutte le regole di sicurezza imposte dalla legge e facendo regolari controlli di manutenzione.
Scoiattoli volanti? No, Wingsuit!
Arriviamo al sodo: questo è lo sport più pericoloso che l’uomo abbia mai inventato. L’ idea di far volare l’ uomo non è certo cosa nuova e le origini di questo sogno realizzato con secoli di fatiche è riconducibile a basi mitologiche con la figura di Icaro e le sue ali di cera. Tuttavia negli anni novanta al signor Patrick de Gayardon venne in mente di creare una tuta alare che permettesse all’ uomo di volare senza dover salire su un aereo. In sostanza vengono applicate alla tuta delle membrane del tutto simili a quelle degli scoiattoli volanti che con un flusso d’aria adeguato si gonfiano generando portanza. Il principio è semplicissimo, la cosa sconvolgente sono le modalità di applicazione. A metà strada tra il Base Jumping e il parapendio, l’utilizzo delle wingsuit fa raggiungere al praticante velocità di 363 km/h (Guinness World Record) ad altezze del pendio del rilievo da cui ci si è lanciati dell’ordine di pochi metri, al massimo 20/30.
La pericolosità dello sport si sente a pelle. A quelle velocità, e soprattutto a quelle altezze, un errore anche minimo nel posizionare il corpo rispetto al flusso dell’ aria ci farebbe fare una bruttissima fine senza neanche accorgercene. L’atterraggio si effettua regolarmente con un paracadute come quelli per il Base Jumping. Abbiamo capito però che quando si tratta di rischiare, l’ Umanità non conosce limiti. Anche qui infatti un paracadutista di nome Gary Connery è atterrato su degli scatoloni senza l’ausilio del paracadute uscendone perfettamente illeso. Data la sua recente nascita la disciplina del Wingsuit è ancora in fase di evoluzione e ogni tanto vengono proposte delle varianti a reazione molto interessanti: Visa Parviainen, finlandese, applicandosi 2 motori a reazione alle caviglie è riuscito a mantenere un volo perfettamente orizzontale per ben 30 secondi, cosa straordinaria visto che in questo sport la componente verticale del moto viene a mancare molto raramente e per brevissimi periodi.
Dall’alto in basso: l’acqua a livelli estremi
Il 75% del nostro pianeta è sommerso da acqua, noi siamo fatto per la maggior parte di acqua, se l’acqua allo stato liquido non esistesse sulla Terra non saremmo qui a parlarne. Possibile che l’acqua sia solo un liquido da bere per noi? Vediamo di coglierne gli aspetti più giocosi, pericolosi ed estremi.
Kitesurf
Farsi trasportare dal vento per spostarsi è un’idea che nacque già in Cina intorno al 1200, tuttavia il Kitesurf per come lo conosciamo oggi è un’invenzione che risale agli anni novanta, quando Bruno e Dominique Legaignoux resero l’idea di collegare una tavola da surf a un aquilone una cosa sicura e accessibile a tutti. Il Kitesurf è stato da poco nominato come il natante mosso da vento più veloce al mondo ma ci sono notevoli margini di miglioramento per le prestazioni. Chiaramente, proprio per queste sue elevate velocità, il Kitesurf non è certamente uno di quegli sport in cui si può rimanere ” passivi” come nel parapendio. Esso richiede un notevole sforzo da parte del surfer che deve riuscire a utilizzare il vento compreso tra gli 8 e i 40 nodi per compiere quelle acrobazie spettacolari che qualche volta vediamo mentre siamo al mare. Gli stili di Kitesurf però sono diversi, tra cui possiamo individuarne due principali: il wavestyle che consiste nello sfruttare le onde per divertirsi e, perchè no, far divertire più facilmente, e il wakestyle: il surfer si lascia semplicemente portare dal vento decidendo autonomamente come eseguire i salti che saranno prodotti da un salto, appunto, del surfer.
Immersioni in apnea
Penso proprio che in questo sport si raggiungano davvero i limiti fisiologici dell’ uomo. Un solo respiro per raggiungere il massimo risultato, niente iperventilazioni con bombole d’ossigeno come succede nei programmi televisivi, niente di niente: aria e polmoni. Le origini di questo sport si perdono nella notte dei tempi; sin dall’antichità l’uomo ha sempre voluto esplorare i fondali marini per motivi vari: dalla pesca alla raccolta di conchiglie e altri oggetti. Per quanto però la tradizione sia molto antica, l’apnea rimane uno sport ad altissimo rischio: se infatti l’aria all’interno dei polmoni si carica troppo di anidride carbonica (ipercapnia) o al contrario l’ossigeno scende a livelli troppo bassi (ipossia) se non si viene recuperati immediatamente l’immersione potrebbe avere conseguenze spiacevoli. Occorre quindi seguire dei corsi preparatori, valutare seriamente il grado di difficoltà di quello che si sta andando a fare e, importantissimo, essere sempre accompagnati da qualcuno che è almeno al nostro stesso livello di esperienza. Ma se state pensando che l’apnea è uno sport noioso, che in fin dei conti più che blu a 360 gradi non ci fa vedere vi sbagliate di grosso. Sono numerosissime infatti le competizioni che si svolgono in ambienti caraibici in fondali meravigliosi. Tuttavia, anche se fatto nei posti più belli del mondo, l’apnea rimane comunque uno sport statico, di pura concentrazione. Sbagliato di nuovo! C’è quest uomo, Guillaume Nery, che si immerge in cavità molto profonde, a dir poco terrificanti e ne esce autonomamente, senza alcun sistema di risalita all’infuori dei propri muscoli, il che rende il tutto più difficile perchè muovendosi, chiaramente, si consuma ossigeno.
Piano terra, sport estremi terresti
Siamo finalmente alle quote che più ci si addicono, sport che di estremo hanno molto di meno rispetto a quelli che abbiamo mostrato fino ad ora. Tuttavi questo non li priva del loro fascino e dei loro elementi più divertenti.
Skateboard e possibili applicazioni
Visto che saltare più in alto di 2 metri ci risulta piuttosto difficile, e visto che non possiamo andare sottoterra, non ci rimane altro da fare che scivolare. Non bisogna cadere nell’errore, però, di limitare lo scivolamento a quello su ruote e sull’asfalto tipico dello skateboarding, dobbiamo ampliare le nostre vedute.
Snowboard
Famosissimo, divertentissimo, relativamente facile da praticare, magnifico da vedere. Lo Snowboard si esalta senza dubbio nella sua modalità fuori pista. Lasciati da un elicottero nei posti più inaccessibili ci si lancia verso valle a velocità considerevoli con altissimi rischi di valanghe proprio per il fatto che si è fuori pista e non c’è nessun tipo di controllo sulle condizioni del manto nevoso. Molto spesso si è anche portato a dover compiere salti di diverse decine di metri a causa di improvvise sconnessioni del terreno sottostante che tra l’altro sono la principale causa di lesioni agli arti inferiori data la caratteristica improvvisa di queste insidie. C’è poi la variante freestyle dello snowboard che di estremo ha molto poco data la sua pratica in condizioni di sicurezza adeguata, ma che è comunque molto affascinante.
Sandboard, lo sport che non ti aspetti
Perchè non scivolare sulla sabbia? Il 30% delle terre emerse è costituito da deserti (che spreco eh?) di cui il Sahara è notoriamente il più esteso. Ed è sabbioso. Nove milioni di km quadrati di sabbia a nostra disposizione per praticare questo magnifico sport. Funziona tutto come per lo snowboard solo che questo si può praticare tutto l’anno data la temperatura costante (ed estrema) dei deserti. Ovviamente il Sahara non è l’unico luogo in cui si può praticare. Non sono infatti rari i vulcani dalle pendici sabbiose che offrono scenari fantastici per i sandboarders che potranno vivere un’esperienza unica surfando su sabbia nera di origine vulcanica. Questo sport si può praticare sia in piedi, “indossando” regolarmente la tavola ai piedi, oppure da sdraiati, infilando le mani negli agganci destinati ai piedi. Ovviamente quest’ ultima variante è consigliata alle persone meno esperte che lo praticano fondamentalmente come attività turistica: son sempre di più i villaggi vacanze, per lo più in posti esotici, che propongono il Sandboard come attività ludico ricreativa.

Roberto Collorafi

Fonte: Tasc

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Race of Morocco, prove del WTCC 2013

February 23, 2013 Leave a comment

gp-marrakechPer il suo quinto anno di esistenza, il Grand Prix di Marrakech accoglierà, il 5/6/7 aprile prossimo, le prove del WTCC, con qualche novità tra cui la star automobilistica marocchina Mehdi Bennani e Miss Mondo 2009, Kaiane Aldorino.  Durante la conferenza stampa organizzata al Sofitel di Casablanca, Aly Horma, direttore generale del Grand Prix,Mohammed Ouzzine, ministro della Gioventù e dello Sport, Lahcen Haddad, ministro del Turismo e Lorraine Deloison, Direttrice Comunicazione del gruppo Eurosport, hanno svelato  i contorni del prossimo Race of Morocco. La prima grande novità è la presenza della famosa serie GT Super Car con 24 vetture leggendarie tra cui una Mercedes SLS GT3, un Audi R8, una Bentley GT3 e una Lamborghini LP600. Una première per questa corsa fuori dalle frontiere europee. Per festeggiare il quinto anniversario del circuito Moulay El Hassan, creato nel 2009, sarà presente la Miss Mondo di quello stesso anno che darà il via alla serie GT Super Cars; una dose di glamour tutto al femminile nell’universo, molto maschile, dei motori. Queste solo solo alcune delle novità che si affiancheranno ad una prestigiosa collezione di Formula 1, la categoria regina dello sport automobilistico. Queste F1 saranno sia moderne che storiche perchè alcune di loro parteciparono al Grand Prix di Ain Diab a Casablanca nel 1958. Infine, come ogni anno, la star dei paddocks marocchini, Medhi Bennai, che sarà presente per impugnare la vittoria nella WTCC. La Clio RS Cup e le Formule 3000 con dei bolidi oltre  600 cavalli, saranno presenti alla manifestazione. Durante i tre giorni sono  previsti diversi appuntamenti come lo show parade, simulatore di corse, Fun Park e molto altro. Ultima importante novità vede la firma tra i ministeri dello Sport, dell’Interno, del Turismo e di Marrakech Grand Prix per perennizzare l’avvenimento nei  prossimi tre anni. In vista della F1 che donerebbe a Marrakech una visibilità internazionale.
Qualche numero:
4,7 la lunghezza del circuito
1.240 posti di lavoro  diretti per la costruzione del circuito
2.680 posti annuali di lavoro per l’organizzazione dell’evento
480 milioni di telespettatori nel 2012
75 canali televisi di 160 paesi
220 milioni di Dh di entrate dirette e dai patners

Fonte: My Amazighen

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Mercedes-Benz Classic, 125 anni prime esportazioni di automobili

February 13, 2013 Leave a comment

 

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Mercedes-Benz Classic
125 anni fa le prime esportazioni di automobili
1888: a due anni dall’invenzione, l’automobile si avvia alla conquista del mondo
Francia: mercato chiave per Daimler e Benz
Stoccarda – L’automobile iniziò ad essere esportata nel 1888: Carl Benz e Gottlieb Daimler commercializzavano i loro prodotti anche e soprattutto all’estero, ponendo così le basi per una storia di successo a livello internazionale. All’epoca però erano ancora concorrenti. Nel 1886, indipendentemente l’uno dall’altro, inventarono entrambi l’automobile. Solo nel 1926 ci fu la fusione tra le aziende Benz & Cie. e Daimler-Motoren-Gesellschaft che diede vita a Daimler-Benz AG.
In un primo momento, nel 1888, due erano i mercati chiave. Sia Benz che Daimler commercializzavano i loro prodotti in Francia mentre Daimler puntò anche sulle vendite negli USA. Entrambe le nazioni si rivelarono molto ricettive nei confronti del nuovo prodotto tecnologico. È l’inizio di una nuova era: la vendita dell’automobile, prodotto nuovo e tecnologicamente sofisticato, richiedeva un’organizzazione completamente nuova. Inizialmente i prodotti venivano venduti direttamente in fabbrica. Presto però iniziarono a diffondersi agenzie di vendita sia in Germania che all’estero gestite in parte dai produttori ed in parte da privati. Al volgere del XX secolo, le automobili erano presenti già in ogni parte del mondo. In molti
Paesi le prime automobili in circolazione furono proprio le nuove vetture di Benz e Daimler.
A fronte del grande successo, la produzione aumentò, le vetture vennero perfezionate e la gamma dei modelli ampliata. Già agli esordi iniziarono a svilupparsi gli stessi fattori che ancora oggi caratterizzano il settore automobilistico e che lo hanno reso in tutto il mondo un forte settore economico.
Svolta internazionale per l’automobile
La “Patent-Motorwagen” (veicolo a motore brevettato) di Benz è considerata la prima automobile del mondo. Il 29 gennaio 1886, Carl Benz depositò il brevetto del suo “veicolo con motore a gas”. Mentre i giornali locali di Mannheim parlavano del nuovo veicolo profetizzandone il brillante futuro, Benz era inizialmente più cauto. Quest’ultimo riteneva infatti che non potevano o non dovevano essere vendute automobili, finché gli esperti come lui non fossero stati in grado di gestirle pienamente.
Tuttavia, cambiò opinione due anni dopo, quando Bertha Benz effettuò ad agosto del 1888 il primo viaggio sulla lunga distanza con il veicolo a motore, recandosi con i suoi figli da Mannheim a Pforzheim e ritorno. Questo viaggio convinse perfino l’inventore che il suo prodotto era affidabile e pronto per il lancio sul mercato. Benz presentò il veicolo a motore a settembre del 1888 alla mostra “Munich Power and Work Machine Exhibition” facendo così conoscere l’automobile ad un pubblico più vasto.
La Francia creò le basi per la svolta della produzione in serie. Nel 1888 Carl Benz spedì il primo esemplare del veicolo a motore brevettato Benz nella versione più sviluppata, nota come Modello 3, all’ingegnere francese Émile Roger che gestiva un’officina a Parigi e che già da alcuni anni vendeva i motori stazionari Benz a due tempi. “Venne, vide ed acquistò prima un’automobile, poi alcune ed infine molte”, scrisse Benz nelle sue memorie. Del Modello 3 vennero prodotti complessivamente 25 esemplari.
Fu grazie a tale successo in Francia che si decise di andare avanti con la produzione. In Germania infatti le automobili di Benz all’epoca non avevano riscosso grande successo da parte del pubblico, come scriveva l’inventore stesso nel 1914 in una lettera al South Kensington Museum di Londra. Il direttore gli aveva chiesto informazioni di prima mano su un veicolo a motore brevettato Benz del 1888, appena entrato in possesso del museo. “Solo dopo che [Émile] Roger diffuse questa innovazione a Parigi e dopo che furono introdotte e vendute alcune automobili in loco […], siamo stati in grado di avviare la produzione vera e propria e, da quel momento in poi, abbiamo avuto veramente tanto lavoro”, scrisse Benz.
La suddetta vettura appartiene oggi al Science Museum, Londra, e dal 2009 si trova come prestito provvisorio nel Museo dell’Automobile Dr. Carl Benz a Ladenburg. È la più antica automobile al mondo completamente conservata.
Émile Roger non si occupò solo del concessionario Benz a Parigi, ma anche delle vendite a livello internazionale, avendo ottenuto diritti di esclusiva per la Francia ed il resto del mondo. Roger non solo divenne quindi il primo rappresentante di automobili Benz, ma riuscì anche a vendere la maggior parte delle auto durante questo primo periodo: tra queste anche la vettura che oggi è di proprietà del Science Museum. Fino al 1893 l’azienda Benz produsse solo 69 veicoli, ma oltre il 60% di loro andarono a francesi. Per l’inizio del XX secolo, Benz & Cie. aveva consegnato circa un terzo di tutta la produzione pari a ben 2.300 automobili in Francia. I veicoli Benz potevano essere ordinati in qualsiasi parte del mondo. Oltre a Vienna, Bruxelles, Basilea, Milano, Mosca e Londra, erano presenti agenti a Barcellona, Budapest, Buenos Aires, Bucarest, Ginevra, Il Cairo, Città del Capo, Madrid, Melbourne, Città del Messico, Nimega, Oporto, Pretoria, Singapore, Stoccolma, Torres Vedras, Vevey e Varsavia.
Daimler: vendite tramite partner commerciali amici
Anche per Gottlieb Daimler l’estero rappresentò inizialmente il mercato più importante. Da quando era Direttore Tecnico della fabbrica di motori a gas Deutz negli Anni Settanta del XIX secolo, Daimler curava rapporti amichevoli e commerciali con l’avvocato parigino Edouard Sarazin. Il co-proprietario della “Compagnie Française des Moteurs à Gaz et des Constructions mécaniques” seguiva le attività di Daimler con particolare interesse. Quando l’inventore tedesco negli Anni Ottanta del XIX secolo iniziò a sperimentare a Cannstatt il veloce motore a benzina, l’avvocato si recò a trovarlo e rimase subito colpito dalle sue idee. I due amici concordarono che, una volta completati, Sarazin avrebbe introdotto i nuovi motori in Francia: con una stretta di mano acquisì i diritti a commercializzare tutte le future invenzioni di Daimler sul territorio francese.
In base all’accordo, Sarazin avrebbe protetto anche in Francia i brevetti di Daimler registrati fino al 1886 in Germania. Nel 1887, Sarazin parlò con l’imprenditore Émile Levassor della possibilità di costruire motori Daimler in Francia; conosceva Levassor ed il suo partner René Panhard per aver studiato insieme all‘“L’Ecole centrale”. Sarazin morì alla fine del 1887 a causa di una malattia renale, ma non prima di aver pregato la moglie di proseguire la commercializzazione delle invenzioni di Daimler in Francia. Louise Sarazin scrisse quindi a Gottlieb Daimler offrendosi di continuare il lavoro di suo marito in Francia. L’inventore accettò “di cuore”, come scrisse lui stesso, e definì gli accordi con la nuova partner commerciale per l’utilizzo dei brevetti Daimler in Francia. Come previsto, Levassor si occupò della produzione dei motori Daimler su licenza.
L’Esposizione Universale di Parigi, che si tenne da maggio ad ottobre 1889, rese famoso in Francia il veloce motore a benzina. Un rapporto pubblicato nel 1890 sull’Esposizione Universale definì il motore della vettura Daimler il “progetto maggiormente degno di nota”. Sembra che anche gli altri imprenditori la pensassero allo stesso modo: dopo l’esposizione, alcune fabbriche francesi di macchine si offrirono infatti di costruire i prodotti Daimler su licenza. Tuttavia Gottlieb Daimler rimase fedele alla parola data. Il 5 febbraio 1889 aveva già concordato con Louise Sarazin che solo lei avrebbe potuto utilizzare tutti i brevetti francesi e belgi ponendo solo due condizioni: “Tutti i miglioramenti ed i perfezionamenti realizzati da entrambe le parti devono andare a vantaggio di entrambe le parti; tutti i prodotti devono portare il mio nome e Lei non mi farà concorrenza in altri Paesi.”
Poco tempo dopo Louise Sarazin trasferì tutti i diritti di produzione all’azienda Panhard & Levassor in cambio del pagamento di una tassa di licenza del 20%: il 12% della quale sarebbe spettato a Daimler. “Su questi accordi tra Gottlieb Daimler e la sig.ra Sarazin da un lato e tra la sig.ra Sarazin ed Emile Levassor dall’altro si fonda l’intera industria automobilistica francese”, si legge in una pubblicazione celebrativa redatta nel 1950.
Gli inizi in America nel 1888
Già nell’estate del 1888 Gottlieb Daimler fondò con William Steinway, proprietario dell’omonima fabbrica di pianoforti a New York, la “Daimler Motor Company” come joint venture con sede a Long Island, New York, ed affidò contrattualmente a Steinway l’utilizzo dei suoi diritti di brevetto sui motori e le vetture negli Stati Uniti ed in Canada. Inizialmente il costruttore di pianoforti con la propensione per i motori a scoppio si occupò soprattutto di marketing. Iniziò ad inviare dépliant ed esibire le invenzioni di Daimler in una mostra permanente. Nel 1891, ad Hartford, Connecticut, su ordine di Steinway vennero “prodotti per la prima volta negli Stati Uniti d’America i motori a benzina per automobili” come si legge in una targa commemorativa installata successivamente nelle fabbriche Underwood di Hartford, e nello specifico, “secondo i piani originari di Daimler”. Si dice che, nello stesso anno, Henry Ford, dopo aver visto questo motore a benzina, abbandonò l’idea di alimentare i propri veicoli con motori a vapore.
Lo sapevate?
Classe S sarà al centro degli stand fieristici di Mercedes-Benz Classic durante la Retro Classics 2013 a Stoccarda
(dal 7 al 10 marzo 2013) e la Techno Classica ad Essen (dal 10 al 14 aprile 2013).
Ulteriori informazioni su: media.mercedes-benz.it e www.media.daimler.com

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Sessa Marine, debutto in Australia al Melbourne Summer Boat Show 2013

February 7, 2013 Leave a comment

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SESSA MARINE debutta in Australia al Melbourne Summer Boat Show 2013 
Il Gruppo SESSA MARINE espande sempre più i propri orizzonti nel mercato Asiatico nominando Premier Yachting dealer ufficiale per l’Australia. 
Il cantiere esporrà, in occasione del  Melbourne Boat Show presso New Quay marina di Docklands dall’1 al 3 febbraio, il SESSA C38. Gli ambiziosi obiettivi prevedono anche di dare visibilità al brand e ai prodotti SESSA MARINE durante il Sanctuary Cove International Boat Show 2013 (Maggio 23 – 26) e il Sydney International Boat Show (Agosto 2 – 6).
Premier Yachting, a cui è stato recentemente consegnato il SESSA C38, è ora in attesa dell’ammiraglia di SESSA, il C68, previsto per Aprile 2013 e già venduto ad un membro del Royal Brighton Yacht Club.
Vicsail Fremantle ha inoltre accettato l’incarico come broker di Premier Yachting per il marchio SESSA MARINE oltre ad aver già pianificato la presenza di un’imbarcazione in occasione del Club Marine Mandurah Boat Show che si terrà dall’ 11 al 13 ottobre 2013.
Premier Yachting riferisce “Oltre agli elevati standard qualitativi, queste imbarcazioni sono decisamente competitive nel prezzo; la gamma SESSA avrà certamente un enorme impatto nel mercato Autraliano delle imbarcazioni di lusso”.
“In un momento così delicato per il mercato interno, la nostra forza è stata quella di aver rivolto lo sguardo al mercato globale non solo facendo conoscere e apprezzare il nostro prodotto ma anche cercando di renderlo più appetibile sui nuovi mercati, andando incontro alle diverse esigenze funzionali e culturali” dichiara Riccardo RadiceVice presidente di SESSA MARINE.
About Premier Yachting 
Premier Yachting, con base a Melbourne, fornisce servizi di vendita e brokerage per yacht e imbarcazioni su tutto il territorio australiano.
Jim Sismanes – CEO di Premier Yachting group, afferma che, ” rispettare elevati livelli di etica professionale in questo settore è fondamentale per sviluppare e mantenere relazioni con i clienti.  In fondo, si tratta di dedicare grande attenzione ai bisogni dei propri clienti. Credo che la nostra più grande forza risieda proprio nel saper coltivare  le relazioni con i nostri clienti “.
Premier Yachting è inoltre specializzata nella vendita e locazione di posti barca per imbarcazioni  di diverse metrature in sei location differenti situate tra Victoria, Tasmania e Queensland.
Premier Yachting collabora attualmente con una serie di agenize di brokerage in Victoria, Tasmania e Western Australia compreso Webster Marine Melbourne, Webster Marine Paynesville, Tasmanian Boat Brokers, Vicsail in Freemantle e 38degrees south Boat sales in Williamstown. Attraverso questa rete Premier Yachting è ora in grado di garantire la più ampia offerta di imbarcazioni nuove e usate in Victoria.
Premier Yachting Pty Ltd
253 The Esplanade, Brighton,  Victoria, 3186 Melbourne
Australia Phone: +61 3 9592 4022, www.premieryachting.com.au

Brewpub

January 28, 2013 Leave a comment

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Si tratta di una birreria, o più raramente di un ristorante, che produce e serve direttamente ai cliente la propria birra. Spesso l’ impianto è “a vista”, sia per fare “arredamento” che per far comprendere immediatamente al cliente la tipologia del locale. Oltre a tutte le problematiche di un microbirrificio ha anche quelle relative alla somministrazione di cibo e bevande al pubblico. La licenza comunale è quindi diversa ed il titolare, o un suo preposto, deve essere in possesso dei requisiti per poter esercitare l’attività. Anche il lavoro cambia parecchio, sia per il maggior numero di figure professionali coinvolte (cuochi, camerieri ecc..) che per gli spazi che l’attività richiede. La competente USL deve agire su più fronti e prendere in esame anche le cucine, i servizi, gli spogliatoi del personale ecc ecc… Le casistiche qui sono così numerose e variegate che è quasi impossibile fornire indicazioni di massima. Sicuramente è più semplice affiancare una produzione ad un attività di ristorazione già avviata, o per lo meno preesistente. Non si trascuri inoltre che, a differenza di un micro che quasi sempre è ubicato in zona artigianale o comunque fuori dai centri abitati, un brew-pub è spesso nel centro di una città, con le problematiche relative ai parcheggi selvaggi, agli schiamazzi notturni, ai rumori ed agli “odori” durante la produzione. Attriti con i vicini e con l’amministrazione comunale possono creare seri problemi ed anche “sequestri cautelativi” a tutela della salute pubblica. (incredibile vicenda realmente successa ad un brewpub di Barletta accusato di inquinare con le “esalazioni di luppolo”). Un brewpub ha comunque un grandissimo vantaggio legato al minor tempo richiesto per recuperare il capitale investito e di fornire immediatamente (o quasi) un cash flow anche importante. Anche il dimensionamento dell’impianto, limitato al locale, è decisamente più semplice e si può calcolare approssimativamente in un litro per ogni posto a sedere, raddoppiando questo dato, si lavora con un buon margine. Per fare un esempio con un pub con 100 posti si possono stimare 300 hl annui di consumo (contando anche ferie e turni di riposo) .600hl annui si realizzano agevolmente con una sala cottura da 5hl utilizzata meno di 3 volte alla settimana.

Fonte: Fermento Birra

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CAN 2013, Marocco vs Angola 0 – 0

January 21, 2013 Leave a comment

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Il Marocco e l’Angola si sono fermati su uno 0-0 ieri a Johannesburg in una partita equilibrata e poco spettacolare che piazza le quattro squadre del Gruppo A della CAN 2013 in parità, dopo lo stesso risultato del match precedente, Africa del Sud-Capo Verde. Le Palancas negras hanno sicuramente lavorato al meglio per procurarsi  le migliori occasioni nella partita, quando Lamyaghri ha commesso un fallo di mano rilanciando un pallone a Guiherme, appena entrato in gioco e sorpreso, spedendolo a raso porta (47°). Il selezionatore marocchino ha allineato una squadra senzaChafni ne Belghazouani (entrato poi negli ultimi dieci minuti di gioco) e privata di Belhanda; l’attacco confidato al trio Amrabat-El Hamadaoui-Assaidi che non hanno però perforato l’area angolese. Belhanda entrato al 54° non ha potuto esprimere il suo marchio di fabbrica, psicologicamente a corto.   Partita non brillante ma la CAN 2013 è appena iniziata.

Paolo Pautasso

Fonte: My Amazighen

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