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Reda, tessuti certificati mediante documento di tracciabilità Made in Italy
REDA, azienda biellese che produce tessuti pregiati in pura lana per il classico maschile, ha scelto di trasmettere ai propri clienti un documento di tracciabilità Made in Italy relativo ai suoi prodotti. “E’ dal 1865 che produciamo tutti i nostri tessuti esclusivamente in Italia, nello stabilimento di Valle Mosso, seguendo scrupolosamente tutte le fasi di lavorazione, dal vello al tessuto finito”, spiega Ercole Botto Poala, amministratore delegato di REDA. “L’obiettivo che ci poniamo diffondendo la dichiarazione volontaria di tracciabilità dei nostri tessuti è quello di consentire anche al consumatore finale di conoscere esattamente la provenienza del prodotto che indossa. Siamo inoltre convinti – conclude l’ad Botto Poala – che il Made in Italy rappresenti un immenso patrimonio di creatività e artigianalità per il nostro Paese e come tale deve essere protetto e valorizzato. Solo in questo modo il marchio Made in Italy potrà ancora essere un reale vantaggio competitivo per le aziende che scelgono di continuare a gestire tutta la filiera produttiva in Italia”. L’iniziativa di certificazione di tracciabilità è in linea con un’altra iniziativa di REDA all’insegna della tutela del patrimonio artigianale, territoriale e ambientale: REDA è infatti l’unico lanificio in Europa ad aver scelto di certificarsi EMAS: sistema di ecogestione che comporta, non solo il pieno rispetto dei limiti imposti dalla legge per la tutela dell’ambiente ma, soprattutto una maggiore attenzione nelle fasi di produzione al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale. (Daniela Compassi)
Fonte: VM-Mag
Intervista di Viviana Musumeci a Marta Ferri
E’ solare, open minded e molto creativa; ha lo sguardo diretto, i lineamenti artistocratici ed eleganti e una stretta di mano schietta e vigorosa: Marta Ferri da qualche anno a questa parte ha lanciato la sua linea di abiti molto apprezzata dai fashionisti esigenti e raffinati – le sue ricerche partono sempre dai tessuti -. Qualche settimana fa, Marta, forte del suo successo, ha anche lanciato una nuova linea di borse dal nome più che significativo: Unica. Una capsule di 24 modelli – la collezione presentata di recente è andata venduta in una sola sera -, composta da borse realizzate a mano, con la stessa struttura – che si ispira ai modelli cari alle francesi chic della costa Azzurra -, ma rielaborate in maniera unica con l’utilizzo di tessuti di arredamento. Viviana Musumeci l’ha incontrata e intervistata:
V.M.: Com’è nata l’idea di creare una capsule di borse?
M.F.: Quando creo, solitamente il mio punto di partenza sono i tessuti. Grazie al mio lavoro di stilista ho molti rapporti con fornitori di tessuti. Di recente ho scoperto che alcuni di questi possedevano degli archivi di materiale risalente agli anni 50. Quando li ho visti non ho resistito all’idea di farli rivivere in una linea di accessori. In particolare delle borse che sono molto importanti per noi donne. E’ in questo modo che è nata Unica.
V.M.: Il prezzo delle tue borse è, tutto sommato, accessibile per essere, per l’appunto “uniche”, a chi si indirizzano?
M.F.: A tutte le donne. Le borse sono fatte rigorosamente a mano da artigiani esperti e, per l’appunto, sono una diversa dall’altra. Nessuna ne può possedere una uguale. Quando finiscono, non ce ne sono più così. E’ una borsa che può stare bene a chi ha milioni di accessori firmati, oppure a chi desidera avere un dettaglio diverso, riconoscibile e originale.
V.M.: Perché proprio 24 modelli e non di più?
M.F.: Perché ho finito i tessuti – ndr lo dice ridendo -. Come ti dicevo, una volta terminato il materiale e le borse, non è più possibile averle.
V.M.: Tu sei figlia di un noto fotografo – ndr Fabrizio Ferri -. Che cosa ti ha spinto a lavorare nel mondo della moda?
M.F.: Il fatto di non voler più continuare con gli studi. Una volta terminata la scuola, sono andata a vivere a New York e a fare una cosa utilissima nella vita: lavorare. Il muovermi, entrare in contatto con gente diversa da me, e il cavarmela da sola, mi ha spronato a scegliere una strada. Una volta tornata a Milano ho lavorato per qualche tempo come visual merchandiser da Prada. Un lavoro bellissimo e pagato anche bene, ma non mi bastava e così a un certo punto ho capito che la mia strada era questa.
V.M.: Oltre agli abiti e alle borse hai creato altri accessori?
M.F.: Sì, calzature.
V.M.: E per quanto riguarda Unica, sai già cosa farai per la prossima stagione?
M.F.: Dipende dai tessuti e dai materiali che troverò. I giochi sono aperti.
(Intervista di Viviana Musumeci)
Pirelli Pzero, nuova capsule collection antipioggia
E’ stata presentata due settimane fa la nuova capsule di Pirelli Pzero contro la pioggia per agevolare i viaggi in moto. Si tratta di una linea composta da impermeabile, giacca e pantaloni antipioggia, compattabili sia per uomo sia per donna. La novità della collezione consiste nel fatto che tutti i capi rain sottosella sono composti da un tessuto a tre strati con lamina Delfy Toray™ che conferisce al tessuto un’impermeabilità di assoluto rilievo – resistente a nevicate e nubifragi prolungati -. Infine i capi sono realizzati con una leggera microfibra di poliestere che conferisce al tessuto un aspetto setoso e una totale impermeabilità. I capispalla e i pantaloni sono acquistabili nello store flaship in Corso Venezia.
Fonte: VM-Mag
Gherardini, inaugurato il suo store online con E-Volve Group
Continua il restyling dello storico marchio Gherardini. La maison di pelletteria fiorentina di alto contenuto stilistico, in collaborazione con la società svizzera E-Volve Group, ha inaugurato il suo store online. Un debutto che coinvolge innanzitutto l’Europa e che a seguire toccherà diverse aree geografiche dagli Stati Uniti all’India fino all’Australia. shop.gherardini.it, questo l’indirizzo dove sarà possibile acquistare le iconiche borse di ogni stagione, dalle borse in materiale Softy al Millerighe con la collezione Heritage Collection in una sezione creata ad hoc per la vendita continuativa di borse come la Bellona, la Ghe Bag e la Dodicidodici.
Fonte: VM-Mag
RCrescentini, lingerie sexy per il Capodanno
Natale con i tuoi..Capodanno con LUI…
Soprattutto se per l’occasione vi siete infilate il completino più sexy del guardaroba.
La tradizione richiede l’intimo rosso, il nero è da sempre sensuale e misterioso, soprattutto se con effetto vedo-non vedo, graffiante e fatale la versione animalier…
La lingerie di RCRESCENTINI, con i suoi completini sexy ed intriganti, è perfetta da indossare l’ultima notte dell’anno. Nelle immagini:
– art. 1NR+8NR+3PA: provocante completino, compostto da reggiseno+ string+ reggicalze in pizzo Valencienne nero, con inserti in lycra pitonata. Prezzi: € 115 + € 43 + € 144
– art. 4PA+8NR: per la donna audace, bustier e perizoma in lycra pitonata e pizzo valencienne. Prezzi: € 206,50 + € 43
– art. 7NL: babydoll in lycra pitonata rossa e pizzo Valencienne. Prezzo: € 235
per info RCRESCENTINI: http://www.cottonclub.it
Merry Christmas – Joyeux Noël – Frohe Weihnachten – Feliz Navidad – Buon Natale 2012
Ferrari, rosso ferrari in Marocco con Univers Motors
La Ferrari ha deciso di investire nel mercato marocchino, firmando un contratto di esclusiva con il distributore marocchino Univers Motors. Il gruppo, già distributore dei marchi Seat, Honda e Cherry, ha negoziato il contratto per oltre 18 mesi con la Ferrari per ottenere infine l’esclusiva nel reame marocchino. Acquistato da due anni da Mutandis, gruppo di investimento appartenente all’ex ministro del Turismo Adil Douiri, Univers Motors ha già intrapreso le relazioni con i trenta clienti marocchiniproprietari di Ferrari (tra cui SAR Mohammed VI, fan del marchio e collezionista da sempre). Ferrari spera di vendere una ventina di auto per anno in Marocco, ad un prezzo base di 2 milioni di Dh e uno show-room Ferrari aprirà le sue porte nei primi mesi del 2014 a Casablanca.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Taj Palace Marrakech, nuovo emblema dell’hôtellerie di lusso in Marocco
Una manciata di settimane ancora e aprirà nella Ville Rouge un nuovo emblema dell’hôtellerie di lusso, il Taj Palace Marrakech. Questo palazzo si estende su oltre 53 ettari nella Palmeraie e aprirà le sue porte il 15 gennaio 2013 dalla società Taj Hôtel Resort & Palace. La IHMS Marrakech Limited, filiale marocchina di questo operatore indiano specializzato nella hôtellerie di alto standing, sta dando le ultime direttive per la buona riuscita del lancio di questo palazzo dalle dimensione fuori dell’ordinario con un fasto degno delle Mille e una notte o dei palazzi opulenti dei Maharadjash. Un fasto incarnato, tra le altre cose, da una cupola di 25 metri di altezza decorata contre km di foglia d’oro che sormonta l’hall principale. Fusione architettonica di due culture, quella indiana e quella araba, il Taj Palace Marrakech è un sogno diventato realtà grazie a due milionari, il marocchino Jawad Kadiri e l’indiano Priti Paul. Un sogno che accarezzarono l’indomani dalla loro firma societaria nel 2004, a cui hanno consacrato sei anni della loro vita, la durata della costruzione di questo meraviglioso palazzo. Nel 2010, in piena fase di realizzo degli arredamenti, vennero girate diverse scene del film Sex & City. Questa è la terza apertura della società indiana in Africa dopo il Taj Cape Town in Sud Africa e il Taj Pamozi di Lusaka nello Zambie. Queste ultime aperture, compresa Marrakech, porteranno a livello mondiale con il marchio Taj ben 94 realtà disseminate in 12 paesi (India, Africa, Zambie, Stati Uniti, Inghilterra, Maldive, Australia, Malesia, Emirati Arabi, Sri Lanka, Bhoutan e il Marocco). Con le sue 161 camere di cui 27 suite, i suoi diversi ristoranti e la S.P.A. di 3.800 m2, il Taj Palace Marrakech sarà un temibile rivale per gli altri prestigiosi resorts situati in città come il Mamounia, il Four Seasons e il Palais Namaskar. Una bella scommessa in questi tempi dove la crisi economica morde significativamente anche il Marocco.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Ferrari Enzo, prima identità dell’erede della prestigiosa casa del Cavallino Rampante
Con l’arrivo del 2013 si avvicina la data di presentazione dell’erede della Ferrari Enzo nata più di 10 anni fa, che con le sue prestazioni e il suo alto contenuto tecnologico ha attirato l’attenzione dei più esigenti.
Come facilmente potrete intuire, l’erede della Ferrari Enzo, a cui presto veranno tolti i veli, sarà dunque la vettura di punta della prestigiosa casa automobilistica del Cavallino Rampante. Ricordiamo, infatti, che questa creatura estrema andrà a continuare una dinastia di vetture della casa di Maranello, che fin dai suoi inizi ha cercato di adattare sul campo stradale tutte le soluzioni tecniche e prestazionali sviluppate in Formula 1.
Per ora, il nome in codice di questa ”segreta” creatura automobilistica è F150 ma, come tengono a precisare i tecnici di casa Ferrari, la denominazione finale sarà diversa. Per ora, le foto che vedete in questo articolo, non sono altro che i primi rendering rilasciati da casa Ferrari per cominciare a svelare i primi dettagli di questa opera d’arte che, probabilmente, punta a diventare la vettura stradale più veloce e potente mai esistita.
Fonte: GoLook.it
June, nuovo modello da lap dancer di Christian Louboutin
E’ cosa nota, Christian Louboutin è riuscito dove gli altri hanno fallito: far sembrare eleganti le scarpe da lap dancer, far curvare il collo del piede di ogni donna oltre ogni limite umanamente riconosciuto e conquistare tutte le star del mondo con una semplice suola rossa. Ma ho l’impressione che la sua prossima missione non avrà lo stesso esito positivo; la missione in questione si chiama “rendere sexy una scarpa da nonna”, io ancora non sono sicura del fallimento, ma se non mi ha convinto del tutto nemmeno Jessica Alba non so chi possa farlo. Forse Dita Von Teese, chissà.
Questo modello si chiama June ed è una rivisitazione della decolletè New Helmut; la nuova arrivata ha in più un listino che abbraccia il collo del piede e il tallone: idea fantastica, ma temo che il risultato faccia troppo ” scarpa della nonna con tacco a spillo”.
La punta è troppo lunga e accollata sul lato esterno, e il laccetto slingback mortifica la sensualità del gioco sul collo del piede, per un risultato poco vintage chic e molto granny style, voi che ne dite?!
Fonte: Shoeplay

























