Intervista a Gabriella Ballin, direttore commerciale del marchio Ballin
Ci sono famiglie di imprenditori italiani che affondano le radici nel passato e nella tradizione. Nel caso poi del lusso, in questo periodo, se non suonasse stucchevole, verrebbe persino da ringraziare il cielo che alcune aziende continuino a perseguire il proprio progetto iniziale, quello di realizzare prodotti di alta gamma e di elevata qualità, rinunciando alle crescite facili, al concetto ”dopato” di lusso democratico spesso coltivato in altri Paesi, ma puntando sull’heritage e su consumatori di alto profilo. Aziende del Made in Italy che faticosamente mantengono alto il prestigio del nostro Paese all’estero, offrendo prodotti con caratteristiche che toccano l’eccellenza. Ballin è uno di questi marchi e Viviana Musumeci ha intervistato il direttore commerciale, Gabriella Ballin.
V.M.: Ballin è un’azienda che esiste da 70 anni. E’ difficile mantenere un’azienda “made in Italy” per così tanto tempo?
G.B.: La nostra azienda è, è stata e sarà sempre improntata al made in Italy. Il primo cambio generazionale ha già avuto luogo con i miei fratelli e con me, ma le nuove generazioni si stanno già facendo le ossa in azienda. E’ anche vero che la fase esclusivamente “familiare” l’abbiamo già superata con l’inserimento di manager esterni. Inoltre abbiamo anche iniziato a lavorare a una ristrutturazione dell’azienda per andare incontro alle sfide della globalizzazione e dei nostri tempi.
V.M.: I vostri artigiani sono solo italiani?
G.B.: Assolutamente sì, anche se ammetto che è diventato molto difficile trovare delle persone che continuino a fare questo mestiere. Comunque nelle nostre zone, in Veneto, si trovano ancora professionisti affidabile e competenti.
V.M.: In che cosa è consistita la ristrutturazione aziendale?
G.B.: La holding del Calzaturificio Ballin è stata divisa in due: Ballin Project, dedicata allo sviluppo del brand di casa e Nillab, concentrata sulla produzione per terzi.
V.M.: Come avete chiuso il 2012 e come è stato come anno?
G.B.: Nel 2012 abbiamo superato, a livello worldwide, i 60 milioni di euro. Il fatturato per il 20% deriva dal mercato italiano e per il restante 80% dal resto del mondo.
V.M.: Quali sono i mercati interessanti per voi?
G.B.: Stiamo lavorando molto bene con i Paesi dell’Euro/Asia. E’ un mercato che è estremamente attento non solo al lusso, ma alta gamma realizzata nel nostro Paese. Per quanto riguarda il Medio Oriente è un mercato che ci interessa approcciare e per questo siamo alla ricerca di un partner commerciale. Infine per gli Stati Uniti ci sono tutti i presupposti per rientrare.