Altaroma, sfila la storia della moda
Scrivo quest’articolo con una mano sola. Con l’altra preparo la valigia che dopo probabilmente dovrò darmi alla macchia. L’argomento è la settimana della moda di Roma. Ops, scusate i 4 giorni. E’ che a me e alle mia amiche non hanno chiesto di sfilare con i nostri armadi, altrimenti riuscivano ad arrivare a 5.
Parenti stretti in fin di vita, stoffe ordinate che però non sono mai arrivate, d’altronde, le poste, si sa, attacchi di artrite fulminanti proprio mentre ci si apprestava a disegnare la collezione da presentare nella capitale. Gli esperti del settore sono già al lavoro per trovare scuse adeguate per il fugone dalla prossima edizione. Pochi i grandi nomi della moda che resistono e investono ancora sulla manifestazione. Quest’anno Gattinoni, che merita i punti fedeltà che nemmeno la signora Maria che va tutti i giorni alla Conad da 50 anni, Sarli, Curiel , Balestra hanno dato fiducia ad Altaroma e sono stati ricompensati da un pubblico entusiasta.
Un altro po’, però, e più che delle sfilate diventeranno i 4 giorni delle mostre della storia della moda. In pandance con i Fori Imperiali. L’anno prossimo una mostra verrà probabilmente dedicata anche alle foto delle mani degli stilisti nell’atto di disegnare un abito che poi vedremo sfilare. A Milano, ovviamente.
Che volete farci, fashion addicted mie, a Roma quando si tratta di cacio e pepe, dei caffè prima, durante e dopo le riunioni, del traffico del GRA, der colosseo&co. , di Totti che è uno di noi, non ci batte nessuno, ma sulla moda…
Le sfilate di Altaroma si tengono per la maggior parte nel suggestivo complesso di Santo Spirito in Sassia, nel centro di Roma, che nel linguaggio fashion è quel posto che si identifica con il claim “liberate quel tacco dal sampietrino”.
Una cosa bisogna riconoscerla, assistere a una sfilata nelle sale del Santo Spirito ha qualcosa di magico, sempre che tu finalmente riesca a sederti, perché file numerate, con i numeri in ordine crescente, ma non si sa né come né perché finisce sempre che a Peter Pan gli è scomparsa l’isola e a te il posto a sedere.
E poi finalmente arriva il momento in cui le luci si abbassano, sfilano via la pellicola dalla passerella, parte la musica, i riflettori si accendono e se chiudi gli occhi sembra quasi di stare a Bryant Park. Poi gli riapri, vedi sfilare gli abiti con il velo trasparente color carne in mezzo a un tripudio di chiffon e pietre e…. no. Stai a Roma. Decisamente. O sul set di Beautiful, ad assistere a una sfilata della Forrester Creations.
Passiamo adesso alle donne che le sfilate vanno a guardarle. Tanto ormai, visto che devo darmi alla macchia. A Roma c’è o il mood notte di San Silvestro quella di quando avevamo quindici anni, anche se è l’aperitivo infrasettimanale, o quello “arrivo vergine al matrimonio”. Poi però… alle sfilate che fai, non ti approcci con il fashion? E vai con l’improbabile di quelle che la moda è un vestito griffato comprato in un negozio esclusivo e poi crisi di nervi galoppante se sei di Roma Nord e hai le stesse scarpe di una di Roma Sud. La moda è personalità. E quella non si compra.
A proposito, ieri andando a una sfilata ho trovato un tacco incastrato in un sampietrino. Sembrava proprio quello di Altaroma. Speriamo riesca ad andare quanto prima da un calzolaio. Così si rialza.
Ok, fuggo. Non cercatemi a Lisbona. (Valeria Carola)
Fonte: VM-Mag



















