Saluto, importanza del primo approccio
Il saluto è il primo approccio concreto con il prossimo. E’ vostro biglietto da visita,la prima impressione che rimarrà legata all’immagine che l’altro si farà di voi. Il saluto è una porta che si apre: non si può mai essere certi di quello che si troverà dall’altra parte. Ricordate che nel momento cui salutate vi state rapportando con qualcun altro servendovi di segnali ben precisi.In ogni caso,un sorriso cordiale sarebbe il massimo,ma non sempre si è nello stato d’animo adatto.
Quindi come salutare?
Quando vi presentano o vi presentate a qualcuno rivolgete come prima cosa lo sguardo a quello della persona che state salutando,possibilmente accompagnando il gesto con un sorriso di simpatia e dicendo il vostro nome e cognome.
Vi consiglio di evitate di rispondere con formule del tipo:”Piacere” , ”Onoratissima/o”, ”Fortunata/o” sono antiquate e vuote.
La persona presentata non porge la mano per prima,ma attende “l’accettazione” da parte dell’altra.Se invece incontrate un amica/o e avete fretta come avviene frequentemente,potete anche rivolgergli un semplice cenno con la mano e un sorriso. Come sempre vale la regola della spontaneità e del garbo.
La stretta di mano,comunica la disponibilità e l’entusiasmo che l’incontro con un’altra persona suscita.
Una stretta di mano energica e calorosa trasmette contentezza,porgere la mano lasciandola afflosciare in quella dell’interlocutore darà, al contrario, una sensazione di diffidenza. Così come il porgere, solo la punta delle dita susciterà diffidenza.
Diciamo che la stretta di mano dovrà essere rapida,vigorosa accompagnata da un sorriso di simpatia.
CIAO , HALLO, SALUT è una forma di saluto confidenziale valida a tutte le ore.
BUONGIORNO, si augura dal mattino al tramonto.
BUONASERA, dal tramonto fino all’ora considerata discreta per ritirarsi.
BUONANOTTE a tarda sera.
SALVE, che in lingua latina augurava “stai bene”,ha un tono amichevole e familiare.
ADDIO in passato aveva una valenza augurale: ”ti raccomando a Dio”. Si è poi trasformato in formula di saluto per i commiati di tono sia formale sia confidenziale. La poignée de main (i.e., l’acte de serrer la main à quelqu’un) est bien plus habituelle en France que dans les pays anglo-saxons par exemple. En arrivant au bureau le matin, il est fréquent que les Français lancent un “Bonjour, ça va?” ou …un “Salut Elenoire!” en se serrant la main, même s’ils se sont vus la veille. Le soir, en se quittant, il n’est pas rare qu’on se serre la main une nouvelle fois. Serrer la main est ainsi un rituel d’ouverture et de fermeture de la rencontre, l’acte de se saluer et de se quitter est fortement marqué par ce geste. Une rencontre de moins de cinq minutes – dans la rue par exemple – peut être introduite par une poignée de main et terminée par une autore.
Eleonora Miucci




















