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Jeff Bezos, possibile lancio di smartphone di Amazon
Jeff Bezos, il famoso CEO di Amazon, durante una sua intervista di poche settimane fa, lasciò intendere tramite le sue dichiarazioni che presto la sua azienda avrebbe dato vita anche ad uno smartphone, da lanciare sul mercato in un prossimo futuro.
Fatto sta, che dopo questo velo di mistero alzato da Bezos, in rete sono cominciate a circolare le prime indiscrezioni su questo nuovo smartphone, forse di fascia alta, il quale sembra che arriverà prima del previsto.
Stando a quanto scritto in uno degli ultimi articoli del Taiwan Economic News, infatti, la fabbrica cinese Foxconn avrebbe stipulato negli ultimi giorni un contratto con Amazon per la produzione del Kindle Phone, che dovrebbe arrivare sul mercato nel secondo trimestre del 2013, ovvero quando la diffusione dell’attuale tablet Kindle Fire a basso costo dovrebbe già essere tra le migliori, proprio a causa del suo prezzo molto contenuto.
Andando più nello specifico, sembra proprio che Amazon avrebbe fatto una richiesta di assemblaggio per ben 5 milioni di unità, un numero molto importante che dovrebbe permettere all’ipotetico smartphone di competere con quelli che saranno i suoi concorrenti, ovvero il Samsung Galaxy S4, atteso per il primo trimestre del 2013 ed il successore dell’iPhone 5, che dovrebbe essere lanciato sul mercato prima della prossima estate.
Fonte: GoLook-Technology.it
Surface, nuovo tablet di Microsoft
Tablet, laptop, ultrabook. Il piccolo appena nato di casa Microsoft non è un semplice tablet ma qualcosa di più. Un paio di mesi fa è stato presentato a New York insieme al nuovo sistema operativo Windows 8 e sul web ci sono già un sacco di recensioni a riguardo. In questo articolo non voglio parlarvi di specifiche tecniche o di confronti tra questo ed altri dispositivi, ma voglio fare alcune riflessioni sulla svolta che potrebbero avere i dispositivi portatili a seguito del lancio di Surface.
Molto piú di un tablet
Surface uscirà sul mercato in due modelli: uno basato su chip ARM adatto a supportare Windows RT (una versione “light” di windows) e l’altro basato su un processore Intel Core i5 di terza generazione per supportare Windows 8 Pro (la versione più completa).
Nonostante la differenza fondamentale tra i due dispositivi sia data dal processore più potente della versione Pro, in entrambi abbiamo la possibilità di utilizzare un tablet come un vero e proprio personal computer: la presenza della porta usb, dell’uscita video e di una tastiera vera opzionale (oltre alla cover/custodia senza tasti fisici) abbinati ad un sistema operativo completo e identico a quello che può essere installato su un computer desktop o portatile o smartphone è la vera novità assoluta ed accoppiata vincente.
I punti di forza
Lo schermo
Surface ha uno schermo ad alta risoluzione (non alta quanto il retina display) basato sulla tecnologia ClearType che ha l’obiettivo di migliorare la leggibilità dei testi nei monitor. Secondo Microsoft, infatti, la risoluzione è solo un elemento del dettaglio percepito dall’occhio umano: il metro per misurare la nitidezza di un’immagine è la Modulation Transfer Function (MTF) e non il numero di pixel presenti nello schermo.
Un altro elemento determinante nel percepire la nitidezza dell’immagine è il contrasto che, quando è basso, fa diminuire la percezione dei dettagli. Il lavoro di ottimizzazione del contrasto sul display di Surface, insieme alla tecnologia di visualizzazione ClearType, secondo l’azienda di Redmond sono i due ingredienti necessari per massimizzare la risoluzione percepita dai nostri occhi.
Il sistema operativo
Surface è il primo tablet ad avere lo stesso sistema operativo di pc desktop, laptop e smartphone. Questo permette di utilizzarlo nello stesso modo in cui si utilizza un computer e quindi, ad esempio, è possibile scrivere su word, ridurre la finestra del programma portandola a metà schermo e nell’altra metà controllare la posta elettronica o un video o aprire una pagina internet. Tutti i programmi che si possono installare su un normale pc possono essere installati anche sulla versione con Windows 8 Pro (requisiti minimi permettendo :p)
Oltre a ciò il sistema può essere personalizzato con una vasta gamma di combinazioni grafiche ed altre opzioni a partire dalla disposizione delle live titles (i riquadri delle applicazioni animate), proseguendo con le preferenze di sistema (si può fare il login per mezzo del riconoscimento grafico invece che con una semplice password) per arrivare alla possibilità di installare un programma scaricato dal web o semplicemente dalla pennetta usb che vi si può inserire direttamente. Avere un sistema operativo unico su tutti i nostri dispositivi è, a mio parere, l’obiettivo fondamentale che dovrebbero raggiungere tutti gli altri produttori concorrenti.
La versatilità
Una delle cose che è sempre mancata ai tablet rispetto ai portatili è la tastiera: Surface ha risolto questo problema fornendo alla cover protettiva magnetica una doppia funzione e cioè disegnandoci una tastiera all’interno. Non è una tastiera fisica, ma ha il vantaggio di non occupare metà schermo come accade su tutti i tablet.
Chi non si accontentasse di questa, può comunque acquistare una vera tastiera da attaccare all’occorrenza al tablet. Oltre alla tastiera Surface è dotato di un comodo “cavalletto” che permette di appoggiarlo in posizione eretta su un tavolo, rendendo ancora più agevole la scrittura o la visualizzazione di contenuti multimediali.
Considerazioni
Penso che la scelta di Microsoft di arrivare così in ritardo sul mercato dei tablet, sia dovuta al fatto che ha voluto aspettare per guardarsi intorno, per vedere in che direzione stava andando il mercato per poi dare una scossa ai produttori, realizzando un prodotto che ha imparato tanto dagli errori commessi da altri. Microsoft, però, permettendo ai suoi partner di utilizzare il suo sistema operativo sui loro dispositivi, tra non molto potrebbe vedere Surface dover competere con tanti altri tablet ma, in ogni caso, la sua esistenza sarà servita a spingere tutti, concorrenti e non, ad innalzare la qualità dei loro prodotti.
Fonte: Tasc
Hobbit House, salto nella terra di mezzo
Avete presente le case degli hobbit? Quelle con le finestre rotonde, quelle che si estendono su un solo piano. Beh, a qualcuno è venuto in mente di costruirle ed il risultato é che sono magnificamente ecologiche, economiche e davvero molto suggestive. Pronti a fare un salto nella Terra Di Mezzo?
L’idea geniale
L’ idea di costruire una casa da Mezzuomo, è venuta in mente a Simon Dale, 32 anni, gallese, che per sfuggire alla società, all’ inquinamento sempre crescente della nostre città e per cercare di risparmiare qualcosa su affitto e bollette, ha progettato questo piccolo capolavoro.
L’attuazione
La costruzione parte con la creazione di un cerchio di pietre in stile nuragico che andrà a delimitare il perimetro della casa. Ovviamente, per rendere il tutto più “hobbit” possibile, il piano della casa dovrà essere leggermente ribassato rispetto al livello del suolo, per dare l’impressione che la casa sia letteralmente scavata nella collina a ridosso della quale avete deciso di prendere residenza. A questo punto bisogna incominciare a tirare su la casa, a farle acquisire tridimensionalità, e lo si fa con i pilastri di cemento armato più economici e meno inquinanti che l’uomo abbia mai conosciuto: gli alberi. Con una trentina di alberi del boschetto vicino alla vostra collina riuscirete a costruire uno scheletro perfetto per la vostra nuova abitazione attraverso un intricato sistema di incastri che non vi farà consumare neanche un chiodo o un pezzetto di corda. Si procede quindi con la coibentazione: balle di fieno, sotto il tetto e sotto il pavimento, ricoperte da un telo di plastica e dalla terra le prime, da mattonelle o da un bellissimo parquet le seconde. Anche i muri sono fatti di paglia, sapientemente tenuta insieme da piccole travi di legno paragonabili ai tondini di ferro del nostro moderno cemento armato. Fatto questo siete, come si suol dire, “a cavallo” : non vi rimane altro da fare che stendere accuratamente un telo di plastica sul tetto e ricoprirlo con fango e terra.
Energia
Adesso che avete la casa però, dovete metterla in moto, e dotarla di tutto ciò che serve a una casa vera, a cominciare dal frigorifero. Quest’ ultimo infatti è uno degli elettrodomestici che consumano di più e proprio non si addice a una casa che arriva direttamente dalla Terra Di Mezzo. La sua funzione viene svolta da un ingegnoso sistema di correnti d’aria fredda raccolta dalle fondamenta; l’energia elettrica invece è prodotta dai pannelli solari che ricoprono il tetto. Tutto ciò, insieme alla pesante coibentazione descritta precedentemente, rende la casa hobbit estremamente ecocompatibile, quasi a impatto zero.
Prezzi e ingredienti
Ma la cosa che colpisce di più di tutte è il prezzo: 3500€ circa, oltre a 1000/1500 ore di lavoro, sega, martello, scalpello e qualche familiare volenteroso pronto a darci una mano. Per una casa che praticamente viene costruita su misura, mi sembra un prezzo più che accettabile.
L’altra idea geniale
Ma non tutte le case hobbit costano così poco; se state pensando che quello di Simon Dale sia un caso isolato, vi sbagliate di grosso! A Dietikon, in Svizzera, infatti, è nato un intero condominio “hobbit” magnificamente scavato in una verdissima collina. Le case, che hanno da tre a nove camere da letto (si avete capito bene: nove), si affacciano tutte su un piccolo cortile interno costituito nientedimeno che da un laghetto.
Tuttavia qua non si parla di case rustiche e spartane come poteva essere quella del nostro amico gallese, ma di veri e propri pezzi di design, e del più raffinato: l’arredo è curato nei minimi dettagli, le pareti e i mobili sono dipinti con un bianco ottico che crea un riverbero ai limiti del fastidioso ma molto moderno.Come dice lo stesso Peter Vetsch, il designer che le ha progettate, “L’obiettivo del costruire queste case non era quello di mettere una scatola nel bel mezzo della natura, ma creare un’architettura subordinata alla natura, integrata in essa“.
Direi proprio che ha raggiunto il suo scopo. Il fatto che il “condominio” abbia un parcheggio sotterraneo, poi, è un valore aggiunto da non sottovalutare.
Pensiamo in grande
Non possiamo certo fermarci a una sola casa, che sarebbe come una goccia in un oceano, come una formica nella foresta amazzonica. Il Lammas Project (Lammas anticamente era il nome di una festa inglese per il raccolto che ricorreva il 1° Agosto) è infatti, un gruppo di volontari accomunati da una forte passione per l’ecologia e la sostenibilità ambientale, che sta progettando un intero eco-villaggio composto da abitazioni hobbit in cui ogni cosa, dal cibo all’ energia, sarà totalmente prodotta dal villaggio stesso. Si torna, insomma, ad un’economia di autosufficienza, così com’era stato agli albori della civiltà umana.
Che sia la scelta giusta? Chissà.
In realtà…
“In una caverna sotto terra viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti dii vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida e spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.”
Così Tolkien descriveva le case dei suoi hobbit. C’è qualcosa da aggiungere?
Roberto Collorafi
Fonte: Tasc
Polaroid, imminente nuova fotocamera con sistema operativo Android
Dopo che Samsung ha intrapreso l’impegnativo percorsa della fotografia digitale con l’annuncio della Samsung Galaxy Camera con sistema operativo Android, ecco che ritorna in scena lo storico marchio Polaroid annunciando l’imminente arrivo di una nuova fotocamera digitale compatta dotata anch’essa del diffusissimo sistema operativo marchiato BigG.
Questa fotocamera digitale, che più precisamente va ad inserirsi nella nuova categoria delle ”SmartCamera”, sarà dotata ovviamente delle storiche lenti Polaroid intercambiabili, con sensore da 18,1 megapixel, display touchscreen ad alta risoluzione da 3,5 pollici, connettività WiFi e sistema operativo Android nella versione 4.0 Ice Cream Sandwich.
Indubbiamente, Polaroid, con il lancio della nuova IM1836, questo il nome del modello leggibile anche nel render in alto, punta a competere anche con la spietata Nikon con Android ma, per ora, non è ancora stato rivelato il prezzo e la data di uscita di questa interessantissima smartcamera.
Non ci resta che attendere il rilascio di nuove informazioni da parte dell’azienda.
Fonte: GoLook-Technology.it
Natura, dieci cascate più alte del mondo
Le cascate sono tra le più spettacolari manifestazioni che la natura possa offrire. Migliaia e migliaia di litri d’acqua cadono da profondi dirupi che possono sfiorare quasi il chilometro di altezza, per poi infrangersi in gole o in laghi. Con l’articolo di oggi, vi mostreremo le 10 cascate più alte del mondo!
Spettacoli della natura
Impetuose, grandissime, in caduta libera, che mettono in mostra la straordinaria potenza della natura; stiamo parlando delle cascate; uno dei più suggestivi spettacoli naturali che incanta ed affascina chiunque voglia vederle. Le più famose sono probabilmente le Cascate del Niagara, in Canada, che permettono visite ravvicinate a bordo di imbarcazioni. Non sono però le più alte: raggiungono appena i 52 metri di altezza. Un’inezia, se paragonate alle Angel Falls, che arrivano a sfiorare il chilometro di quota. Gran parte delle cascate maggiori sono concentrate nelle regioni degli Stati Uniti e della più vicina Norvegia, con qualche punta di spicco nel continente africano.
Angel Falls
Alta quasi un chilometro, precisamente 979 metri, il Salto Angel (detto anche in inglese Angel Falls) detiene il titolo di cascata più alta del mondo. Si trova in Venezuela, e precipita senza interruzioni per ben 807 metri dall’altopiano della montagna Auyantepui, per poi riversarsi nel fiume Kerepakupay. Il nome viene dal suo scopritore, il pilota americano, Jimmy Angel. Gli indigeni la chiamavano “Parakupa-vena” o “Kerepakupai merú” ed era considerata insieme alla montagna un luogo sacro. Poiché si trova nel cuore della foresta amazzonica, si deve fare un’escursione di due giorni attraverso il fiume o sorvolare la zona con piccoli aerei (sempre tempo permettendo).
Tugela Falls
Poco più basse, con un’altezza totale di 948 metri, la cascata del Tungela è la seconda più alta del mondo. E’ composta da ben cinque livelli (il più alto è di 411 metri) e si getta da una montagna detta Mont Aux Sources, nella Repubblica del South Africa. Solitamente il flusso della cascata è debole, fatta eccezione nel periodo delle piogge in cui il flusso è maggiore. Poiché è una nota meta turistica, raggiungerla è abbastanza facile. Si hanno due possibilità: seguire un sentiero lunghissimo (circa 6,5 Km) che porta in cima alla montagna, oppure seguire un’ulteriore sentiero poco più corto da percorrere a piedi attraverso il Royal Natal Nation Park per vedere la parte inferiore della cascata.
Tres Hermanas Waterfalls
La terza cascata più alta del mondo si trova nella remota regione di Ayacucho, in Perù. La cascata, nota come Cataratas las Tres Hermanas (letteralmente “Cascate delle Tre Sorelle”) è alta 914 metri ed è chiamata così per via dei suoi tre livelli distinti che ne interrompono il flusso. Questa cascata è difficile da ammirare a causa della lussureggiante foresta pluviale in cui è quasi impossibile penetrare.
Olo’upena Falls
Olo’upena Falls è la quarta cascata più alta del mondo. Come la “Pu’uka’oku Falls” (n°8 della lista) si trova nella remota isola hawaina di Molokai, precisamente sulla sponda nord-orientale dell’isola. Alta 900 metri, la cascata è composta da più livelli che scendono giù da una delle scogliere più alte del mondo, le “Cliffs Haloku”. Purtroppo, la cascata è inaccessibile, perché essendo circondata su entrambi i lati da enormi montagne, non esistono sentieri per raggiungerla. L’unico modo per vederla è in volo o noleggiando un’imbarcazione.
Catarata de Yumbilla
Come vedete dalla foto, la cascata Yumbilla non ha una grande portata d’acqua, ma raggiunge comunque la rispettabile altezza di 895 metri. A causa della sua posizione nel Perù, si hanno poche foto a disposizione per poterla ammirare.
Vinnufossen
Con i suoi 865 metri di altezza, Vinnufossen non solo è la sesta cascata più alta del mondo, ma anche la più alta d’Europa. Si trova in Norvegia ed è molto ammirata dai turisti per via della sua natura (infatti dal salto iniziale si distaccano “rami” sempre più piccoli). La cascata piomba dalla montagna Vinnufjellet, fino a raggiungere il fiume Driva, e le sue acque sono alimentate dal giacchiaio Vinnufonna.
Baläifossen
Baläifossen è un’altra cascata della Norvegia che si avvicina alla precedente, con un’altezza di 850 metri. I ghiacciai presenti nelle montagne contribuiscono a ingrossare le sue acque, ma il culmine arriva dopo la stagione delle nevi, quando quest’ultime si sciolgono.
Pu’uka’oku Falls
Molto simile alle Olo’upena Falls anche questa cascata si trova nell’isola hawaiana di Molokai, arriva a circa 840 metri.
James Bruce Falls
La più grande cascata del Nord America si trova in Canada, nel Princess Louisa Marine Provincial Park, e con i suoi poco meno di 840 metri si piazza al nono posto. E’ alimentato da due correnti parallele provenienti dalle nevi sciolte, solo una delle quali è presente tutto l’anno.
Browne Falls
Non meno spettacolare delle altre è la Cascata Browne, nel Fiordland National Park della Nuova Zelanda. L’acqua sgorga dal lago Browne e si riversa con un salto di 836 metri nella foresta sottostante. Una delle più spettacolari.
Manfredi Schiera
Fonte: Tasc
Bershka, décolleté spuntate rosa e argento low cost
Ancora un paio di scarpe aperte, vi giuro che lunedì vi presenterò un paio di stivali! Girovagando nel sito di Bershka a caccia di scarpe in saldo mi sono imbattuta in queste spuntate davvero graziose, forse troppo da giovane per me, ma magari a qualche fanciulla possono piacere
La forma è piuttosto classica, la realizzazione non è eccellente ma per una scarpa rosa e argento va più che bene!
Mi piace l’apertura frontale, leggermente più ampia del normale ma non eccessiva, e apprezzo anche la forma a cono del tacco, svettante; apprezzo meno il plateau all’insù ma non si può avere tutto dalla vita, soprattutto a 39.99 Euro. In Italia, perché in Spagna costano meno, se vi interessa contattate la mia personal shopper di fiducia, Giggetta from Barcelona, le devo tutta la parte low cost della mia scarpiera!
Fonte: Shoeplay
Property Of, classe da Singapore
Ci sono pochissimi brand specializzati in borse che riescono perfettamente ad integrare stile, resistenza e funzionalità. Herschel è probabilmente il leader di questo mercato per rapporto qualità/prezzo. Se ci spingiamo oltre però potremmo dire che Property Of è il brand che lavora meglio con i suoi zaini e le sue borse in cotone e pelle, ultra-resistenti…
Property Of è un brand di Singapore che produce zaini e piccoli accessori. Lo stile varia tra il vintage e il moderno. Il punto di forza di Property Of è anche il tessuto e la resistenza dei suoi prodotti. I tessuti usati sono soprattutto cotone cerato e pelle pesante. Il cotone cerato è un particolare materiale piacevole all’aspetto (appare leggermente “usato”) e resistente all’acqua, oltre che essere un materiale in grado di mantenere il proprio aspetto nel tempo. Le cuciture perfette e ultra-resistenti rendono i prodotti Property Of davvero unici, costosi ma duraturi. Uomo o donna? Property Of si indirizza a tutti, anche se forse potrebbe piacere più ad un pubblico maschile.
Il Lex Backpack (269 €) è il prodotto di punta di Property Of. È uno zaino ultra-resistente, dallo stile semplice leggermente vintage. Gli interni sono perfettamente organizzati: ci sta un computer portatile da 15″, biro, portafoglio, telefono, iPad, libri, occhiali da sole… Disponibile nella versione classica (immagine sotto) in cotone cerato, nella versione in nylon Cordura (tipo di nylon ultra-resistente) oppure nella versione stripe.
Passiamo alla linea Tommy, più elegante e costosa. Nell’immagine sotto a sinistra il Tommy Sports Pack (239 €), zaino slim e molto, molto alla moda e Tommy Backpack Leather interamente in pelle pesante per la bellezza di 539€.
Per concludere la nostra selezione di zaini Property Of, ecco il prodotto più bello, l’Hector Backpack (239 €). Disponibile in blu o grigio.
Gli accessori sono interessanti, ma molto meno creativi che gli zaini. Troviamo portafogli, pouche per iPhone e iPad e tanto altro.
Fonte: Tasc























