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Sixth Continent, possibile complotto per acquisire il marchio Dolce&Gabbana?
La notizia: “Fisco, Dolce & Gabbana condannati, arriva una maxi multa da 343 milioni”.
Il contenzioso ha origine nel marzo del 2004, quando Domenico Dolce e Stefano Gabbana costituiscono una società in Lussenburgo, la Dolce & Gabbana Luxemburg sarl. Questa e un’altra serie di operazioni sospette non sfuggono all’Agenzia delle Entrate, che nel 2007 mette in moto la sua macchina. Nel 2010 gli agenti del fisco accusano gli stilisti di aver messo in funzione una “cassaforte costituita ad hoc”, cioè la Gado sarl, per “attuare una pianificazione fiscale internazionale illecita finalizzata al risparmio d’imposta”.
Osservando il caso Dolce & Gabbana la maggioranza degli italiani si è sentita di condannare tale comportamento, ma l’atteggiamento sarebbe differente se scoprissimo che nel medesimo mercato la maggioranza delle aziende concorrenti a Dolce&Gabbana opera in modo simile; aziende come ZARA, H&M, HUGO BOSS, VALENTINO, operano con modelli fiscali assimilabili a quello che hanno tentano di adottare Dolce & Gabbana, ma nel secondo caso grazie all’assenza di normative internazionali adeguate, queste imprese non vengono condannate ed agiscono sul mercato in concorrenza con imprese che devono rispettare regole più severe e virtuose, con l’ovvia conseguenza che queste ultime entrano in crisi e poi chiudono. Il problema che affligge il nostro mercato e la nostra economia è consentire che nel medesimo mercato operino imprese che rispettano regole diverse sulla base del paese di provenienza; immaginatevi a quale spettacolo assisteremmo durante le Olimpiadi se per gli atleti valessero le regole inerenti il doping del Paese di provenienza: traslando l’esempio in campo sportivo, i cinesi avrebbero la meglio su tutte le specialità e lo sport negli altri Paesi, compresa l’Italia, non avrebbe futuro. Questo è quanto sta accadendo nel mondo della MODA e non solo, l’Europa è un mercato aperto che consente la concorrenza sleale, nonostante l’ART. 3 della Costituzione Europea lo vieti, così le imprese come Dolce & Gabbana sono destinate verso un lento declino per poi essere acquisite da quelle imprese, che sfruttando l’assenza di una normativa comunitaria adeguata, producono nelle aziende lager cinesi e pagano le tasse nei Paradisi Fiscali. Se non cambiamo la regolamentazione e consentiamo alle Imprese di operare alle medesime condizioni sempre più marchi italiani faranno la fine della Richard Ginori, fatta fallire dalla concorrenza sleale e illegale low-cost, e poi acquistata dal gruppo Kering – ex PPR -, già proprietaria di innumerevoli brand (vedi immagine).
Forse adesso vi domanderete quale destino ci sia per le aziende che non hanno un brand come Dolce e Gabbana e probabilmente vi siete anche già dati la risposta. E allora la domanda sorge spontanea: la mancanza di regole valide per tutti che agevolano le grandi multinazionali è una dimenticanza, un ritardo normativo, oppure una strategia ben architetatta? Se vogliamo un futuro diverso per la nostra economia dobbiamo far sì che le imprese operino tutte in regime di concorrenza leale, come previsto dalla Costituzione Italiana e da quella Europea. ( Fabrizio Politi)
Fonte: VM-Mag
Penelope, nuovo sandalo glam di Pura Lopez
Si sarà ispirato all’attrice icona di Pedro Almodovar oppure alla moglie di Ulisse? Non è dato saperolo per certo, anche se sapendo che Pura Lopez è un marchio spagnolo, una risposta quasi certa potrebbe essere data al quesito. Sta di fatto che il brand ha lanciato un nuovo sandalo che si chiama proprio Penelope. E ‘ al contempo raffinato e glam.
Fonte: VM-Mag
Intervista a Monica De Bellis, responsabile prodotto del marchio A’ la Fois
Probabilmente mancava l’anima femminile e per questo motivo, lo scorso gennaio Navy Group, titolare dei brand Navigare ed Esemplare, ha acquisito il ramo d’azienda della Vidieffe a cui facevano capo i marchi Gotha e A’ la Fois. Gotha è un marchio che è nato nel 2004, A’ la Fois, più recentemente nel 2010. Entrambi si rivolgono a un pubblico estremamente femminile, solo che A’ la Fois parla a delle donne estremamente femminili e romantiche, donne di altri tempi, come dice il nome stesso del marchio, mentre Gotha ha uno stile più decontracté e moderno. Entrambi i brand parlano alle donne usando gli strumenti del 2.0 – nelle prossime settimane infatti saranno organizzati degli eventi che molto sfrutteranno l’effetto sinergico dei social, a cominciare anche dalla nuova collezione di Gotha che lancia lo zainetto per le donne globalizzate e itineranti che non stanno mai ferme -.
Viviana Musumeci ha posto qualche domanda a Monica De Bellis, responsabile prodotto dei due brand dopo una lunga esperienza maturata in Marina Rinaldi.
V.M.: Quali sono le caratteristiche principali del marchio A’ la Fois?
M.D.B.: E’ un brand che punta molto sulla combinazione dei tessuti. L’ispirazione per la collezione p/e 2013 è, in un certo senso, la doppia vita di Grace Kelly, alludendo alla parte della sua vita quando era attrice e quando, in seguito al matrimonio con Ranieri di Monaco è entrata nella storia come membro di una famiglia reale che ha fatto sognare molte persone. A’ la Fois propone 5 taglie. Si arriva fino alla 46 ma la vestibilità reale è più ampia.
V.M.: Ci dà un’anticipazione anche sulla collezione a/i 2013-2014?
M.D.B.: Si ispira agli anni 20 e lo si deduce, in particolare, alcuni dettagli. La particolarità è che la campagna è stata realizzata all’interno di un teatro abbandonato che è stato rimesso in piedi da alcuni volontari. Una delle caratteristiche della collezione è la Boyfriend Blazer. Si tratta di una giacca maschile che può essere indossata sia dall’uomo che dalla donna – in questo caso, una cintura la rende molto femminile -.
V.M.: E per quanto riguarda, invece, Gotha, che cosa ci può anticipare?
M.D.B.: Quando si lavora a due collezioni diverse all’interno di una stessa azienda bisogna fare molta attenzione a differenziarle e trovare loro un’identità precisa. Gotha è più moderna nei tagli e nei temi che vengono utilizzati. La collezione si ispira un po’ agli anni 70 e abbiamo dato spazio ad abiti da indossare quotidianamente pur rimanendo in un ambito fashion.
(Intervista di Viviana Musumeci)
Fonte: VM-Mag
Gioiello in primavera, outfit eccentrico e divertente
Sono il particolare irruninciabile per un outfit completo e ricercato; vanno amati e scelti con cura; sono diversi per il giorno e per la sera: sono i gioielli. A volte piccoli e preziosi altre volte grandi e particolari; possono essere eccentrici e vistosi oppure sobri ed eleganti ma sono senza dubbio un accessorio indispensabile per ravvivare anche il look più semplice. La stessa Coco Chanelnon rinunciava mai agli accessori: univa sapientemente gioielli veri a quelli finti con classe e naturalezza.
Anche in fatto di gioelli la moda della prossima stagione ha dettato le sue regole: non indosseremo più una cascata dibangles ai polsi ma un solo bracciale che si faccia notare. Niente mezze misure, i bracciali saranno grandi, le polsiere saranno le vere protagoniste insieme al colore, naturalmente, che ritoveremo anche negli orecchini. Esagerati e pendenti, incorniceranno e doneranno luce al viso. Se la moda impone meno bracciali un capitolo a parte va scritto per gli anelli. Tanti, anzi tantissimi, anche uno su ogni dita. Il trend di stagione li vuole impreziositi da dettagli design, pietre dure e smalti. Lecollane saranno protagoniste: etno-chic, con un solo ciondolo o ancora opulente e preziose in versione extra long. Per la sera invece l’imperativo è abbagliare osando con l’oro e la sovrapposizione di gioielli dal sapore solo apparentemente diverso.
Ecco alcune proposte di Marco Bicego: la collana Jaipur Limited Edition doppio filo € 2700.00 e gli orecchini pendenti Jaipur Limited Edition € 930.00, una cascata preziosa di pietre colorate montate su oro giallo.
Swarovski celebra la primavera 2013 con una collezione di gioielli che inneggia ai paesi tropicali. Forme, colori e dettagli che rimandano al Sudamerica e al carnevale di Rio rivivono su ciondoli, anelli, collane e orecchini per una collezione che mette allegria. Come per il Tangara Set, set bangle e anello in metallo rodiato decorati da smalto iridescente e cristalli e per i Niagara Earrings, orecchini pendenti con base in metallo rodiato e gocce di cristallo multicolore.
Sembrano la coda sontuosa di un pavone gli orecchini Aonie in argento dorato con agate verde e quarzo lemon € 360.00. E’ il vero must have di stagione, è il bracciale in pelle grigia con scritta “I’m a rock star” € 130.00.
Pietre dure e ceramica per gli anelli firmati Bliss. In argento con pietre naturali colorate € 69.00 o in ceramica bianca a fascia con un diamante naturale incastonato e la scritta “Ti amo ogni giorno di più” incisa sulla superficie € 49.00: ad ognuno il suo.
Dalla linea “contaminazioni” di Daniela De Marchi il color chic degli anelli in ottone con smalti colorati e pietre naturali, per una stagione variopinta ma sempre elegante e di classe.
Divertente e giocoso è il gioiello unisex Macadamia: il Tao “dolcetto-scherzetto” proposto in due varianti di colore: rosa e nero (liquirizia e fragola) e bianco e nero (panna e liquirizia).
Un Tao particolare con un dolcetto per rappresentare la dolcezza dell’amore e un teschio a simboleggiare l’immortalità, da portare anche al polso. Di assoluta tendenza la croce gothic rockin argento e pietra naturale gialla di Manuel Bozzi, per un look più aggressivo ideale sia di giorno che di sera. Sempre per la sera il Bibijoux by Bianca D’aniello, un girocollo torchon total gold, un prezioso evergreen di stagione.
Tribal chic è il groupage di collane Radà impreziosito da una cascata di perline arancioni con nappine, perle e sfere di legno e cascata di brillantissimi strass.
Fonte: VM-Mag
Intervista a Pietro Castagna, ad dell’azienda Castagna Arredamenti
Una delle ricchezze da preservare nel nostro Paese sono le aziende familiari portatrici di qualità e attenzione al dettaglio in tutto il mondo. In tempi difficili per gli imprenditori, come per tutti, è complesso combattere con la crisi e le incertezze di ogni tipo che si presentano quotidianamente a bussare alla porta, soprattutto se si hanno posti di lavoro da preservare. Ma sono proprio il carattere determinato e la capacità di saper tenere duro che connotano un imprenditore di razza che non si ferma davanti alle avversità. Castagna Arredamenti è una di quelle aziende storiche della Brianza comasca – ha sede a Erba – ed è sempre stata specializzata nella realizzazione di arredi di lusso informale. Molti i clienti importanti che però tendono a mantenere un certo low profile, soprattutto di questi tempi. L’azienda il prossimo anno vaglierà la prestigiosa soglia dei 75 anni.
Viviana Musumeci ha intervistato l’ad Pietro Castagna.
V.M.: Come avete chiuso il 2012 e che tipo di previsione si sente di fare per il 2013?
P.C.: Castagna Arredamenti ha segnato una diminuzione del fatturato dell’8% lo scorso anno. Tutto sommato, visti i tempi, neanche molto. Per il 2013 abbiamo dei segnali positivi di risalita. Di crisi ce n’è ahimé molta, ma il nostro punto di forza è che abbiamo sempre garantito un servizio preciso e attento non solo alla qualità, ma anche alle esigenze dei nostri clienti. Inoltre, riusciamo a parare i colpi anche perché abbiamo deciso di differenziare strategicamente lo show room di Milano da quello di Como. Quello della capitale meneghina è un punto vendita consolidato. Quello comasco mira molto, invece, al bacino svizzero che è molto più frizzante dal punto di vista economico.
V.M.: Siamo nella settimana del design milanese. Quali sono i trend in fatto di arredamento?
P.C.: Nel mobile oggi i clienti cercano una sorta di sicurezza oltre che di un benessere psicofisico che passa, stranamente, da una ricerca di qualità alta a un prezzo più basso. Se un tempo era di moda dire “l’ho pagato tantissimo”, oggi, al contrario, si tende a sminuire il valore di un pezzo, quasi come se fosse negativo che un pezzo di arredamento di qualità costi tanto. Oggi fa chic abbinare pezzi di design popolare a pezzi di arredamento alto. Anche le dimensioni delle case sono diminuite nei clienti ricchi. Sembra quasi che chi se lo può permettere, si vergogni di spendere. Paradossalmente osservo un paradosso: una certa ostentazione di un basso profilo.
V.M.: La vostra produzione è interamente made in Italy eppure avete una percentuale molto bassa di clienti stranieri. Come mai?
P.C.: E’ vero, preferiamo concentrarci sul mercato italiano perché siamo molto attenti a seguire il post vendita, cosa che non tutti fanno, e realizzare questo tipo di servizio all’estero, se uno vuole mantenere alto lo standard qualitativo, è molto difficile.
V.M.: Quali sono le caratteristiche specifiche del vostro design?
P.C.: Siamo legati a materiali come il rovere, il lino e non seguiamo la moda. Ci piacciono le case dalle linee pulite e semplici perché non sono fatte per stupire. I nostri progetti, infine sono razionali e razionalizzanti.
V.M.: Che cosa farete durante il Salone del Mobile di Milano?
P.C.: Nulla di particolare, ma a Como ci sarà un evento con cocktail dove mostreremo un paio di progetti che abbiamo realizzato di recente. L’apertura del negozio in Via Carcano è garantita fino alle 22.
V.M.: Continuate anche a realizzare arredamento per imbarcazioni?
P.C.: Sì, non si tratta del core business, ma lo facciamo. L’ultimo progetto a cui abbiamo lavorato è la creazione dell’arredamento di quella che per anni è stata la barca del Quirinale. Un 30 metri che oggi appartiene a un privato.
(Intervista di Viviana Musumeci)
Fonte: VM-Mag